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ONORE E DIGNITA’

Post n°499 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da luger2

Così il poeta napoletano Ferdinando Russo ha cantato l'eroismo della Regina Maria Sofia di Borbone nella lirica:

O' surdato 'e Gaeta

"E ' a Riggina! Signò! … Quant'era bella!
E che core teneva! E che maniere!
Mo na bona parola 'a sentinella,
mo na strignuta 'e mana a l'artigliere…
Steva sempre cu nui! … Muntava nsella
Currenno e ncuraggianno, juorne e sere,
mo ccà, mo llà … V''o ggiuro nnanz' 'e sante!
Nn'èramo nnammurate tuttequante!
Cu chillo cappellino 'a cacciatora,
vui qua' Riggina! Chella era na Fata!
E t'era buonaùrio e t'era sora,
quanno cchiù scassiava 'a cannunata!…
Era capace 'e se fermà pe n'ora,
e dispenzava buglie 'e ciucculata…
Ire ferito? E t'asciuttava 'a faccia…
Cadiva muorto? Te teneva 'mbraccia…".

Gaeta e altri baluardi della resistenza borbonica furono espugnati solo con la truce violenza e resteranno per sempre nella Storia dei Borboni delle Due Sicilie, nella Storia degli italiani e nella Storia in sé  come momenti ricchi di gloria, dignità e onore. La coppia reale a Gaeta (Francesco II di Borbone aveva in quel momento 25 anni, Maria Sofia solo 19) diede degnissimo spettacolo di sé, uno spettacolo fatto di amore, abnegazione, devozione, onore e dignità, senso del dovere e della patria, ma anche di serenità e di affetto per i propri soldati. Fra le lacrime dei soldati e degli ufficiali inginocchiati e della popolazione, mentre stringevano le mani a tutti, senza distinzione, fra le lacrime e i sorrisi, Francesco II e Maria Sofia salparono per Roma. I Borboni mostrarono tutto il loro orgoglio e tutta la loro dignità di Meridionali fino alla fine, sugli spalti di Gaeta, comportandosi da eroi e combattendo giorno e notte sotto il fuoco violento ed incessante degli invasori piemontesi. Volevano difendere, fino alla fine, 126 anni di una storia gloriosa e splendida, 126 anni di storia e soprattutto di civiltà borbonica. In molti si arricchirono con l’Unità d’Italia, i Borbone no. Francesco II, il piccolo Francesco, o Franceschiello, come lo chiamavano affettuosamente andò via dal suo Regno, senza portare via neanche un soldo suo. Il re Borbone andò via dal suo amato popolo con la speranza di evitare ulteriori massacri di innocenti da parte dei conquistatori piemontesi.

Lo Stato italiano non gli restituì mai (e non lo ha fatto fino ad oggi) i beni che appartenevano alla sua famiglia.

I sovrani borbonici erano soliti esprimersi correntemente in perfetto dialetto partenopeo. Scrive P.K. O’Clery: “Per introdurre criteri di economia nelle finanze, Ferdinando II ridusse di molto il proprio appannaggio, abolì diversi uffici inutili e molte delle prerogative reali. Semplificò le procedure nelle Corti di giustizia e, allorquando viaggiava per il Regno, proibiva alle municipalità di farvi preparativi costosi per la sua venuta, accettando l’ospitalità di qualche residente, o prendendo dimora in qualche locanda di un villaggio o in un convento francescano. Non c’è da stupirsi che fosse un sovrano popolare.” 

