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Post n°1869 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da virginiagrey
ACCADDE OGGI: il 30 gennaio 1948, Mohandas Karamchand Gandhi fu assassinato.
Questo è il link della pagina nella quale potrete leggere alcuni pensieri riguardqnti la dottrina della non violenza: |
Post n°1868 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da stevelacaste
Il 27 scorso si è celebrato la ricorrenza dell'Olocausto, tanto discusso, che si consumò a danno della popolazione ebraica. Ma perchè non si è mai parlato dell'Olocausto che gli americani e gl'inglesi commisero a danno della popolazione civile e militare tedesca? Dopo la fine della seconda guerra mondiale, più di 5 milioni di tedeschi furono fatti prigionieri dalle truppe Usa e Uk, civili e militari, bambini e neonati, donne e anziani, la maggior parte di loro fu per prima internata nei Campi di "IKE"( nomignolo di Dwight David Eisenhower). Eisenhower era esternamente tutto zucchero, ma malefico satanista all'interno, nei campi di concentramento sotto il suo comando si trovarono 3,3 milioni di prigionieri. I famosi campi di "IKE" erano recintati con del filo spinato a doppia copertura, all'aperto e senza alcun tetto sopra la testa dei prigionieri. Erano alla mercè di pioggia, vento, neve, sole e soprattutto alla malizia che serpeggiava negli animi dei soldati che erano di guardia, naturalmente con tanto di baracche e tutti i confort. Dal loro arrivo nei campi, per 6 giorni non ricevettero alcuna assistenza, nè acqua e nè cibo, solo colpi di fucile per chi non riusciva a tenere la calma, ogni tanto per spassarsela sparavano nel mucchio al fine di tenere l'ordine, solo dopo alcune proteste inoltrate da altri ufficiali Usa ormai sdegnati dagli ordini impartiti da Eisenhower, all'ottavo giorno furono infilati degli idranti d'acqua nel recinto, per beffa e malizia le guardie aumentarono la pressione degli idranti, così facendo era praticamente impossibile avvicinarsi agli idranti per bere, alcuni cercarono di fermarli e poter bere un pò d'acqua, le guardie aprirono il fuoco, non furono pochi quelli rimasti uccisi, i loro cadaveri rimasero per giorni nel fango provocato dall'acqua che fuoriusciva dagli idranti, i prigionieri tedeschi dormivano affiancandosi l'un con l'altro per non morire assiderati durante la notte, scavarono fosse con le mani per togliere di mezzo i cadaveri dei loro compatrioti, li spogliarono per recuperare del vestiario che serviva loro per coprirsi alla meglio. Spesso capitava che, essendo i campi sempre più piccoli per i troppi prigionieri ammassati, dormissero sopra gli escrementi congelati, mentre durante la notte venivano abbagliati dai potenti riflettori che le guardie dirigevano verso il recinto, ottenendo, così, che i prigionieri non potessero dormire. Di giorno era impossibile sedersi per terra a causa del terreno umido e freddo così erano costretti a rimanere in piedi. Nonostante fosse arrivato dallo Stato Maggiore USA già da parecchio tempo l'ordine di distribuire viveri e vestiario, Eisenhower ignorò l'ordine e fece bruciare viveri, vestiario e medicine, solo grazie ad alcuni ufficiali si cominciò dopo alcune settimane a spartire una volta al giorno una scodella di zuppa e 100 grammi di pane. I giovani davano la loro razione agli anziani mentre si accontentavano di mangiare la corteccia degli alberi che si trovavano all'interno del recinto. Sfacciatamente Eisenhower negò sempre che nei 200 campi IKE ci fossero donne, bambini, malati ed anziani, solo il Generale Patton ebbe la furbizia di mandare alcuni uomini sotto il suo comando a vedere cosa succedeva in quei famigerati campi sparsi in tutta la Germania, venne così a conoscenza delle barbarie commesse dal Sionista Eisenhower a danno dei prigionieri e contro ogni Convenzione Internazionale, fece rapporto ai Servizi Segreti Militari e precisamente ad un giovane ufficiale, il suo nome era Henry Kissinger, però egli invece di inoltrarlo fece trascorrere alcune settimane. Il generale Patton andò su tutte le furie e in seguito fu lui stesso a denunciare IKE ai sui superiori. Casualmente il Generale Patton morì in un banale incidente. Nei campi di prigionia USA morirono secondo fonti registrate 1,7 milioni di tedeschi, mentre non ci fu nessuna documentazione a riguardo dei restatnti 3 milioni di prigionieri scomparsi. I tedeschi finiti in prigionia sotto l'esercito Usa e Uk dovettero consegnare ogni effetto personale, soprattutto, fedi, anelli, collane, spille ed orologi. Alcuni di loro furono costretti ad avere rapporti sessuali tra maschi sotto gli occhi delle guardie e delle prigioniere donne, dalle memorie di alcune guardie che si rifiutarono di eseguire gli ordini rischiando la propria vita. Le ragazze più carine venivano violentate, finito il fabbisogno le portavano in riva al fiume con la scusa di farle lavare e lasciarle libere, quando cominciarono a correre verso la libertà le guardie americane facevano a gara con le pistole a chi ne colpiva di più. Secondo le stime della Croce Rossa che si basava sulla documentazione degli stessi ufficiali USA e UK, ben 11 milioni di tedeschi non fecero più ritorno alle loro case, contro i 3,3 milioni che ancora oggi viene spacciata per cifra veritiera. Secondo un articolo scritto dal giornalista canadese Peter Worthington nel 1989, per conto del giornale IL SOLE di Ottawa...." è DIFFICILE SFUGGIRE ALLA CONCLUSIONE CHE EISENHOWER ERA UN CRIMINALE DI GUERRA DI PROPORZIONI EPICHE......" Sempre secondo l'autore, leggendo le testimonianze dei sopravissuti, nei Lager americani di Buchenwald esistevano scorte più che sufficenti di cibo, medicinali per la cura dei prigionieri tedeschi, ma vennero deliberatamente negati loro. Molti morirono di cancrena e di assideramento senza che vi fosse fatta alcuna cura. Fonte: Tratto da Stampa Libera -L'Olocausto di Eisenhower.... |
Si chiama Randy il giovane montone di un piccolo centro rurale del Northamptonshire, in Inghilterra, che, sfuggito al macello saltando una staccionata, ha raggiunto una fattoria, dove ha ingravidato ben trenta pecore in poche ore. L'impresa gli ha salvato la vita, facendolo diiventare un'attrazione locale e assicurandogli un futuro da... beato tra le femmine.
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Post n°1866 pubblicato il 29 Gennaio 2012 da virginiagrey
Durante le settimane scorse, c'è stato un susseguirsi di prese di posizioni contrastanti in merito allo spettacolo di Castellucci, rienuto blasfemo da alcuni cristiani. Molto è stato detto sull'argomento, per cui voglio passare oltre. Ma già che gli animi sono ancora bollenti, approfitto di questo spazio e delle persone di provata buona volontà per invitare ad alzare la voce indignata nei riguardi di RAI DUE, che, per risollevare le sorti della rete, ha inserito nel programma 'L'Isola dei Famosi' il divino Otelma, che si trova nel Cayo degli eletti. Mi auguro che il suddetto, con i suoi riti sputtani definitivamente la sua reputazione. Infatti, si sta rendendo ridicolo al pubblico dei telespettatori ed ai suoi compagni di avventura, prodigandosi in riti propiziatori per procacciare il cibo, per non sentire i morsi della fame, sotto gli sguardi beffardi degli altri naufraghi. Non voglio mettere affatto in discussione che questo miserevole spettacolo possa divertire ed alzare gli indici di ascolto, perché ciò che mi preoccupa e che veramente deve impensierire la Chiesa è che si conceda spazio a squallori del genere, che, oltre ad essere di dubbio gusto, incentivano alla pratica magica.
