Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

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« PASOLINICINISMO »

Fiorin Fiorello...

Post n°573 pubblicato il 15 Novembre 2016 da lorifu
 

foto - Henri Cartier Bresson


"Fiorin fiorello", cantava Mario mentre saliva le scale con il pane sotto il braccio.
Era una vecchia usanza quella, rubata a Parigi, durante quell’indimenticabile viaggio, l’unico che avevano fatto, da troppo tempo ormai.
Lucia lavorava in una lavanderia ma da qualche mese era a casa.
Ormai i cinesi nei centri commerciali fornivano gli stessi servizi a prezzi stracciati e di là a qualche giorno la saracinesca del negozio si sarebbe abbassata definitivamente.
Era incinta Lucia e di questi tempi e nelle sue condizioni trovare un lavoro era impresa ardua, quasi impossibile.
Passava la giornata a rassettare casa, svogliatamente, col pensiero fisso alla miseria incombente e al figlio in arrivo.
Mario si arrabattava come poteva, lavoretti saltuari, di giorno però, perché la notte studiava e ci dava dentro con l’intento di laurearsi al più presto.
Oggi era felice perché il corriere per il quale lavorava l’aveva pagato e quei 600 euro rappresentavano una fortuna.
Vivevano nell’appartamento della nonna di Lucia che da quando era in casa di riposo era vuoto e il problema affitto almeno per il momento non c’era.
Bollette, quelle sì erano un cruccio…luce…gas…ma dai conti che aveva fatto, gli rimaneva qualche decina di euro... e stasera avrebbe portato Lucia in pizzeria.
Entrato in casa la colse pensierosa alla finestra mentre l’aspettava per il pranzo.
Si sedettero, Lucia tagliò a fette il filone ancora fragrante mentre grosse lacrime scendevano e inumidivano la crosta.
Mario taceva e mangiava in silenzio.
L’euforia di prima era scomparsa e si sentiva inadeguato là, in quel momento, quella situazione…
“Dai Lucia, vedrai…” le parole gli uscivano a stento adesso, in realtà non sapeva che cosa dirle…c’era qualcosa di kafkiano in quei gesti, sguardi, respiri.
Tutto era sospeso, persino l’aria…loro due, appesi a un filo di speranza, i progetti a lungo cullati che ora sembravano svanire nel nulla.
Durò poco, il tempo di riprendersi e Mario riguadagnò l’umore di sempre, con un gesto inaspettato prese Lucia in grembo e girò in tondo con lei che gli batteva sulle spalle divertita e timorosa di cadere.
Uscirono quella sera. Pioveva. La pizzeria era a due passi, non c’era molto da camminare.
Sotto l’ombrello, si tenevano stretti, uniti in un abbraccio che non era soltanto un modo per non bagnarsi.
L’asfalto sotto la luce dei lampioni scintillava per la pioggia.
Anche i loro occhi scintillavano, si erano riempiti nuovamente di progetti, sogni e mentre si offrivano alla sferzata benefica della pioggia lui le sfiorava delicatamente il pancione.

 

 

Dedicato a tutti i giovani, spezzati nei loro progetti di futuro.

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Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 18/11/16 alle 17:18 via WEB
Nel leggere questo bellissimo post, mi sono ritrovato indietro, indietro negli anni, all'inizio del mio cammino con la parona. Trovo molte assonanze in queste parole.. Lucia è la nonna di lei, il suo "rifugio" da ragazza e nella sua casetta portava anche me da fidanzati. Ci siamo andati anche quando la me parone fu in attesa del primogenito e la none bisse .. cavoli, mi aspettavo qualche rimbrotto per i 19anni della nipote e invece Lucia sorrise. La stanzetta dove sorbivano un caffè sembrò d'un tratto illuminarsi.. Una nonna veramente speciale classe 1889, morta a 100 anni e cento giorni. Il dispiacere più forte di mia moglie fu di non essere riuscita a farle vedere il nostro ultimo figliolo e farglielo tenere in braccia come aveva fatto con gli altri tre perché se ne andò, in gran silenzio, un mese prima che il nostro cucciolo nascesse. Lei, sempre vestita di nero, con un fazzoletto copricapo sempre nero.. Donna d'altri tempi, riservata e gran lavoratrice, all'apparenza distaccata ma con un cuore grande grande ^_____^
 
 
lorifu
lorifu il 22/11/16 alle 22:46 via WEB
Sono quelle figure ormai scomparse, appartenenti a un'altra epoca dove guardare al sodo e vivere senza fronzoli era il modo di essere, una modalità di vita assai lontana da quella d'oggi in cui si dà molta più importanza all'apparire che all'essere. E come non capire la tua nostalgia per una figura così significativa e viva che ha condiviso le gioie della tua vita. Un abbraccio Vince.
 
woodenship
woodenship il 22/11/16 alle 21:21 via WEB
Pane amore e speranze,un vivere che pare non mutare mai nella sua essenza.Anche di questi tempi.Tempi in cui tutto sembra andare indietro,seguendo quella massima sostenente che,il progresso dell'uomo consta di un passo avanti e due indietro.Così riprende vita ed emozione, il quadretto da te dipinto splendidamente.........Un bacio scintillante di stelle..........W...........
 
 
lorifu
lorifu il 22/11/16 alle 22:39 via WEB
Grazie Wooden. Abbiamo bisogno di sogni, abbiamo bisogno di sperare ancora...per noi...per i nostri figli...per il nostro Paese allo sfascio. Un abbraccio con l'affetto di sempre.
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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