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« Paul Verlaine e Arthur RimbaudFINE »

MALINCONIA

Post n°495 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da lorifu
 

 

Edward Weston, The White Iris (Tina Modotti) (1921) 


La malinconia è la gioia di sentirsi tristi
Victor Hugo

 

La malinconia quando ti prende è come un velo che offusca la vista. La  percezione visiva cambia  e il vetro appannato che si frappone tra te e il mondo ingigantisce o attenua fatti e cose che rappresentano la tua modalità di approccio alla vita.

Quando arriva non ti avverte, non ti prepara magari per disporti ad accoglierla, ti travolge  e non è neppure legata al rumore sordo di un temporale  perché compare anche davanti a un cielo stellato o col sole che al mattino illumina la stanza.  

E' un languore avvolgente che dalla testa si trasferisce al cuore e giù lungo il corpo attraversato da sensazioni che ti avvicinano al tuo io più autentico tanto da isolarti da ciò che ti circonda.

Non nasce dal niente, cresce negli anni e colpisce soprattutto anime sensibili allo sguardo interiore.

Non è tristezza o nostalgia anche se ne ha lo struggimento.

L'efficientismo e immagine salutistica degli ultimi decenni incentrata su una visione edonistica della vita l'ha bandita relegandola a elemento disturbante  e negativo, disfunzionale al processo di omologazione mirato al livellamento di sentimenti e aspirazioni ma risulta difficile da soffocare in un temperamento profondo, dall'identità inattacabile.

Tristezza, nostalgia, malinconia, ricordi,  tutto tende ad essere messo nello stesso calderone tanto da renderne difficile l'identificazione.

Ma se la tristezza è un senso di vuoto per lo più  momentaneo legato alla  mancanza di qualcuno o qualcosa,  la malinconia ha a che fare con un concetto ben più ampio e investe il significato stesso dell'esistenza.

La malinconia come immagine di compiaciuto ripiegamento su sé stessi  non è slegata comunque dall'idea di felicità,  anzi spesso la rafforza trovandola, in un volo di astrazione,  nell'accettazione dei propri limiti come risposta a un disegno più grande.

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Commenti al Post:
eugenia1820
eugenia1820 il 14/10/14 alle 21:23 via WEB
Tristezza e malinconia sono due stati d' animo apparentemente uguali, simili, identici ma che nascondono invece una profonda diversità, invisibile forse ai nostri occhi...la tristezza è un' emozione opposta alla gioia, alla contentezza..un senso di vuoto, di annoiamento profondo, è la mancanza di desiderio, la consapevolezza del non poter raggiungere ciò che si desidera.
La malinconia è sentimento nobile e a volte piacevole, però bisogna stare attenti a non sprofondarvi e non perdersi nei suoi meandri...a volte è solo il piacere di sentirsi tristi.
Un’altra chiave di lettura infatti, tra malinconia e tristezza, è proprio questa: il triste si commisera e vuole che gli altri si rendano conto di questo suo stato di vittima perenne, mentre il malinconico non ha affatto necessità di ciò.
Credo che la malinconia, in un qualche modo, possa essere collegata alla noia, ad una fase stagnante della nostra esistenza...è l'assenza di emozioni, di stimoli, di slanci vitali...la tristezza invece è per me una fase temporanea, precaria che subentra dopo una grande delusione o per un evento tragico che ci ha particolarmente colpito.
La malinconia è stabile, la tristezza fortunatamente è precaria.
 
woodenship
woodenship il 14/10/14 alle 21:38 via WEB
Mi viene da pensare alla "saudade",a quello stato d'animo indefinibile che sprofonda in un mare sconfinato,di cui si sogna terre fantastiche ma irrimediabilmente perse.Ecco,la malinconia è uno stato d'animo che molto si avvicina alla "saudade" portoghese.Dovessi raffigurarla,mi servirei della voce e delle canzoni di Cezaria Ebora,mentre si esibisce in una Morna ipnotica e cullante con onde oceaniche sconfinate...........Un abbraccio ed un fiore di stelle scintillanti.........W.......
 