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Adesso dirò qualcosa leggermente in controtendenza con la massa. Parlando di ambiente ma tenendo un occhio aperto alla realtà che ci circonda non si può far a meno di pensare a quel movimento dei forconi che sta mettendo a dura prova la Sicilia. Tra i motivi delle proteste, ieri anche i pescatori, l'aumento del costo del carburante che incide poi sui prezzi e quindi danneggia il consumatore finale. Ci sono accise messe dal governo per finanziare vecchie campagne di guerra. Ce ne sono altre che invece servono per finanziare opere e strutture danneggiate dalle alluvioni. Infine ce ne sono altre solo per fare cassa. Molto spesso si fanno paragoni con i prezzi del carburante in altri paesi dove l'assenza delle accise rende il prodotto economico. Cosa vuol dire un carburante a prezzi bassi? Inflazione bassa certo, ma anche una ripercussione sull'ambiente. Come per l'acqua, dove il consumo e il tentativo di evitare sprechi è regolato anche attraverso una giusta tariffa, a mio giudizio alcune accise sono sacrosante per evitare un consumo scriteriato di combustibili, senza pensare all'Ambiente. Mi spiego: più la tariffa è alta maggiore è l'oculatezza della gente al risparmio. Certo sarebbe bello inserire il discorso sulle accise della benzina e sul risparmio del carburante, in un piano che preveda trasporti alternativi delle merci (treno per esempio) o l'incetivazione di carburanti alternativi al petrolio. Chissà se la crisi e l'aumento della benzina stessa porteranno tutti, politici e consumatori, ad una nuova presa di coscienza? Amoon |
Post n°1864 pubblicato il 25 Gennaio 2012 da virginiagrey
Davvero non mi stupisce l'insorgere di buoni e zelanti cristiani, che stanno criticando aspramente. e poco cristianamente, Antonio Socci, perché ha espresso il proprio parere riguardo lo spettacolo di Castellicci, da alcuni cristiani ritenuto blasfemo. Di seguito, allego l'articolo di Socci; ma prima desidero esprimere la mia opinione in merito a questa vicenda, che vede divisi e schierati i cattolici. Che lo spettacolo di Castellucci sia o meno blasfemo, non mi interessa più di tanto, perché il vero problema ora si è spostato sull'atteggiamento intransigente di buona parte dei fedeli cristiani. Lo zelo, l'osservanza stretta delle buone regole, l'indignazione che scatta istantanea davanti ad un'informazione non curata ci fanno comprendere quanto lontani siamo dall'accoglienza, dall'amore fraterno che Gesù chiede con costanza a tutti noi.
Mi viene in mente quel gruppo di quattro comici, di cui non ricordo il nome, che si presentavano in abbigliamento démodé, bruttini e sfigati, che con il loro "Grazie, Signore, grazie!" cantilenavano le loro sfortune. E' QUESTO IL VERO VOLTO DEL CRISTIANO? E' PER QUESTE MISERIE CHE GESU' SI E' DONATO A NOI? Giovanni Paolo II è stato una meteora, con il suo vocione potente, la sua forza spirituale che lo ha sorretto quando quella fisica lo ha lasciato a terra? Ho a che fare quotidinamente con fratelli che voltano lo sguardo dall'altra parte quando parlano con un divorziato, con comunità che si stringono nel caldo dei loro cenacoli, con parroci che impallidiscono quando propongo loro di tenere aperte le chiese per un'intera fine settimana, per pregare uniti; che restano senza fiato quando dico loro che è ora che i cristiani si facciano sentire e vedere per quelli che realmente sono: uniti, sorridenti e pieni di gioia anche e soprattutto nella sofferenza. Mi provocano letteralmente malessere le processioni, dove la pia donna di turno canta a squarciagola; mi viene voglia di scappare quando, a Messa, i canti sono letteralmente violentati e le omelie diventano occasione per sbirciare nei telefonini. Sono stanca di sacerdoti pavidi. Sono stanca di cattolici che timbrano il cartellino. Sono stanca di sentirmi rispondere che siamo umani. Siamo umani, ma la nostra anima non lo è! Gabriella
DAL BLOG DI ANTONIO SOCCI La mia risposta sul caso Castellucci (con un invito ada andare a leggere nel sito della CHiesa Francese) Ci sono cattolici ragionevoli e seriamente preoccupati che hanno scritto sul “caso Castellucci” e pure che hanno inviato mail a me. Con costoro credo si possa convenire che c’è stato un colossale malinteso: in quella pièce teatrale non c’è nessun lancio di escrementi sacrilego. Secondo me dovrebbe bastare questo a mettere fine alla bagarre. Ma ci sono anche alcuni fanatici, che in certi casi sembrano francamente confusi dall’astio, talora dall’odio, e che mi scrivono insulti (complimenti: che bel cristianesimo!). Costoro sembrano quasi dispiaciuti dalla scoperta che nella pièce di Castellucci non c’è nessun lancio di escrementi sull’immagine di Cristo di Antonello da Messina. Non se ne danno pace, sembrano smaniare perché quel “lancio” ci sia e siccome hanno bisogno di un Nemico da “bruciare” per avere un’identità (mentre la vera identità cristiana non si fonda su un Nemico, ma su un avvenimento, un avvenimento di misericordia), non riconoscono di essersi sbagliati chiedendo scusa. Tanto meno tacciono, mettendo fine alla baraonda. No. Cercano altri pretesti per “bruciare” il Nemico, demonizzato addirittura fino a essere chiamato “satanista”. Io credo che sia questa la vera caricatura del cristianesimo. Una caricatura grottesca, mostruosa. Proprio una eventuale corsa dietro ai fondamentalismi di altre religioni – questa sì, davvero – rischierebbe di sporcare il Volto santo di Gesù. Lo dico come cordiale e fraterno invito alla riflessione anche per quei buoni cattolici che in questi giorni credono, con la loro “indignazione” per Castellucci, di manifestare un sacro zelo verso il Volto del nostro Redentore… Oltretutto si tratta di un’operazione che rischia di avere un connotato politico. Quindi attenti alle strumentalizzazioni… Allora, poiché ci sono varie persone in buona fede che hanno abbracciato questa battaglia (questa fatwa) o che sono disorientate, che ritengono Gesù una loro proprietà (e non capiscono che Egli si dona ad ogni uomo e attrae a sé ogni uomo per un suo cammino personale) vorrei proporre un contributo autorevole di riflessione sul lavoro di Castellucci (cosa che in Italia non è stata fatta da nessuno). Lo si può trovare – udite udite – sul sito della Chiesa francese. Perché lo spettacolo di Castellucci è andato in scena per la prima volta in Francia e sia il quotidiano cattolico La Croix che Radio Notre Dame (con diversi vescovi) hanno giudicato con molto interesse questa pièce teatrale. Di fronte agli attacchi di fanatici, incapaci di rapportarsi alla cultura contemporanea con un giudizio cristiano, il vescovo di Poitiers, Monsignor Pascal Wintzer, Presidente dell’Osservatorio fede e cultura della Conferenza episcopale francese, ha scritto un bel saggio intitolato “A propos du spectacle de Romeo Castellucci ‘Sur le concept du visage du Fils de Dieu’ “. Ecco il link Come vedete è il sito della “Eglise catholique” francese. Per chi non conosce il francese consiglio di farselo tradurre. Serve a capire e quindi a giudicare. Il fatto che alcuni “giornalisti cattolici”, invece di andare a cercare qui (nel sito della Chiesa francese che ebbe a che fare con le prime rappresentazioni della pièce di Castellucci) si siano messi a cercare come inquisitori – e rilanciare – dei brani di Castellucci da interpretare malevolmente, stravolgendone il senso (e senza mai pubblicare i bellissimi testi suoi che avrebbero fatto capire il suo retroterra) la dice lunga sulla mala fede di questa operazione. Tesa non a cercare la verità, ma a fabbricare il Nemico, il Satana! Un’operazione che potrebbe essere fatta persino sul poema sacro di Dante – dove ci sono bestemmie e c’è pure la “merda” – e addirittura sulla Sacra Scrittura che abbonda di brani “scandalosi” e contiene espressioni blasfeme. Qui, per chi non saprà tradurre tutto il saggio, mi permetto di mettere in italiano solo un brano di mons. Wintzer e il bellissimo pensiero di papa Benedetto XVI che egli cita. Il vescovo scrive: “Piuttosto che all’invettiva e alla condanna, è ad un lavoro che noi (cristiani) siamo chiamati, lavoro attraverso cui ciascuno si prende il tempo di comprendere chi è l’altro e cosa intende