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« IL TROTA HA DETTO | LA GIUSTA PUNIZIONE » |
Viviamo un momento in cui le nostre città sono sempre più anonime o meglio siamo noi ad essere e sentirci spesso anonimi tra gli anonimi. Ed ecco che anche un solo cenno di saluto può essere sufficiente a dare una spallata a questo senso di non sentirsi riconosciuti e quindi, in qualche modo, entrare in relazione. Mammà soleva dire che il saluto non si toglie nemmeno ad un nemico. C'è qualcosa di più dietro al saluto che non una semplice forma di educazione, c'è il ri-conoscersi, il sentirsi e far sentire considerati, anche se per qualche decimo di secondo, tanto dura la parola "ciao" piuttosto che "buongiorno" etc. In montagna, ad esempio, quando ci si incontra in qualche sentiero, durante le escursioni, si usa salutare sempre, anche chi non si conosce. Penso che il saluto crei senz'altro un primo basilare "legame", una prima forma di relazione, a volte fine a se stessa, altre volte un ottimo punto di partenza che precederà la forma di relazione che segue, qualunque essa sia. Una specie di "ponte" tra due persone e la loro possibilità di rapportarsi . Molte le forme di saluto da quelle verbali a quelle simboliche o corporee, basti pensare al saluto militare o, ad esempio, al saluto romano. Ci sono poi delle bellissime e tradizionali forme di saluto per ogni zona d'Italia; a Venezia, per esempio, ho sentito spesso usare la parola "bondì" che starebbe per buondì, mentre nelle montagne del bellunese ho sentito salutare con un bel "sani"...che presumo sia un augurio, oppure se c'è chi ne conosce il significato me lo potrebbe spiegare. Io che ho sangue friulano nelle vene come non potrei citare il famoso "mandi"? Mi piacerebbe sapere da Voi il saluto tipico della Vostra zona. Come concludere questo post se non con un bel... BUONGIORNO BELLA GENTE ? |
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Saluto i conoscenti con ciao, salve, buongiorno: dipende dai rapporti.Quando mi trovavo nel leccese,nei paesini, si salutava tutti con un "bonasorte". Dai giovani non l'ho più sentito dire.
Da te e da Antonè ho imparato "namastè" e lo utilizzo tutte le volte che si discute seriamente di un argomento e quando voglio far capire all'interlocutore che lo rispetto profondamente e che sono onorato ad inchinarmi al suo cospetto. Zeldì,la prima volta che lo usai con Mela, si fece un sacco di risate, fraintendendo "na ma stè" dialettale = ci dobbiamo stare, con il "namastè" tuo ,d'Antonè e di Corì. ^__^Namastè^__^