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LA FATA IGNORANTE

Per chi ignora, le colline sono sempre in fiore.

 

Messaggi del 02/05/2024

I. Sapphire, ormai

Post n°1127 pubblicato il 02 Maggio 2024 da EasyTouch

Ormai divenuta pietra preziosa scintillante e luccicante, contro ogni sua precisa volontà e previsione, si apprestava ai suoi soliti compiti obbligati. L'animo affascinante ormai la superava travolgendola: quel giorno la grazia e femminilità innate impallidivano di fronte alla forza e determinazione infuse da un vento proveniente da un altro emisfero, forse da un punto del mondo in cui lei non sospettava di vivere una vita in prima linea. Ormai non le importava più niente. Se mai le fosse mai importato davvero e questa era la domanda che le arrovellava i circuiti cerebrali soprattutto dopo essersi masturbata. Accadeva di rado, come di rado accadeva che si sentisse compresa e presa dentro la sua relazione. Anni a pensare e a credere di essere uscita difettosa dalla fabbrica. Certo, poteva essere, ma quel pensiero che anni addietro la portava a rimedi e pozioni magiche da ingurgitare per guarire, adesso si affacciava come una possibilità, una strada aperta, uno spiraglio che solo lei vedeva, dove tutti vedevano mancanze o, peggio, dove tutti non vedevano proprio un bel niente. 

"E se fosse che quei tutti siano privi di occhi? Non ciechi, proprio deoculati?"   

Questo era il nuovo punto di partenza. Le strade neuronali che si era costruita pazientemente tra lamette e tagli sulla pelle avevano generato un baccello. Il seme rimasto nascosto nella terra umida e buia aveva partorito se stesso in una piccola protuberanza che tendeva alla luce. Ma tutto era ancora celato nel rassicurante umido del terriccio dei compiti quotidiani, nel ruolo di affidabile e presente compagna. Non era un problema, quell'abito ormai sdrucito lo aveva indossato appena nata, sulla pelle fresca e le fibre dure l'avevano ormai levigata fino alle ossa. Era allenata a non sentire dolore e anche a negarlo. La svolta delle nuove strade neuronali però, ormai, era di poter scegliere se sentire e soprattutto per chi sentire. Si voltava a guardare la stanza in disordine mentre contava il tempo che le rimaneva prima di adempiere ad un obbligo scelto, uno dei tre di cui aveva deciso lei, senza alcun sentimento se non quello che dichiarava con ipocrisia. Si voltava e si compiaceva di quanto poco ormai riuscisse a sentire dentro, e di quanto fosse fiera di quel poco rimasto solo per lei, dopo anni di vagabondaggio nelle proprie viscere e pieghe del pensiero. Di quanto niente le importasse più di quel tanto, il tempo di dover adempiere al compito e poi null'altro, non ormai, ma finalmente.

 

 
 
 

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