dire. Il dialogo è un lavoro dello spirito e del cuore. Esso è improntato alla modestia. E’ ascolto benevolo. E’ parola che orienta verso il vero e il bello. Ripone la sua gioia nella ricerca condivisa della verità. Il dialogo esclude sia la confusione (delle identità, nda), sia il disprezzo dell’altro. Ci invita a uscire dalla semplificazione secondo cui gli artisti sono dei provocatori, dei bestemmiatori. Ci chiama a prenderci il tempo di interrogarli o semplicemente di leggere ciò che dicono delle loro opere. Una religione senza cultura diventa una religione senza curiosità e anche senza intelligenza”. E ora vi traduco il brano di Benedetto XVI citato dal vescovo. E’ tratto dal suo discorso agli artisti, riuniti nella Cappella Sistina il 21 novembre 2009: “Una funzione essenziale della vera bellezza, infatti, già evidenziata da Platone, consiste nel comunicare all’uomo una salutare ‘scossa’, che lo fa uscire da se stesso, lo strappa alla rassegnazione, all’accomodamento del quotidiano, lo fa anche soffrire, come un dardo che lo ferisce, ma proprio in questo modo lo ‘risveglia’ aprendogli nuovamente gli occhi del cuore e della mente, mettendogli le ali, sospingendolo verso l’alto. L’espressione di Dostoevskij che sto per citare è senz’altro ardita e paradossale, ma invita a riflettere: ‘L’umanità può vivere – egli dice – senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui’. Gli fa eco il pittore Georges Braque: ‘L’arte è fatta per turbare, mentre la scienza rassicura’. La bellezza colpisce, ma proprio così richiama l’uomo al suo destino ultimo, lo rimette in marcia, lo riempie di nuova speranza, gli dona il coraggio di vivere fino in fondo il dono unico dell’esistenza”. Facendo tesoro di questo giudizio del Pontefice io credo – come Giuseppe Frangi – che sia veramente bello che finalmente (grazie alla pièce di Castellucci) sia riportato al centro della scena il Volto di Gesù e il dramma del dolore umano e la sua implorazione davanti al Salvatore del mondo. Mi pare che quello del vescovo, responsabile della Conferenza episcopale francese per “fede e cultura”, sia l’unico giudizio meditato da parte del Magistero sul lavoro di Castellucci (infatti la lettera del monsignore della Segreteria di Stato, strumentalizzata da certuni, è una lettera di cortesia che cita il Papa solo riguardo a un criterio generale, non al caso specifico. E così pure fa il cardinale Scola). Spero di aver dato un contributo al chiarimento. Per quanto riguarda le veglie di preghiera “di riparazione” vanno sempre bene e sono preziose: magari però sarebbe bene “riparare” in riferimento ai nostri peccati (che sporcano il volto di Cristo), prima dei peccati altrui. Per non essere come gli scribi e i farisei che amavano puntare il dito sugli altri e battere il pugno sul petto altrui anziché sul proprio. A questa “gente perbene”, “sommi sacerdoti e anziani”, Gesù – scandalizzandoli – diceva: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio” (Mt 21, 31). Antonio Socci |
Post n°1863 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da virginiagrey
Gli amici bloggers di vecchia data mi conoscono: sono al corrente delle mie quotidiane disfatte in cucina. Conoscono il Povero Piero, il marito che da tanti anni si rovina il fegato con i miei manicaretti. I nuovi amici non sanno nulla dell'Anticuoca, che ha aperto questo blog tre anni fa, in un momento di noia. Il blog ha conosciuto la gloria, al punto di diventare gold quando si è trasformato in Il Rotocalco, che sfornava quotidianamente rubriche di vari interessi, dalla cucina - non la mia, ovviamente - all'attualità, passando per il bricolage, l'arte, la poesia ed altro. Poi, si sa, i blog collettivi sono difficili da gestire: basta una virgola sbagliata in un messaggio, ed il contenuto viene travisato. La vita di un blog segue una traccia segnata: esordio, exploit, crisi esistenziale, cui segue la chiusura o il languore. A volte, si rinnova, e riesce a risalire la china. Nel mio caso, più di una volta ho interotto per qualche tempo e ripreso, come si fa nei ritorni di fiamma. Non conosco l'epilogo: probabilmente, come già annunciato più volte, non cancellerò mai il blog, perché è parte di me. Fine della spiegazione, che ha voluto introdurvi a ciò che voglio scrivervi. Oggi vi parlerò dell'Anticuoca e della sua ultima prodezza: la pasta al forno. DICHIARO SOLENNEMENTE CHE TUTTO CIO' CHE VERRA' SCRITTO CORRISPONDE ALLA SACROSANTA VERITA'. I PERSONAGGI DELLA STORIA SONO REALI, ED OGNI RIFERIMENTO A FATTI ECC. E' INTENZIONALMENTE VOLUTA. Lunedì mattina: non ho nulla nel frigo. Domenica abbiamo dato fondo alla dispensa, che in casa mia langue costantemente. In un disperato e delirante slancio di creatività, che ha visto tempi migliori - per il peggio non c'è mai fine - prendo due svizzere brune, nel senso di ossidate perché le avevo lasciate in frigo senza protezione dall'aria, l'ultimo spicchio di aglio, mezzo scalogno, e schiaffo il tutto nel pentolino, dove ho messo dell'olio - poco poco. Ho aggiunto una carotona tritata quasi fine, quasi grossa. Ho aggiunto due peperoncini, noce moscata, cannella. Dopo un po', assaggio: la bocca di un mangiafuoco è più fresca della mia in questo momento... Alle undici, cuocio la pasta: mi porto avanti... Preparo una besciamella con pochisimo burro, un po' di olio, farina a casaccio... gasp, me ne cascano due mestoli. Con le mani, scottandomi, ne tolgo la metà. Butto latte freddo: la farina si raggruma. Frullo il tutto, fino ad ottenere una colla da parati. Agiungo noce moscata, che credo sia scaduta, perché è troppo scura e non sa di noce moscata. Starnutisco, e capisco che è pepe... un cucchiaio colmo di pepe. Aggiungo zucchero ed acqua, perché ho finito il latte e la besciamella è troppo densa. La pasta è cotta: gasp! Dovevo scolarla al dente! Pazienza... Il sugo, fatto senza pomodoro né concentrato perché non ne ho, è pronto. Metto besciamella e ragù nella pentola della pasta e amalgamo il tutto. Con questo miscuglio, condisco le tagliatelle, che metto in forno. Sono le 11,30. Si mangia alle 13,00. Ma qualcuno mi aveva deto che la pasta al forno deve riposare... Alle 13,00, il Povero Piero piomba in cucina, con le bave alla bocca: è disposto a tutto, pur di mangiare qualcosa! Gli porgo il piatto... Quando preparoo la porzione, la crosticina finisce nelfondo del piatto, e allora passo il tutto al grill del microonde, col risultato che non si gratina nulla, ma in compenso si cuoceva ancora di più la pasta. Gurdo Piero e dico: 'Tesooorooo, mi sono ricordata all'improvviso che devo inviare una mail urgentissima! Cip Cip...' E fuggo, da rea vigliacca. S'ode all'improvviso un urlo straziante e disumano: '"Acquaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
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Post n°1862 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da virginiagrey
Tanto di cappello ai morbosi che stanno approdando all'Isola del Giglio per scattare le foto di quella enorme bara che è diventata la nave da crociera Costa Concordia. Mentre i media si contendono le notizie e giocano a dadi sull'identità della misteriosa donna che ha prelevato iL pc del comandante Schettino; mentre piombano ombre sul cosiddetto eroe De Falco - eroe perché ha detto: 'Salga a bordo, cazzo' (sic!) -; mentre c'è chi pensa già ad un film, seraficamente i turisti del macabro girano per l'isola, indifferenti al dolore di chi sta perdendo le speranze di ritrovare in vita i propri cari. Resto sempre più incredula davanti alla morbosità dell'uomo. Mi chiedo se queste persone pensino alla morte terribile cui sono andati incontro hanno subito quei passeggeri, a causa di una leggerezza, a causa del ritardo di un SOS. Chiedo a quelle persone se avrebbero piacere, se fossero al posto dei parenti delle vittime, che qualcuno andasse a scattare foto e ad allungare il collo per vedere meglio. Poco cristianamente e molto umanamente, non mi dispiacerebbe vedere qualcuno di questi disgraziati cadere in acqua... Altro non posso aggiungere, se non un mio riverito... Kiss my ass... Ma non è l'unico episodio di turismo macabro. Abbiamo forse dimenticato il 'pellegrinaggio' alla casa di Sara Scazzi?