Vince198
Vince198 il 16/10/14 alle 15:04 via WEB
Condivido il tuo post, Loretta. Aggiungo che Leopardi peraltro ne parlò nello Zibaldone di pensieri in relazione al sentimento dell'amore, dicendo:
"I migliori momenti dell'amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia dove tu piangi e non sai di che, e quasi ti rassegni riposatamente a una sventura e non sai quale. In quel riposo la tua anima meno agitata, è quasi piena, e quasi gusta la felicità."
^______^
 
oli.ver1960
oli.ver1960 il 17/10/14 alle 10:40 via WEB
Senza la malinconia, probabilmente, verrebbero a mancare all’elenco artisti, poeti e scrittori ad essa ispirati. Si vive la malinconia per ciò che è stato e mai più sarà, per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. E’ un po’ come l’autunno, un periodo di transizione. Essa fa parte dell’uomo, a volte è anche positivo essere malinconici, ci fa risentire una parte di se stessi che abbiamo bisogno di riascoltare, ci rende consapevoli che non esiste solo il sentimento dello stare bene, quello star bene che ritroviamo quando usciamo da questo torpore. Un abbraccio, Oliver
 
ziryabb
ziryabb il 19/10/14 alle 23:42 via WEB
Nella lingua comune, le parole che usiamo per descrivere i nostri stati d'animo sono intercambiabili. Ma la scienza sa distinguere una parola dall'atra. Tristezza va bene ma malinconia è una cosa seria. Da evitare.
 
ranocchia56
ranocchia56 il 20/10/14 alle 15:39 via WEB
E' vero, c'è differenza fra malinconia e tristezza, la malinconia è avvolgente e ti presenta "il conto" nel profondo del tuo essere. Questo però non vuol dire dissociarsi da tutto quello che è gioia, semplicemente è uno stato nel quale ci si trova se si ha troppa sensibilità, è una cosa che c'è e basta. L'importante è continuare ad aprirsi a tutto quello che ci può dare gioia. Un abbraccio. Rosa
 
woodenship
woodenship il 21/10/14 alle 21:52 via WEB
Questo più che un commento vuole essere un ringraziamento di cuore per la scelta della straordinaria Lady Day per aprire il blog:mi piacerebbe tantissimo inserirla nel mio,ma non essendone capace,mi accontento di venire da te per poterne godere della sua voce e delle sue canzoni........Grazie infinite ed un bacio di vento soave...........W.......
 
lorifu
lorifu il 27/10/14 alle 11:24 via WEB
Ognuno di noi ha un modo diverso per intendere la malinconia e molto dipende dalla personalità, il carattere, le esperienze vissute. Io sono tendenzialmente malinconica anche se cerco di combattere questo mio stato, uscendo dai percorsi troppo tortuosi della mente, cercando di staccarmi dalla partecipazione diretta a tutto ciò che mi succede intorno, cercando di vivere le emozioni in modo non totalizzante. Non è poi così semplice ma è proprio da questa contradditorietà di sentimenti e azioni che emerge la parte di me che amo di più. Grazie per i vostri contributi.
 
Led_61
Led_61 il 28/10/14 alle 00:24 via WEB
La malinconia come stato d'animo. così come descritto da te e dai commenti, penso appartenga molto al mio modo di essere e di guardare al passato però lo vedo come un lato negativo del mio carattere, proprio perchè con questo atteggiamento si finisce spesso di non apprezzare quanto di bello la vita ti possa dare nel suo compiersi quotidiano, perchè in fondo il melanconico non affronta la vita con uno spirito cambattivo ma lascia che gli eventi accadano senza opporre troppa resistenza quindi non è un uomo di azione perchè in fondo pensa troppo e in modo poco costruttivo. Penso che le donne melanconiche possano avere un certo fascino, l'uomo di certo no. Ho interpretato questo tuo post in modo molto soggettivo come sempre. Ciao
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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