Creato da eric.trigance il 02/05/2008

L'urlo della civetta

Osservare, descrivere il mondo di oggi...

 

 

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La bella storia di Andrea

Post n°2111 pubblicato il 04 Marzo 2015 da eric.trigance
 

Succede anche nella realtà. Succede anche alle persone comuni. Di scoprire un talento, così, all'improvviso. E di essere colti dalla sorpresa. È successo ad Andrea Caponi che a 29 anni, in un pomeriggio qualunque, ha capito di saper disegnare. E che di questa passione poteva addirittura pensare di viverci. La sua storia somiglia a una fiaba a lieto fine.

Piglio, piccolo paese in provincia di Frosinone scolpito nella pietra di una propaggine del Monte Scalambra, 4 mila abitanti in tutto. Vita tranquilla, amici e studio. Per la precisione Andrea, diplomato al Liceo Scientifico, ha deciso che la sua carriera debba essere nel campo dell'ingegneria. Si iscrive all'Università di Pisa e come ogni studente si dedica agli esercizi.

"A raccontarlo può sembrare incredibile", ci dice il ragazzo, "ancora non ci credo neanche io. Ma è andata esattamente così: ero impegnato in alcuni esercizi di ingegneria e come mi capitava spesso, ho cominciato a disegnare". Per lo più schizzi astratti, (anche perché Andrea non aveva mai studiato disegno) fino a quel pomeriggio di maggio del 2013. "Avevo di fronte la mia amica e le ho fatto un ritratto. Appena ultimato mi sono detto: 'Però! È venuto bene'. E così, ho iniziato a produrre ritratti: uno, due, tre, quattro. Mi piaceva regalarli, mi piaceva vedere il sorriso sul volto dei soggetti ai quali erano dedicati, mi piaceva pensare di farli felici e mi piaceva la loro espressione sorpresa e sentire quella frase semplice, ma così significativa: 'Sono davvero io!".

Erano davvero loro, perché Andrea è bravo. In molti se ne accorgono e cominciano a chiedergli di produrre disegni, questa volta a pagamento. "Fin quando un giorno, un amico mi dice che vorrebbe un dipinto sulla parete di casa. 'Ma io non ho mai preso in mano un pennello!', faccio presente. 'Non importa' mi rassicura 'ti riuscirà bene'".

Mai profezia fu più azzeccata. Perché non solo l'affresco è venuto bene, ma è stato il primo di una lunga serie. Andrea è timido, non si sbilancia: "Mi piacerebbe virare la mia vita in questa direzione, vivere di questa passione: quando ho la matita in mano non penso a niente, non esistono regole, se mi fermassi a capire come faccio non ci riuscirei. Molti mi dicono che forse un posto fisso sarebbe meglio. Ho mandato i cv per posti in cui vengono richiesti ingegneri: nessuno mi ha ancora risposto".

Così Andrea continua a disegnare. Da quel maggio del 2013 è migliorato molto, ha iniziato a studiare l'anatomia dei corpi e le tecniche di pittura (anche se dice: "Seguire le regole, mi fa fare cose brutte"), sta pensando a un libro di favole da editare insieme al suo amico scrittore Giorgio. Chissà se in questo libro c'è posto anche per la sua di favola, la cui morale l'avrete intuita: si può scoprire di avere talento in un giorno qualsiasi di primavera, afferrarlo e assecondarlo e realizzare un sogno che non si credeva neanche di sognare.

 
 
 
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