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Post n°1861 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da virginiagrey
RIPORTO DI SEGUITO GLI ULTIMI ARTICOLI DI SOCCI DAL SUO BLOG 'LO STRANIERO', IN MERITO ALLO SPETTACOLO DI ROMEO CASTELLUCCI, CONSIDERATO BLASFEMO: MA QUALE BLASFEMIA? QUELLA DI CASTELLUCCI, Caro Romeo Castellucci, “L’indicibile dolcezza dello sguardo di Cristo”… Mi ha folgorato questa frase nella lettera che lei ha scritto giorni fa, per spiegare la sua pièce teatrale che è intitolata “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio” e che racconta la malattia e il crollo fisico e morale di un vecchio padre. Visto il tono personale e appassionato della sua lettera, le scrivo non come giornalista o scrittore cattolico, ma anzitutto come padre di Caterina, inchiodata, nel fiore della sua giovinezza, su una croce terribile e più insopportabile della vecchiaia. Ogni giorno e ogni notte io ripeto il grido drammatico e struggente che anche lei, caro Castellucci, nella sua opera, lancia al Salvatore. E ogni giorno io mi sorprendo a scoprire nel volto luminoso e bellissimo di mia figlia la risposta viva del Salvatore, l’aurora di un giorno di felicità. Quello che ci sta accadendo – pur nel dolore – meraviglia me per primo. Non è un assioma ideologico quello che vorrei testimoniarle, ma è un miracolo, fatto di carne, di occhi, di dolcezza (anche di pianti), che si rinnova ogni mattina. Mi piacerebbe regalarle il libro sulla cui copertina sta il volto di mia figlia che io immagino di fronte alla gigantografia del volto di Cristo di Antonello da Messina che lei ha riprodotto sulla scena della sua pièce. Perché nella bellezza di lei rifulge la Bellezza che è Lui. Vorrei parlare con lei della miseria della nostra condizione di uomini e del bisogno che abbiamo di un Salvatore che redima anche la nostra povera carne malata. Perché mi commuove quell’ “ossessione” di Cristo che traspare dalla sua lettera dove cita il salmo 88: “Dio, non nascondermi il tuo volto!”. Che è il mio grido di ogni mattina, di ogni sera e di ogni notte. Ma il chiasso distratto di cui vivono i mass media mi costringe anche a dar conto di una polemica mediatica sulla sua pièce: una polemica che ha il merito di rivelarci molte cose, sia sui cattolici che sui laici. Riassumo per i nostri lettori. Nelle scorse settimane è circolata l’informazione che in una scena di questa pièce vi fosse un sacrilego e derisorio lancio di escrementi contro un grande ritratto di Gesù Cristo. Siccome siamo purtroppo abituati ad artistucoli mediocri che cercano di farsi pubblicità con trovate blasfeme contro la fede cristiana, alcuni cattolici hanno pensato che questo fosse l’ennesimo caso. E hanno manifestato la propria indignazione. E’ dunque cominciato il solito teatrino allestito dai media: i cosiddetti “fondamentalisti” che denunciano l’atto sacrilego e i banali, superficiali “laicisti” che gridano allo scandalo per una presunta “censura” fondamentalista. Nessuno che desideri approfondire e capire di cosa stiamo parlando. C’è un’attenuante – secondo me – per i cattolici. Perché ormai da troppo tempo subiscono l’umiliazione e il dileggio di ciò che hanno di più sacro, che è anzitutto il crocifisso e l’amore di Dio (mentre tanti cristiani nel mondo vengono massacrati fisicamente per la loro fede). Una “cultura laica” che non sa rispettare neanche la sacralità della sofferenza e dell’amore è veramente una fetecchia ridicola e noiosa. Che – lei sì – opera una continua censura (censura delle vere domande dell’uomo e del suo bisogno di salvezza). Tuttavia la posizione dei cattolici che protestano rischia di essere solo reattiva (reazionaria), alla fine funzionale al circo mediatico. Specie in questo caso in cui nessuno ha visto la pièce teatrale contestata: si rischia di gettar via – come squallido sberleffo anticristiano – un’opera che invece si interroga ansiosamente sul mistero del dolore e su Gesù e mette in scena un grido al Salvatore molto vicino alla bestemmia (come lo sono certi passi della Bibbia del resto), ma anche alla preghiera. Castellucci infatti, nella sua lettera, nega con parole indignate che vi sia quel gesto derisorio: “Devo denunciare qui le intollerabili menzogne circa il fatto che si getterebbero feci sul ritratto di Gesù. Che idea! Niente di più falso, di cattivo, di tendenzioso. Chi afferma queste cose gravissime risponderà alla propria coscienza di avere offeso –lui si – con questa immagine rivoltante il volto di Gesù”. Non c’è motivo per non credergli. Possiamo dunque prendere atto che c’è stato uno spiacevolissimo malinteso e parlare finalmente dell’opera. Naturalmente io non so come e quanto la pièce teatrale riesca a dar forma artistica alle cose bellissime che lei, Castellucci scrive nella sua lettera. Potrebbe pure non essere all’altezza. Anche un’intuizione geniale potrebbe poi avere una formulazione artistica mediocre o brutta o incomprensibile. O peggio ancora intellettualistica, “mancusiana”. Per questo mi piacerebbe vedere lo spettacolo. Di certo c’è che i cristiani non possono essere indifferenti a questa ossessione di Cristo che permea la cultura moderna. Come dice mons. Negri, se la Chiesa non parla di questo, di cosa parla? Saper cogliere il bisogno del Salvatore anche nel grido disperato di un artista è stato il genio di don Giussani, che non a caso ha fatto scoprire il cristianesimo a una generazione che non lo conosceva partendo da Leopardi, il poeta che – secondo le classificazioni ideologiche che ci imprigionano – dovrebbe essere ritenuto “ateo, sensista e materialista”. Mentre per don Giussani esprimeva nel modo più potente le domande vere dell’uomo e l’intuizione profetica dell’incarnazione del Salvatore. E don Giussani accanto a Leopardi citava Pavese, Camus e pure Pasolini. Oltretutto proprio il teatro Parenti – dove andrà in scena la pièce di Castellucci – è stato il teatro di Giovanni Testori, un grandissimo scrittore e drammaturgo la cui conversione è passata prima attraverso la disperazione e la bestemmia. E non a caso anche lui – uno dei pochi intellettuali italiani liberi e veri, non prigionieri di una maschera – è approdato all’incontro con don Giussani. Pure Testori per tutta la vita fu ossessionato da Cristo e in una sua poesia, ripensando al tempo della sua