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Post n°319 pubblicato il 09 Settembre 2013 da Butturfly66
 
Foto di Butturfly66

 

Viaggiare con la mente oltre che con gli occhi, permette di notare angoli di paradiso all’ oscuro dei più…. Io ieri, ho fatto un viaggio a ritroso nel tempo, nella mia città d’origine…. Essa ha vissuto e vive di cultura, è abbarbicata su un altopiano, sotto il monte Ortobene che ospita la famosa statua del Redentore, patrono della città che intorno alla fine di agosto ne celebra la festività. Non è mai stata popolosa e si differenzia dal resto dell'Isola, perché ha conservato al suo interno la parte più antica e vera del popolo sardo…. Ha subito le influenze esterne, cercando di controbattere al potere dello Stato anche con la forza, ma anche dando i natali e personaggi come Sebastiano Satta e Grazia Deledda. Per me, che ci ho vissuto da bambina rappresentava il modello di città evoluta, ma a ben vedere oggi posso solo dire che era un grande paesone…. Ricordo che da piccola potevo muovermi nel rione senza problemi, le macchine allora erano poche e le abitazioni non erano dei palazzi come oggi, per cui si viveva molto per strada…. Non vi erano pericoli ed i vicini ti controllavano da lontano…. Malgrado il suo isolamento, la cultura e l'amore sempre avuto dai suoi cittadini per lo studio, contribuiva a renderla molto aristocratica…. Si dice, che le donne barbaricine fossero tra le più belle dell'isola sia per la loro innata eleganza, sia per l’austerità del portamento, evidenziata nell’indossarne il costume…. Ricordo che la mia nonna paterna non ha mai indossato nient’altro, portando il fazzoletto annodato sulla testa quando usciva di casa o andava a messa, che all’ occorrenza diventava un turbante per permetterle di portare in testa il canestro con i panni da lavare al fiume…. Magari a voi parrà strano, ma da piccola per me era normale vederlo fare…. Il profumo che aleggiava in città io lo riconoscevo come quello di paese, per cui legato ai profumi del pane fatto in casa e dalle fascine di legna appena raccolta…. Il centro della città chiamato corso, era quello in cui si trovavano la maggior parte dei negozi e ruotava intorno alla parte vecchia, chiamato rione di Santu Pedru. Li nel suo interno, si percorrono strade e viuzze strette, con le case basse dalle finestre in legno ed  i davanzali pullulanti di fiori…. La casa dove visse Sebastiano Satta affacciava su una piccola piazza, in cui ci si ritrovava per giocare…. Vicino c'era il vecchio carcere, in cui mi raccontavano vennero detenuti i famosi latitanti del banditismo barbaricino, che tanto sangue seminò, a cavallo dell ottocento e metà del novecento…. Ho sempre amato la storia (decisamente molto più della geografia in cui pecco) e tutto ciò che ha riguardato la storia del banditismo, diciamo che ha avuto (mio malgrado) origine proprio al centro dell isola, per cui intorno alla città…. Ho cercato di capirne le ragioni, arrivando alla conclusione che l'essere stati terra di conquista, ha reso il mio popolo diffidente e per certi versi insofferente…. Anche Grazia Deledda nei suoi racconti, ha portato a conoscenza la vita che a quei tempi era prevalentemente agropastorale, di conseguenza molto chiusa e restia al cambiamento sociale…. Ho avuto modo più volte di visitarne la casa natia, anch’essa dimorata nella parte antica e qualche anno fa, vi ho portato anche i miei figli, a finche  vedessero come si viveva poco più di mezzo secolo addietro…. Di sicuro ciò che colpisce, è lo stile semplice e umile con cui lei è cresciuta e seppure in qualche modo, facesse trasparire la rabbia per la vita che aveva vissuto, l amore per la sua terra e la  sua gente era innegabile… Se doveste per caso trovarvi a passare per la città, andate a visitare la sua casa e se poi siete curiosi di sapere dov’è sepolta, non dovete far altro che dirigervi alla Solitudine dove all’interno di una piccolissima chiesetta, immersa nel verde ai piedi del monte Ortobene, lei riposa….Per mangiare vi sono alcuni ristoranti, in cui vi verrà servito su “pane frattau” (una sorta di lasagna fatta con il pane carasau) il classico e rinomato porcetto sardo al forno (dall inconfondibile aroma di mirto) e la seadas, un dolce di formaggio fritto e addolcito dal miele locale. I sapori ed i profumi, vi accompagneranno anche dopo la vostra partenza e sono certa che, quando vi lascerete alle spalle la piccola cittadina, non potrete che pensare che è come se aveste fatto un tuffo indietro nella storia…..

 

 
 
 
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Un blog di: Butturfly66
Data di creazione: 23/01/2010
 

 

 

 

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