Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

la memoria dispersa

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« AUTUNNOMALINCONIA »

Paul Verlaine e Arthur Rimbaud

 

Le Coin de table (l'angolo del tavolo) di Henri Fantin-Latour - Verlaine e Rimbaud sono seduti nell'angolo a sinistra

 

I poeti maledetti.

Suona strana questa frase, fa pensare a chissà quale inferno di parole racchiuse nei loro scritti ma per coloro  che non si riconoscevano nella cultura borghese e nel  perbenismo  di una società ipocrita e meschina rappresentava il volo libero, la sottrazione a un mondo falso e beghino che toglieva slancio e  spontaneità al loro spirito  creativo, tanto  che pur alimentandosi  di ogni genere di vizio,   dediti ad alcol e droghe  sapevano incantare con versi  ricchi di suggestioni e musicalità, scevri da qualsiasi  velleità descrittiva, creati unicamente per suggerire percorsi alternativi alla cruda realtà.

Parlo soprattutto di  Verlaine e Rimbaud, così simili e così diversi, così  passionali e così distanti, così  indissolubilmente legati da un amore folle che per entrambi fu la rappresentazione stessa di una  volontà autodistruttrice presente nel loro pensiero prima che nel proprio vissuto.

Verlaine, uomo fragile, incompiuto, facile alla violenza, tendenzialmente omosessuale, Rimbaud, vita difficile sin dall'infanzia,  intellettualmente precoce, poco incline alle regole e alla stabilità e che più di tutti  sposò  la tesi del "poeta veggente"  capace attraverso la  scomposizione dei sensi di pervenire alla visione dell'assoluto anche se tutto ciò richiedeva l'annullamento di sé in una forma di nichilismo  nel quale si rifugiò cancellando in maniera concreta il suo passato a partire proprio da quello di poeta che lo portò lontano dall'Europa e da sé stesso.

"...Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa, ragionata sregolatezza di tutti i sensi. Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di follia; cerca se stesso, esaurisce in se stesso tutti i veleni per serbarne la quintessenza. ineffabile tortura in cui ha bisogno di tutta la fede, di tutta la sovrumana forza, e dove diventa il gran malato, fra tutti, il gran criminale, il gran maledetto, e il Sommo Sapiente! Infatti giunge all'Ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di qualsiasi altro! Giunge all'Ignoto. Egli ha un incarico dall'Umanità, dagli animali anche: dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue scoperte. Se quel che riporta di laggiù ha una forma, dà una forma: se è informe dà l'informe...
e quand'anche, smarrito, finisse col perdere l'intelligenza delle proprie visioni, le avrà pur viste! Che crepi nel suo balzo attraverso le cose inaudite e innominabili: verranno altri orribili lavoratori; cominceranno dagli orizzonti sui quali l'altro si è abbattuto!...

Dopo la fine della sua turbolenta relazione con Verlaine, che durante l'ennesimo litigio gli sparò ferendolo alla mano le loro strade si divisero per sempre.

Verlaine  non riuscì più a recuperare la serenità né sentimentale né professionale, tanto da finire i suoi giorni in  miseria.

Anche per Rimbaud che passò  gran parte degli anni  successivi in Africa trasformandosi da poeta in mercante la vita non fu tenera  e morì giovanissimo a causa di un tumore ad una gamba.

Di  questi due grandi poeti  che  vissero sulla loro pelle lo spleen baudelairiano  per l'intensificazione  di sensazioni forti, dirompenti, fino a rischiare di arrivare al punto di non ritorno restano le tracce delle loro pagine immortali che ancor oggi colpiscono per la freschezza e l'attualità linguistica.


La scelta di inserire alcune poesie dei due grandi poeti anche in lingua originale  è un modo per riuscire ad apprezzare le sfumature e la musicalità dei versi in tutta la loro bellezza.

 

Sensazione


Le sere azzurre d'estate, andrò per i sentieri,

Punzecchiato dal grano, a calpestare erba fina:

Trasognato, ne sentirò la freschezza ai piedi.

Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.


Non parlerò, non penserò a niente:

Ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,

E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro,

Nella Natura, - felice come con una donna.

Marzo 1870 - Arthur Rimbaud


Sensation

Par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers,

Picoté par les blés, fouler l'herbe menue:

Rêveur, j'en sentirai la fraîcheur à mes pieds.

Je laisserai le vent baigner ma tête nue.


Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:

Mais l'amour infini me montera dans l'âme,

Et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien,

Par la Nature, - heureux comme avec une femme.

 Mars 1870  - Arthur Rimbaud 

La mia bohème

(fantasia)

  Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;

E anche il mio cappotto diventava ideale;

Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;

Oh! quanti amori splendidi ho sognato!


I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.

Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo

Rime. La mia locanda era sull'Orsa Maggiore.

- Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru


Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade

In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce

Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;


Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,

Come lire tiravo gli elastici

Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

Arthur Rimbaud


Ma bohème

(fantaisie)

Je m'en allais, les poings dans mes poches crevées ;
Mon paletot aussi devenait idéal :
J'allais sous le ciel, Muse ! et j'étais ton féal ;
Oh ! là là ! que d'amours splendides j'ai rêvées !

Mon unique culotte avait un large trou.
- Petit-Poucet rêveur, j'égrenais dans ma course
Des rimes. Mon auberge était à la Grande-Ourse.
- Mes étoiles au ciel avaient un doux frou-frou

Et je les écoutais, assis au bord des routes,
Ces bons soirs de septembre où je sentais des gouttes
De rosée à mon front, comme un vin de vigueur ;

Où, rimant au milieu des ombres fantastiques,
Comme des lyres, je tirais les élastiques
De mes souliers blessés, un pied près de mon coeur !

Arthur Rimbaud

 

Canzone d'autunno


I lunghi singhiozzi

Dei violini

D'autunno

Mi feriscono il cuore

Con un languore

Monotono


Tutto affannato

E pallido, quando

Rintocca l'ora

Io mi ricordo

Dei giorni antichi

E piango


E me ne vado

Nel vento maligno

Che mi porta

Di qua di là

Simile alla

Foglia morta

Paul Verlaine


Chanson d'automne.

 Les sanglots longs
 Des violons
 De l'automne
 Blessent mon coeur
D'une langueur
  Monotone.

 Tout suffocant
 Et blême, quand
  Sonne l'heure,
 Je me souviens
 Des jours anciens
  Et je pleure,

 Et je m'en vais
 Au vent mauvais
Qui m'emporte
 Deçà, delà,
 Pareil à la
  Feuille morte.



Noi saremo
Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,

talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta

che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?

Nell'amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,

saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,

non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.

Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.

Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l'anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?
Paul Verlaine

Nous serons
N'est-ce pas ? en dépit des sots et des méchants
Qui ne manqueront pas d'envier notre joie,
Nous serons fiers parfois et toujours indulgents

N'est-ce pas ? nous irons, gais et lents, dans la voie
Modeste que nous montre en souriant l'Espoir,
Peu soucieux qu'on nous ignore ou qu'on nous voie.

Isolés dans l'amour ainsi qu'en un bois noir,
Nos deux cœurs, exhalant leur tendresse paisible,
Seront deux rossignols qui chantent dans le soir.

Quant au Monde, qu'il soit envers nous irascible
Ou doux, que nous feront ses gestes ? Il peut bien,
S'il veut, nous caresser ou nous prendre pour cible.

Unis par le plus fort et le plus cher lien,
Et d'ailleurs, possédant l'armure adamantine,
Nous sourirons à tous et n'aurons peur de rien.

Sans nous préoccuper de ce que nous destine
Le Sort, nous marcherons pourtant du même pas,
Et la main dans la main, avec l'âme enfantine
De ceux qui s'aiment sans mélange, n'est-ce pas ?

Paul Verlaine

 

 
 
 
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BURANO 2020

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 

 


Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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