lontananza dalla fede, scriveva, rivolto al Salvatore: “T’ho amato con pietà/ Con furia T’ho adorato./ T’ho violato, sconciato,/ bestemmiato./ Tutto puoi dire di me/ Tranne che T’ho evitato”. Mi auguro che la sua opera, caro Castellucci, ricordi il paesaggio testoriano, turgido di vita, di luce e tenebre, come i dipinti di Caravaggio. E non cada nel frigido e fasullo intellettualismo “mancusiano”, che tradirebbe la sua intuizione originaria. La sua lettera, a dire il vero, fa ben sperare. Vorrei riprenderne qualche passo per i lettori. Lei scrive: “Questo spettacolo è una riflessione sul decadimento della bellezza, sul mistero della fine… Per questo spettacolo ho scelto il dipinto di Antonello a causa dello sguardo di Gesù che è in grado di fissare direttamente negli occhi ciascuno spettatore con una dolcezza indicibile. Lo spettatore guarda lo svolgersi della scena ma è a sua volta continuamente guardato dal volto. Il Figlio dell’uomo, messo a nudo dagli uomini, mette a nudo noi, ora”. E ancora: “Questo spettacolo mostra, nel suo finale, dell’inchiostro nero di china che emana dal ritratto del Cristo come da una sorgente. E’ tutto l’inchiostro delle sacre scritture, qui pare sciogliersi di colpo, rivelando un’icona ulteriore: un luogo vuoto fatto per noi, che ci interroga come una domanda”. Alla fine infatti “la tela del dipinto si lacera” e appare “una scritta di luce: ‘Tu sei il mio pastore’. E’ la celebre frase del salmo 23. Ma ecco che si può intravedere un’altra piccola parola che si insinua tra le altre, dipinta e quasi inintelligibile: un ‘non’, in modo tale che l’intera frase si possa leggere nel seguente modo: Tu ‘non’ sei il mio pastore. La frase di Davide si trasforma così per un attimo nel dubbio. Tu sei o non sei il mio Pastore?”. E questa è preghiera. Significa: Signore, sono disperato, salvami! Spargi il tuo sangue per guarire anche me! Antonio Socci Da “Libero”, 20 gennaio 2012
UN BELLISSIMO ARTICOLO DI GIUSEPPE FRANGI: "PERCHE' DIFENDO LO SPETTACOLO DI CASTELLUCCI (ANCHE SENZA AVERLO VISTO) Non ho visto lo spettacolo di Romeo Castellucci ma ho una grande curiosità e desiderio di andarlo a vedere. Ho curiosità di tornare in quel teatro dove 30 anni fa gli spettacoli stupendi di Testori avevano sollevato molto e per certi versi, analogo, scalpore. E’ lì che avevo imparato come il cristianesimo non si palesi sempre con buone maniere. E che anzi spesso chi lo prende di petto ne rende una testimonianza più vera. E quindi più viva. È uno di quei volti che “colpisce per sempre”. Di più: non è un volto di un Gesù di Passione ma è un Gesù Salvatore che domina in dimensioni gigantesche e straordinariamente suggestive tutta la scena. Non è un volto che determina percorsi predefiniti. È un volto che lascia liberi. Ma il suo porsi come volto è il suo primo modo di irrompere sulla scena della storia. “Questo Cristo interroga come un’immagine vivente e certamente divide e dividerà ancora”, ha detto Romeo Castellucci. “Nella figura del figlio attraverso i suoi tentativi di pulire il suo padre malato, si riconosce la lunga storia dei profeti della Bibbia che tentano di risollevare il popolo di Israele smarrito nei suoi peccati”, ha scritto il domenicano Therry Hubert, dopo aver visto lo spettacolo a Parigi. E da parte sua il regista precisa: “Vorrei solo far combaciare due forme apparentemente lontane: la scatologia (la decadenza del corpo umano) e l’escatologia (il volto di Cristo). Tutto questo in modo degno”. Come tentativo non mi sembra da poco… Quel volto non è lontano, è vicino, presente ma resta comunque misterioso: nelle immagini si scorgono anche dei gesti che indicano un istintivo abbandono, quasi un aderire senza pretese. Con una didascalia cupa, da scommessa persa. “Non è il mio pastore”, sancisce l’autore. Non è una “bella” conclusione. Ma da qui a vederne una soluzione blasfema ce ne corre…
Giuseppe Frangi
Da http://robedachiodi.associazionetestori.it Per chi non lo conoscesse Giuseppe Frangi, attualmente direttore di “Vita”, è stato il mio direttore al “Sabato”. Ma di quel giornale, che ha rappresentato una straordinaria ventata di intelligenza cristiana negli anni Ottanta e Novanta, Giuseppe è stato anche la colonna, il cuore e la mente. La stessa intelligenza cristiana (cioè mente e cuore cristiani) rifulge infatti in questo suo articolo. Dio sa quanto ce n’è bisogno in tempi come questi, in cui se ne vede così poca (di intelligenza cristiana), ma così poca, ma così poca, ma così poca che sembra quasi inesistente…. |
Post n°1860 pubblicato il 16 Gennaio 2012 da virginiagrey
... E ORA E' SOTTO LA DITTATURA SIMIL-SOVIETICA DEL "POLITICALLY CORRECT" DOMINATA DA UNA TECNOCRAZIA ANTIDEMOCRATICA E (ECONOMICAMENTE) FALLIMENTARE DAL BLOG DI ANTONIO SOCCI Eravamo da sempre il Paese più europeista. Fino a un anno fa. In dodici mesi la fiducia degli italiani nell’Unione europea è precipitata. Secondo l’ultimo rilevamento dell’Ipsos ha perso addirittura 21 punti percentuali (passando dal 74 per cento al 53).
Un crollo che dovrebbe far riflettere i politici e soprattutto le tecnocrazie europee a cui gli italiani sono sempre più ostili.
Anche perché il crollo della fiducia degli italiani non è un fatto emotivo passeggero, né uno stato d’animo superficiale. Al contrario. Il loro europeismo era a prova di bomba.
UN ESPERIMENTO FOLLE
Hanno accettato di fare sacrifici per entrare nella moneta unica, hanno accettato perfino di farsi spennare da un cambio lira/euro estremamente penalizzante e poi hanno subito – senza fiatare – il sostanziale raddoppio di tutti i prezzi con l’inizio dell’euro (un impoverimento di massa).
La loro fiducia è crollata solo davanti alla scoperta che la sospirata “moneta unica” – che tanto ci era costata – realizzata in quel modo (senza una banca centrale e un governo come referenti ultimi) era una trovata assurda e fallimentare di tecnocrazie incompetenti e arroganti.
Grazie a questo incredibile esperimento, l’Italia – un Paese solvibilissimo e che ha la sesta economia del pianeta – sta ora rischiando il fallimento (del tutto ingiustificato visti i suoi fondamentali).
Quello che gli italiani ignorano è che tale disastro era stato previsto. E pure che la china antidemocratica che l’Ue sta imboccando da venti anni a questa parte era evidente ed era stata denunciata.
