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Il Sud Terra di Conquista

Post n°551 pubblicato il 04 Marzo 2010 da luger2

di Michele Luongo

 Il Meridione ha reso per secoli importante la voce dell’esportazione, primeggiando nella coltivazione del grano, dei vigneti, della canna da zucchero, dell’olivo, della seta; quindi dell’industria manifatturiera, della concia delle pelli, e non meno importante quella alimentare, ancor prima dell’Unità d’Italia.
Questa meravigliosa terra, ha avuto un solo torto: una classe politica non sempre all’altezza che ha curato, anteponendo a tutto, il proprio interesse, inducendo nella popolazione meridionale un’attesa senza fine.

Un atteggiamento di comodo che ha permesso non pochi egoismi. Ciò ha contribuito non poco alla più facile scelta di uno stereotipato giudizio svalutativo del Mezzogiorno.

Di fatti mentre il Nord è proiettato ad un rapido sviluppo economico ed industriale, il sud Italia è legato a concezioni storiche oramai superate. Invece il Sud lotta per ” le briciole” , è soppresso con violenza ( lotta al brigantaggio, conquiste delle terre) e gli si aumenta le tasse che vanno al nord, contribuendo ad arricchire quella parte del paese, impegnato nello sviluppo industriale, anche, ironia della sorte, con le rimesse dei ” figli del Sud”, già costretti all’emigrazione.

Al Sud incominciano gli scioperi agrari. Il governo manda truppe e promulga leggi marziali. Nel 1940 – 1944 ci si trova ancora a lottare per le occupazione delle terre ( promesse mai mantenute sin dall’unità d’Italia).

Nel 1950 è istituita la Cassa per il mezzogiorno, e la normalità diventa straordinarietà, ma solo per intrecci di dubbio interesse sociale e contribuire al malcostume di dipingere la gente meridionale come gente assistita.

Oggi in presenza di una percentuale a due cifre di disoccupazione e di emigrazione non vi è ancora alcuna risposta. Si continua a promettere.

A Nord, invece, c’è una forte richiesta di manodopera, in particolare nel Nord/Est dove non pochi imprenditori hanno già dato corso ad investimenti nell’Est Europa.

Qualcosa, è evidente, non è chiaro.

C’è da domandarsi, allora: perché i grandi industriali del Nord, non investono al sud? Perché a questa terra gli si prospetta ancora una volta come soluzione l’emigrazione?

Tutto ciò comporta una disgregazione sociale che si pagherà nel tempo!

Non è forse vero che il Sud ha un forte ritardo nella pianificazione strutturale del territorio, che il fattore della criminalità nello sviluppo economico ( non si parla d’altro dall’unità d’Italia) non interessa a nessuno e per smuovere questi ostacoli ci si è lasciati in fiumi di parole che hanno ingrossato solo altri interessi?

Come dimenticare che per decenni i vari governi hanno tenuto parte di quei luoghi privi di uomini e di mezzi, lasciando parte del territorio a condizioni di extra legalità, facendo mancare quel comune diritto della protezione pubblica?

E’ facile speculare con superficiale disinvoltura sull’immagine del Sud. Giova ricordare che il ruolo del Mezzogiorno in più fasi della storia è stato di primaria importanza per la nazione.
E’ da decenni che il Sud dalla classe politica nazionale è visto sempre meno come luogo di progetti e sempre più terreno di conquista per un immediato consenso perché così è stato voluto dal sistema politico italiano.

Il Sud è una terra in crescita non è quella della stantia immagine pittoresca di qualche film o di una colorita stampa, ha nuovo vigore. Potrà essere ancora una volta il motore di una forte idealità collettiva nazionale, si lascia ogni convivenza umana. http://www.viacialdini.it"><img src="http://www.viacialdini.it/wp-content/uploads/2009/09/Logoviacialdini1.jpg"></a>

 
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