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SCANDALO BABY PROSTITUTE A ROMA

Dall'ansa: "ragazzine sotto i dodici anni si vendevano per una ricarica telefonica."

La storia delle baby prostitute si sta rivelando ogni giorno che passa sempre di più come la punta di un  Iceberg. Vicenda assurda questa delle baby prostitute ai Parioli, nel bar sotto casa lavorava la mamma aguzzina.

La scarcerazione è ciò a cui puntano i legali degli indagati finiti in cella, quattro uomini presunti sfruttatori, e la mamma di una delle minorenni, i loro avvocati hanno dieci giorni di tempo per presentare una memoria al tribunale del riesame, qualcuno ha già depositato l'istanza per chiederne la libertà o una misura meno afflittiva.

Intanto sarebbe salito a dodici il numero dei clienti indagati a piede libero per aver avuto incontri sessuali con le minori. L'inchiesta mira a dimostrare che c'è chi era disposto a pagare mille o duemila euro per un intera giornata da trascorrere con loro, addirittura consapevoli che queste  non avevano ancora raggiunto la maggiore età. Si era partiti col credere che fosse un caso isolato di sole due ragazzine, ma per quanto riguarda l'indagine di Roma, pare che il fenomeno si stia allargando a macchia d'olio e non sarebbero soltanto le due ragazzine coinvolte.

Intanto anche stamane è partita una denuncia all'Aquila e piano piano emergeranno tutte queste storie in maniera tale che   si potranno affrontare in qualche maniera.

Intervistata una compagna di scuola della più piccola delle baby prostitute, dice: tutto sta nell'educazione che i genitori danno ai propri figli. La cosa che più mi ha sconvolto quando ho saputo di questa cosa è il comportamento mercenario della madre. Posso capire quando non ci si fa...quando non si riesce più a tirare avanti, a portare avanti una famiglia, però non trovo questo il modo di educare i propri figli. Ora la ragazza è rimasta da sola, non potrà più rivedere la madre perché in carcere. Per me sarà stata costretta dalla madre a fare questa cosa e naturalmente se te lo dice tua madre, assumi che sia  giusto farla  questa cosa! Sicuramente se fosse stata in difficoltà penso che avrebbe fatto meglio a toglierla da scuola al mattino, lasciandoche lavorasse e poi potesse studiare alla scuola serale, come capita a tanti."

L'indagine è partita dai messaggi che arrivavano ad una delle due  madri delle ragazzine :" ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti, ti brucio tutti i vestiti, ti ammazzo con le mie mani!"  Questo il tenore dei messaggi che una delle due minorenni inviava alla madre, con cui aveva ormai un rapporto conflittuale e travagliato. E' lei la mamma che denuncia e che permette di far scoppiare il " bubbone"   delle baby squillo. La paura la spinge dai carabinieri il nove agosto scorso, ai militari la donna dice: " mia figlia è cambiata, alcune volte non rientra nemmeno la sera e non so dove stia" poi nel mese di luglio le arrivano due mail  anonime in cui la informano che la figlia fa uso di cocaina che la  compra prostituendosi. E' allora che la mamma "disperata" prende il coraggio a due mani ...fruga nella borsa della figlia e trova duecento euro che lei non le aveva dato. Assolda così un investigatore privato e gli mette a disposizione il traffico telefonico, gli sms e whatsup della figlia. lì  compare la lista dei nomi : Marco, Antonello, Augusto,ecc...  sotto la voce clienti.

Queste sono cose agghiaccianti.

Figli che arrivano a mettere le mani addosso alla madre, a minacciarla.C'è la tendenza ad accettare la  mancanza di rispetto a priori, da parte   di molti genitori, perché si tende a proteggere questi ragazzi cercando di non essere impopolari ai loro occhi.   Quindi già verso gli otto nove anni si lascia correre la "parolaccia" detta al genitore, si abbuonano i comportamenti a disattendere  qualunque forma di regola, si tende piano piano  a dare per normali   dei comportamenti che andrebbero moderati sul nascere. Si sentono sempre più mamme che non sanno come fare, come approcciare nel modo giusto i propri figli , come fare a dirgli di no.

Bisognerebbe reimparare a dirlo questo No!...bisognerebbe che tutti si tornasse a dire no, quando necessario, a quel punto nessuno rischierebbe di passare impopolare agli  occhi del proprio figlio.

Bisognerebbe cercare  di "rinormalizzare" certe cose, ridimensionando il concetto di "libertà" ...ahimè... decisamente esteso oltre certi limiti  e nella pseudo sensazione di autonomia che stiamo dando a questi ragazzi, loro sono convinti di essere ormai capaci di tutto, degli autonomi. Normale è per gli adolescenti rivendicare il proprio diritto ad avere più libertà, nostro dovere quello di saperne moderare la quantità, mettendo il giusto freno. L'accento va sul   compito dei genitori. Questi hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere, nel far percepire qual è lo sviluppo e l'età di sviluppo di un bambino. Purtroppo quello che si percepisce da storie come questa è che gli adolescenti non sentano il corpo come proprio, non avvertono la necessità di rispettarlo bensì quella di vederlo ed utilizzarlo come un mezzo.

Pubblicato da Redazione Radio DgVoice, Susanna.