L’affievolimento della democrazia e dei diritti individuali, la dittatura del “politically correct”, è qualcosa a cui purtroppo facciamo meno caso – come si vede in queste settimane in Italia – ma è perfino più grave del fallimento politico ed economico della Ue.
UNA VOCE PROFETICA
Una delle voci nel deserto che videro in anticipo è quella di un eroico dissidente russo, Vladimir Bukovsky, uno così temerario e indomabile che già a venti anni era inviso al regime comunista sovietico il quale lo rinchiuse nei manicomi politici e nel gulag, torturandolo (infine – pur di disfarsene – lo cacciò via nel 1976 in cambio della liberazione in Cile del leader comunista Luis Corvalan).
Ebbene, Bukovsky, in una conferenza nell’ottobre del 2000, riportata di recente su “Italia oggi”, se n’era uscito con affermazioni che sembrarono allora esagerate, che forse lo sono, ma che – alla luce degli ultimi eventi – rischiano di essere semplicemente profetiche.
Non mi riferisco solo a eventi come il commissariamento dell’Italia e della Grecia e il tentato commissariamento (in corso) dell’Ungheria, ma anche alle cessioni di sovranità dei diversi stati mai sottoposte ai referendum popolari o alle “bocciature” di tali cessioni (nei referendum o nei parlamenti) che sono state sostanzialmente ignorate.
“Per quasi 50 anni” disse Bukovsky “abbiamo vissuto un grande pericolo sotto dell’Unione Sovietica, un paese aggressore che voleva imporre il suo modello politico a tutto il mondo. Diverse volte nella mia vita ho visto per puro miracolo sventare il sogno dell’Urss. Poi abbiamo visto la bestia contorcersi e morire davanti ai nostri occhi. Ma invece di esserne felici, siamo andati a crearci un altro mostro. Questo nuovo mostro è straordinariamente simile a quello che abbiamo appena seppellito”.
Si riferiva all’Unione europea. Argomentava:
“Chi governava l’Urss? Quindici persone, non elette, che si sceglievano fra di loro. Chi governa l’Ue? Venti persone non elette che si scelgono fra di loro”.
Bisogna riconoscere che oggi abbiamo addirittura governi non eletti (come quello italiano) con un programma dettato dalla Bce.
Diceva ancora Bukovsky:
“Come fu creata l’Urss? Soprattutto con la forza militare, ma anche costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. Come si sta creando l’Ue? Costringendo le repubbliche a unirsi con la minaccia finanziaria, facendo loro paura economicamente. Per la politica ufficiale dell’Urss le nazioni non esistevano, esistevano solo i ‘cittadini sovietici’. L’Ue non vuole le nazioni, vuole solo i cosiddetti ‘europei’. In teoria, ogni repubblica dell’Urss aveva il diritto di secessione. In pratica, non esisteva alcuna procedura che consentisse di uscirne. Nessuno ha mai detto che non si può uscire dall’Europa. Ma se qualcuno dovesse cercare di uscirne, troverà che non è prevista nessuna procedura”.
Bukovsky arrivava fino a giudizi pesantissimi, sicuramente esagerati, ma chi ha subito ciò che lui ha subito in difesa della libertà di coscienza ha tutto il diritto di essere ipersensibile a ogni violazione della libertà di pensiero e dei diritti individuali:
“L’Urss aveva i gulag. L’Ue” aggiungeva Bukovsky “non ha dei gulag che si vedono, non c’è una persecuzione tangibile. Ma nonostante l’ideologia della sinistra di oggi sia ‘soft’, l’effetto è lo stesso: ci sono i gulag intellettuali. Gli oppositori sono completamente isolati e marchiati come degli intoccabili sociali. Sono messi a tacere, gli si impedisce di pubblicare, di fare carriera universitaria ecc. Questo è il loro modo di trattare con i dissidenti”.
Un’esagerazione certamente, ma è la sua stessa vicenda personale a far riflettere sulla libertà del pensiero e della cultura in Europa occidentale.
DITTATURA POLITICALLY CORRECT
Quanti in Italia conoscono Vladimir Bukovsky, il leggendario dissidente, l’eroico difensore della libertà di coscienza?
Eravamo pochissimi isolati che nei primi anni Settanta ne seguivamo le peripezie (nei manicomi politici e nei lager): i miei coetanei – specie quelli che oggi pontificano dai giornali come giornalisti, opinionisti e intellettuali – avevano come loro mito i vari Mao, Fidel Castro e perfino Stalin.
Oggi molti di loro – dopo essersi autoassolti – impartiscono lezioni di liberaldemocrazia dai mass media, ma senza mai aver fatto un vero “mea culpa”, infatti continuano a cantare in coro. E continuano ad avere in gran dispetto le voci libere come Bukovsky.
Il motivo semplice. Perché mette sotto accusa le élite culturali europee (e anche quelle politiche). Perché è un uomo che – dopo aver sfidato il Kgb e la cappa di piombo del regime sovietico – ha sfidato la cappa di piombo del conformismo “politically correct” occidentale.
E’ uno che nei suoi libri scrive: “Il comunismo è una malattia della cultura e dell’intelletto… Le élite occidentali penso non capissero l’universalità di quel male, la sua natura internazionale e quindi il carattere universale della sua pericolosità”.
La sua ha continuato ad essere una voce scomoda e isolata perché – dopo il crollo delle feroci nomenclature comuniste – non ha chiesto vendetta, ma ha pure rifiutato che si autoassolvessero e restassero al potere.
Ha scritto in un suo libro: “Noi siamo pronti a perdonare i colpevoli, ma loro non devono assolversi da sé”.
E’ chiaro perché uno così, in un paese come l’Italia, è sconosciuto e continua ad essere una voce silenziata. Infatti quante volte è stato fatto parlare in tv o sui giornali italiani?
Parla in Gran Bretagna, in America… Ma in Italia è una voce silenziata. Quali case editrici hanno pubblicato i suoi libri? Prendiamo il volume che ha scritto, dopo il crollo dell’Urss, quando poté tornare a Mosca e pubblicare i documenti degli archivi del Cremlino: chi ha tradotto quel libro in Italia? La piccolissima editrice Spirali. Infatti “Gli archivi segreti di Mosca” è pressoché sconosciuto e ben pochi ne han parlato sui giornali. Eppure riguardava anche noi italiani. ALLARME Voci profetiche come quella di Bukovsky devono far riflettere soprattutto in un Paese come il nostro dove ha sempre scarseggiato la sensibilità per i diritti dell’individuo e ha sempre abbondato il conformismo culturale, la prevaricazione delle nomenklature e quella dello stato. L’allarme del dissidente russo sull’Europa ci riguarda e ci deve far riflettere. Oggi più che mai. Ma ancora una volta sono poche le voci sensibili all’allarme sulla libertà.