Un pensierino mi passa adesso per la mente: “Come si comportano oggi i nostri cari, anzi carissimi parlamentari e amministratori (pardon disamministratori)? Sono economici? Sono democratici? Pensano al benessere del popolo?”- Direi proprio di no; c’è un abisso enorme tra i Borboni e i politici attuali. Noi popolo del Sud abbiamo tutti i sacrosanti motivi e diritti di amministrarci in modo autonomo e indipendente, staccandoci una buona volta dallo Stato italiano e soprattutto dai Nordisti. Il Nord ci ha sempre sfruttato, depredato e bistrattato. La calunnia continua anche oggi con l’imposizione delle celebrazioni dell’infame risorgimento”. Ormai molti stanno aprendo gli occhi sulle verità storiche. Che se lo celebrino loro, i nordisti, quel tipo di “risorgimento”. Altro che “Padri della Patria” furono Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Cavour e Mazzini; per noi del Sud furono dei veri criminali, autentici carnefici, una cosca mafiosa, peggio dei nazisti, considerando le umiliazioni, le fucilazioni e le deportazioni di massa di tanti innocenti meridionali nei terribili lager piemontesi dei Savoia; inoltre moltissimi partenopei furono eliminati in modo orrendo nella calce viva per non lasciare tracce. La domanda sorge spontanea: "Chi sono allora i veri barbari, i veri briganti, i veri mafiosi?"- Tali operazioni di pulizia etnica mi fanno venire in mente altre tragedie simili avvenute circa 100 anni dopo: l'olocausto ebraico, la guerra civile, il dramma degli esuli e le foibe. Ma allora si tratta proprio di un vizio, il solito tremendo vizio dei nordisti di voler distorcere la verità con un illogico oscurantismo storico e culturale. (I soliti corsi e ricorsi storici quando si parla dei vinti e dei vincitori; purtroppo è sempre la solita assurda e infame storia falsata).

  A tal proposito, riporto a confronto alcuni simpatici aneddoti del Re Borbone:

Nel 1852 il re Ferdinando II fece un giro d’ispezione per il regno e in una sosta il valletto Galizia gli portò per pranzo due polli ma senza pane. “Non fa nulla” disse il monarca e mandò un ufficiale a prendere due “pani”. Il pane giunse, ma il re, notando che il principino ereditario mangiava solo il pollo, esclamò: “Né, Ciccì, tu magni senza pane?”- Franceschiello si lagnò che era duro e muffito. Gli replicò il burbero padre: “Magnatello, e l’avarissi siempe, ‘o magnano i surdati che sono meglio ‘e nuje!”-

Giunto a Bagnara il re volle scendere nell’unica locanda; la moglie del proprietario gli offerse le più belle lenzuola che avesse, ma lui protestò: “Questa non è la biancheria che dai a tutti i passeggeri, no, no, io voglio roba ordinaria, devi trattarmi come tutti gli altri!”-

Arrivato a Messina fu accolto dalla popolazione con un fremente entusiasmo, la folla staccò i cavalli della carrozza per trascinarla a mano nelle vie della città; un dipendente delle finanze, certo Grosso, salito sul predellino, vi si teneva aggrappato urlando: “Viva l’eroe delle Due Sicilie!”. Il re domandò chi fosse ed esclamò: “Quanto è fesso!”.

Che altro dire! Questa è vera Democrazia! A confronto si possono elencare tantissime autentiche schifezze fatte sotto il regno sabaudo e  sotto l’attuale repubblica. Ne cito solo qualcuna: Il “risarcimento” di parecchi milioni di euro chiesto dai Savoia al governo italiano e i tantissimi sprechi di danaro pubblico fatto continuamente dai nostri cari attuali disamministratori. In realtà è il Meridione d'Italia che dovrebbe chiedere alla famiglia dei Savoia il risarcimento per i tantissimi danni subiti e non viceversa. La verità è che noi meridionali siamo stati massacrati per anni e poi abbiamo pure dovuto subire una storia completamente falsata, con la favola del cosiddetto "Risorgimento".  

Dopo i Borbone, dal 1861 ai giorni nostri, con la monarchia dei Savoia e la Repubblica, c’è stato il buio assoluto nel più completo decadimento culturale, economico e politico fino al colmo della Monnezza attuale.

Noi del Sud abbiamo i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra dignità, la nostra storia, la nostra cultura da difendere, da valorizzare, da rispettare, da celebrare e soprattutto abbiamo la nostra VERITA’ STORICA e non possiamo più perdere altro tempo dietro alle stupidaggini imposte dal Nord. Abbiamo già sopportato abbastanza per circa un secolo e mezzo.

Concludo con alcune affermazioni: “Oggi, più che mai, Viva l’Italia del Sud come stato autonomo e indipendente; Viva la nostra verità storica; Viva la nostra identità culturale e civile; Viva i nostri Valori;  Viva il Regno delle Due Sicilie; Viva la Real Casa dei Borbone!”- 

Monumento virtuale ai caduti delle due Sicilie

 
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