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IL LEONE DEL DESERTO, IL RE E LA BANDIERA VERDE a cura di David
Post n°798 pubblicato il 27 Aprile 2011 da DgVoice
Sono ispirato e allo stesso tempo scoraggiato di scrivere qualcosa di significativo su un ricco e allo stesso tempo sfortunato paese chiamato Libia. Della Libia sento parlare da quando ero piccolo per il servizio militare di mio nonno durante il Ventennio e sua relativa "diserzione" dovuta a legami di amicizia intessuti con dei berberi; e anche da varie letture e da amici che hanno lavorato a vario titolo in quel meraviglioso "Cassone di Sabbia". Anche vicende personali legati alle mie frequentazioni dell'Ufficio Popolare della Jamahiria di Roma (l'Ambasciata Libica) mi portano a ricordare questo paese... grandi amicizie con grandi persone come l'ex Consigliere Culturale Idris Tayeb Lamin o semplici conoscenze con persone più che stimate che conoscono bene e amano il mio paese come sua Eccellenza il Dr. Shalgam.. ma a tutt'oggi cosa rimane di tutto questo? Ricordo lunghe chiacchierate sulla Libia con Idris, che mi hanno "catechizzato" su questo paese.... i racconti sul suo famoso nonno il quale era vice del Leone del Deserto Omar Mukhtar.... ho ancora un vivo ricordo di quando Idris a metà aprile del '98 mi annunciò, con il suo solito sorrisino, che tra qualche giorno succederà una cosa incredibile... ricordo tre giorni dopo su tutti i telegiornali del mondo scendere da un aereoplanino monomotore Idris insieme a Sgarbi e Niki Grauso per negoziare la liberazione del capocantiere Sarritzu rimasto a "garanzia" per disguidi sull'attività dell'azienda per cui lavorava in Libia in cambio della loro violazione dell'embargo aereo. Quale sarà il futuro loro e il nostro? L'Italia è un paese legato a "doppio filo" con la Libia; del resto quando togliemmo la regione all'Impero Ottomano ai primi anni del '900 l'entità Libia non esisteva, ma fummo noi, riesumando un antico nome romano, a crearla. Il cambiamento sarà difficile per tutti e soprattutto doloroso, ma ormai necessario; dobbiamo però avere occhio che i "ribelli" non siano "contaminati" da elementi poco "democratici" che nella migliore delle ipotesi potrebbero portare la Libia ad una ingovernabilità... Pubblicato da: David,uomodelmonte1970 |
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