Antonio Socci Da “Libero”, 15 gennaio 2012 |
Post n°1859 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da virginiagrey
CARISSIMI AMICI INIZIAMO DOMANI 15 GENNAIO FINO AL 24 GIORNO LA NOVENA IN RIPARAZIONE DELLO SPETTACOLO BLASFEMO DI MILANO - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - - Atto di Riparazione - Preghiere di Santa Teresa - Litanie - |
Carlo Cimbri, amministratore delegato Unipol, il 31 Ottobre è stato condannato in primo grado a tre anni e sette mesi di reclusione per aggiotaggio nella scalata illegale del 2005 alla BNL (quella famosa scalata dei furbetti). Il vicepresidente delle Generali Gaetano Caltagirone, pure lui condannato a tre anni e sei mesi nel processo BNL. Hanno avuto problemi in azienda? La carriera in forse? Macchè! Salvi e beati nei loro prestigiosissimi posti, l'ha stabilito il nuovo regolamento sui REQUISITI DI ONORABILITA'. Può sembrare incredibile, ma fino a ieri queste norme non c'erano. Tre governi hanno impiegato 6 anni a venire a capo di un testo. E quando, finalmente, il decreto è stato messo nero su bianco, tutto s'è risolto in un MAGICO COLPO DI SPUGNA come è stato definito dal "Corriere della Sera". La legge, pubblicata il 9 gennaio sulla Gazzetta Ufficiale (in vigore dal 24 gennaio) è l'ultimo regalo del ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, dimessosi con l'intero governo Berlusconi il giorno dopo la firma il 12 novembre. Il via libera alle nuove norme è stato dato, però, più o meno una settimana dopo con il visto della Guardasigilli On. Severino. La Severino, notissimo avvocato, ha tra i suoi più importanti clienti....guarda caso Gaetano Caltagirone, forse il principale beneficiario delle nuove norme. C'E' UN CONFLITTO D'INTERESSI, quindi, TRA LA SEVERINO MINISTRO e la SEVERINO AVVOCATO!!!! Tanto più che il decreto è stato licenziato giusto in tempo per togliere d'imbarazzo il vicepresidente delle Generali. Qualche data per renderci conto di come vengono SALVATI certi personaggi (settore assicurativo-bancario): 31 Ottobre - viene emessa la sentenza di condanna di primo grado 11 Novembre - magicamente Romani estrae da un cassetto le norme impolverate sull'onorabilità Subito dopo il 16 Novembre - le norme vengono VISTATE dalla Severino. Che con tocco magico fa si che tali NORME NON SIANO RETROATTIVE, quindi, i manager in carica non hanno nulla a temere e possono concludere il loro mandato senza il rischio di essere sospesi. SUCCEDE ANCHE AL CITTADINO NORMALE? Fonte: Il Fatto Quotidiano del 12/01/12 |
Post n°1857 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da virginiagrey
DAL BLOG DI diglilaverità
MANIFESTAZIONI DI PROTESTA (non violenta) e RECITA DEL SANTO ROSARIO martedì 24 gennaio 2012, ore 19:30 * – 22.30 per la “prima” dello spettacolo blasfemo e sabato 28 gennaio 2012 dalle ore 19:00 *(per il volantino si veda qui) davanti al Teatro F. Parenti via Pier Lombardo, 14 (zona corso Lodi) Milano |
Post n°1856 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da virginiagrey
Mi domando, e non sono la sola, come mai quando si trati di tutelare i diritti dei cristianim nessuno si faccia avanti, cattolici per primi. La discriminazione e la persecuzionedel popolo di Cristo non avvengono aoltanto attraverso veri e propri massacri, dei quali si fanno laconiche e frettolose menzioni, ma si applica soprattutto attraverso continuo stillicidi nel quotidiano.
Pubblico due esempi, tratti dal blog di diglilaverità . Leggeteli con attenzione, per favore, e fate buon uso del discernimento. Grazie.
In Gran Bretagna, è in atto una vera e propria caccia alle streghe contro chiunque possa anche vagamente apparire in odore di omofobia. Come riporta Gianfranco Amato in corrispondenzaromana.it:
Il secondo punto che desideravo mettere in rilievo è già stato trattato dall'amico diflilaverità, nel precedente post. Non vi sono commenti da fare: più eloquente di così... |
Post n°1855 pubblicato il 12 Gennaio 2012 da diglilaverita
AVVISO: PROPONGO PREGHIERE DI RIPARAZIONE AL SANTO VOLTO, SPERANDO CHE LO SPIRITO SANTO ILLUMINI I RESPONSABILI DI QUESTE OFFESE |
"Adesso mi toccherà saltare il pasto, bere la tisana, andare a letto con un cuscino in più. Buuu buaa." Ho talmente tormentato mio marito, detto il povero Piero, per tutta la settimana, che finalmente mi ha portato al ristorante di domenica. Noi due siamo dei bastian contrari. Non facciamo code l'estate, non andiamo in ferie d'agosto, non compriamo le pastine la domenica mattina ecc. Ma, avendo a disposizione questa domenica, grazie alla provvidenziale presenza di un'amica che si è offerta di fare compagnia a mia madre, dopo otto mesi in cui mai siamo potuti uscire insieme, ho chiesto ed ottenuto di fare un po' come tutti. Per prima cosa, al risveglio avevo un po' di raffreddore, e già qui mi è venuta la luna storta. "Guarda che io oggi non cucino!" - Come se lo facessi sempre!- "Guarda che io per tutta la settimana ti ho sempre lasciato la casa in ordine ed il piatto sul tavolo!" - Sì, lo hai detto: il piatto... e basta!- "Guarda che io vado in taverna per tutto il giorno!" - Mi hai già fatto venire il mal di testa. - "Tu hai sempre il mal di testa quando dobbiamo fare qualcosa insieme, mai quando devi andare alla partita!" Per Grazia del Cielo, l'illuminazione mi ha colpita (AHIA!) ed ho capito che stavo un pochino (ma proprio pochino pochino) andando fuori del seminato. Alle 12,30 siamo, alla fine, usciti di casa, per recarci al nostro ristorante preferito, che si trova sui Colli Euganei. Arriviamo senza alcuno starnuto, nel giro di un quarto d'ora. Ecco, lo sapevo - dice il maritone - non c'è parcheggio, addirittura con 5 pullman sono venuti! Se adesso ci servono male, metto una X sul ristorante.- "Guarda che se è un ristorante come si deve, vedrai che ce la faranno. Vorrà dire che sarà la prova del nove. E' facile venire qui il mercoledì a mezzogiorno, dove in pratica ci siamo solo noi, e in una mezz'ora abbiamo già terminato di mangiare!" TRA PARENTESI, NON VI SEMBRO UN PO' - MA POCHINO POCHINO - PETULANTE E MAESTRINA? Sta di fatto, che tutto è andato benissimo. Dalla "nostra" saletta sentivamo un brusio crescente, prodotto dai donatori dell'AVIS che erano arrivati con i famosi 5 pullman, gente allegra con tanta voglia di divertirsi e di farsi qualche bicchiere in più, con la scusa che il vino fa sangue. Comunque, il servizio è stato così amorevole e sollecito, che ci siamo trovati veramente bene. Piero ha preso un antipasto a base di gamberetti e polenta, una zuppa alla Nizzarda, insalatina ed ananas fresca. Purtroppo, io non ho resistito alle prelibatezze, e mi sono sbaffata, nell'ordine: una quindicina di crostini alla cipolla per ingannare l'attesa ed i morsi della fame salmone di propria affumicatura con crostini e burro un tortino al formaggio e uova che ti si scioglieva sulle labbra, nemmeno in bocca baccalà con porcini in salsa di cavolfiori insalata mista patate arrostite morbide morbide verdura cotta con pancetta prosecco ananas al grand marnier Alla verdura cotta, il mio umore stava già mutando, come il colore del mio incarnato, solitamente pallido. Umore grigio, viso rosso scarlatto. Pentimento atroce per aver fatto rifornimento di sale e grassi saturi. IHI IH IHIHIHI !! Il mio stile di vita, buuuaaa. Le mie cosette fatte per bene (non è vero niente, faccio solo un po' di scena, in realtà mangio come uno scaricatore di porto...) Meno male che avevo indossato i pantaloni a vita bassa, ed un giacchino svasato. In macchina, mentre Piero mi parlava di non so che ed io gli rispondevo a monosillabi, mi stavo addormentando. Ho fatto in tempo ad infilarmi un pigiama e a tuffarmi nel divano, con la Audrey e la Tiffany si sono messe a farmi da cusino. Ho acceso la tv, non so cosa stessero trasmettendo , e mi sono addormentata, con relativi russamento e bava ala bocca. GROAN. Domenica normale, come volevo io. Ma quali lacrime di coccodrillo? Mi è passato anche il raffreddore!
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Il Portale Libero annuncia che in Francia si è suicidato un ragazzo in diretta. La sua fidanzata è stata testimone del gesto. Domenica, 8 gennaio 2012 - 11:10:11 "Stava parlando con la sua ragazza attraverso una webcam, quando ha impugnata un fucile da caccia e si è tolto la vita. Protagonista di questa drammatica e assurda storia è un ragazzo di 16 anni che viveva a Cabrai, nel nord della Francia. Secondo le prime ricostruzioni delle autorità che stanno indagando sulla vicenda, alla base del folle gesto ci sarebbe un litigio con la sua fidanzata, che ha cercato invano di fermarlo. Il giovane aveva più volte minacciato di suicidarsi. "La sua ragazza ha cercato di fermarlo ma il gesto è stato molto veloce", hanno detto gli inquirenti, mentre la famiglia del ragazzo, che era in casa e ha sentito lo sparo, non ha potuto fare niente per salvarlo. L'arma, un fucile da 12 millimetri, era in possesso dei genitori ed era registrato, come richiesto dalla legge francese sulle armi.
Si parlerà del male di questa società, che non non dà sicurezza, del gap generazionale, della caduta dei valori. Dopo una settimana, per farla lunga, la curiosità, o meglio la morbosità, si sposterà su un'altra vicenda, magari più succulenta, che farà lavorare i mass media e farà scrivere qualche manuale di analisi ed istruzioni sul mal di vivere. Un giorno, il nostro prof di scienze ci chiese cosa regolasse la crescita demografica. Io risposi: "Le guerre." Altri avevano detto: "Le malattie.", ma questa risposta era sbagliata. La guerra che sottilmente, come una mano nera sta afferrando la vita nostra e soprattutto dei nostri ragazzi per trascinarla nei sotterranei ha un nome, che immagino nessuno abbia voglia di sentire. Abbiamo mandato Dio in cantina, in nome della libertà. Le lotte per la parità dei sessi, per i diritti umani si sono mescolate alla falsa libertà, che vuole l'uomo progressivamente privato della speranza. Una volta si moriva per la Patria, ora si muore perché si ha il vuoto dentro. La rivoluzione sessuale, anziché regalare alla coppia l'intimità gioiosa e il rispetto, ha portato allo scambismo, ai rapporti ambigui, nei quali la dignità della persona - maschio e femmina - è annullata. Siamo davvero diventati un popolo libero e felice? Da una parte, il comunismo ha schiacciato la volontà umana, dall'altra il capitalismo ha spinto al bisogno di possedere a tutti i costi. Il mondo sta facendo SPLAT... Il male è sempre esistito, e non credo a chi dice che si stava meglio quando si stava peggio; semplicemente le notizie e i modelli non si diffondevano con la velocità attuale. La globalizzazione ci vuole fatti con lo stampino. E questa la chiamate libertà? Anch'io, da ragazza, mi definivo una donna libera. Mi ci sono voluti altri vent'anni di errori e sofferenze per capire che la libertà non è un paio di calze a rete o la sigaretta in bocca, o poter uscire la sera. La libertà è il rispetto che una persona ha di sé stessa e del suo prossimo. Oggi dobbiamo a tutti i costi essere politicamente corretti. Mi sta bene non toccare Caino, Dio ama tutti i figli suoi, ma non mi sta bene quando questo diventa un atteggiamento da seguire perché tutti lo fanno. Di contro, poiché sempre in meno lo fanno, è ridicolo seguire nostro Signore. Per carità! Roba vecchia! Per carità! Cos'è quel cadaverino su quei due pezzi di legno, che turba i bambini? I bambini non sono turbati dai mostri di Halloween, ma da un Dio - l'unico fra tutte le religioni - che per Amore si è fatto uomo, nascendo fra gli olezzi di una stalla, è vissuto nell'anonimato per trent'anni ed è morto sulla croce, la fine umiliante riservata ai malfattori, prendendo su di Sé tutti i mali del passato, del presente e del futuro. Scusate se non è abbastanza. Siamo un popolo che vuole negarsi la speranza, ed affida la propria felicità e sicurezza alla magia, inConsapevole che basta un piccolo 'giro di carte' per creare un legame con l'occulto. E dopo liberarsene è davvero difficile. La colpa, in fondo, è di noi cristiani, che voltiamo la faccia dall'altra parte e, come gli Apostoli nel Getsemani, neghiamo l'evidenza. Apparteniamo ad una ritualità, non facciamo nostra la FEDE, non la viviamo. Non ne siamo i vivi testimoni. I veri cristiani non sono paolidi, ma sono felici anche nelle tragedie e nella malattia, perchéla malattia non è un disordine, conme aferma la filosofia orientale, ma al contrario può essere Grazie per sé e per gli altri. E' ovvio che, umanamente, è meglio stare bene che stare male, anche perché Dio ci vuole gioiosi anche su questa terra. Dimentichiamo quei cristiani che si sono fatti divorare dalle belve, cavare gli occhi, crocifiggere a testa in giù, decapitare, squartare per un Amore talmente grande da farli andare incontro non ad una morte atroce, ma alla Vita gloriosa. Non sono favole del passato: a chi si riempie la bocca di preti grassi, ricchi e pedofini, voglio ricordare la schiera di religiosi, religiose, missionari laici, consacrati e sacerdoti che ogni notte, ogni giorno sono realmente al servizio dei miseri. Abbiamo santi oggi come non mai, a riprova che dopo più di duemila anni Cristo è vivo. I Maya sono morti, Confucio è morto, il Buddha è morto, Maometto è morto... Gesù è vivo. E qualcuno non vuole che si sappia in giro. Vi dico una novità: se veramente vogliamo essere contro corrente, smettiamo di bestemmiare e rivolgiamo gli occhi al Cielo. Il vero cristiano è in continuo cammino. Ogni giorno lotta con la sua natura - non contro - non per mortificare il corpo, come qualcuno vuole farci credere, ma per liberare lo spirito. Essere cristiani è difficilissimo, soprattutto perché abbiamo puntati addosso gli occhi di tutti, e appena qualcuno sbaglia, si fa d'ogni erba un fascio. In nome di Dio, della fede e della religione sono stati commessi enormi errori e crimini. Giovanni Paolo II è stato il primo a chiedere perdono. Il tuo popolo è in cammino, Signore. Per fortuna, Tu non sei uomo, e la pensi diversamente da noi. Ci ami così tanto, da essere sempre pronto ad accoglierci, dimenticando il male commesso, se Ti chiediamo perdono. Sei forte, Papà! Davvero abbiamo a disposizione un tesoro inestimabile!
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"Cari figli, mentre con materna preoccupazione guardo nei vostri cuori, vedo in essi dolore e sofferenza; vedo un passato ferito e una ricerca continua; vedo i miei figli che desiderano essere felici, ma non sanno come. Apritevi al Padre. Questa è la via alla felicità, la via per la quale io desidero guidarvi. Dio Padre non lascia mai soli i suoi figli e soprattutto non nel dolore e nella disperazione. Quando lo comprenderete ed accetterete sarete felici. La vostra ricerca si concluderà. Amerete e non avrete timore. La vostra vita sarà la speranza e la verità che è mio Figlio. Vi ringrazio. Vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto. Non dovete giudicare, perché tutti saranno giudicati".
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DAL VANGELO DI GESU' CRISTO, SECONDO MATTEO 2,1-12
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Inviato da: Vince198
il 06/02/2024 alle 17:45
Inviato da: Vince198
il 26/05/2022 alle 09:00
Inviato da: Vince198
il 20/09/2021 alle 18:18
Inviato da: virginiagrey
il 11/12/2019 alle 12:06
Inviato da: Vince198
il 11/12/2019 alle 01:11