Creato da luger2 il 29/01/2008
I vantaggi dell'unità d'Italia

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 35
 

Ultime visite al Blog

stefanoforte21luger2emily520campobellosrlmocerino01alice.100dgl0vittoriasaccaricciardellidinobassotopsergio.lietoSessoHonorisCausagarlupiobisavv.gentile0fr7372ZANDANILO
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

DISCLAMER 

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n°62 del 7.03.2001. Le immagini pubblicate su questo blog provengono per la maggior parte dalla rete. Nel caso la loro pubblicazione dovesse violare evenutali diritti d’autore, prego di comunicarlo, verranno rimosse immediatamente. Tutti i marchi registrati e i diritti d’autore in questa pagina appartengono ai rispettivi proprietari. Tutti i post all’interno del blog rappresentano il punto di vista e il pensiero dei rispettivi autori. Per garantire la pluralità di pensiero gli autori danno la possibilità a chiunque di inviare commenti sui singoli post oppure post veri e propri.

 

Contatta l'autore

Nickname: luger2
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 61
Prov: NA
 

VISITATORI

LETTERA di un EMIGRANTE NAPOLETANO

 

Maurizio Restivo ad "Atlantide" LA7

 

FOTTUTO TERRONE

 

L'ECCIDIO di BRONTE

 

I SAVOIA: La vera negazione

 

La vera negazione II parte

 

La vera negazione III parte

 

La vera negazione IV parte

 

 

« 1994: Muore Ilaria Alpi ...Monnezza connection »

Un traffico di rifiuti tossici tra Italia e Romania

Post n°2302 pubblicato il 02 Ottobre 2013 da luger2
 

Ad est dell’est c’è Sulina, piccola cittadina del distretto di Tulcea: il punto più orientale della Romania e dell’intera Unione Europea. Quattromila anime sparse tra casette di legno e orribili condomini di epoca sovietica. Poche strade, alcune in terra battuta che conducono quasi tutte al porto, situato allo sbocco del ramo centrale del Delta del Danubio. È stata questa la breccia che ha trasformato la Romania nel primo paese pattumiera d’Europa. Una “pietra miliare” dei traffici illeciti di rifiuti provenienti dall’Italia, come la definì in una lettera al settimanale Famiglia Cristiana lo 007 Guido Garelli (personaggio coinvolto nel progetto Urano per lo smaltimento di materiale pericoloso in una depressione dell’ex Sahara spagnolo). Di certo nella seconda metà degli anni ’80 il porto franco di Sulina rappresentava un salvacondotto per molti trasporti illegali e dal 1987 in poi divenne anche l’approdo privilegiato delle navi dei veleni provenienti dall’Italia.

Nella primavera del 1987 due mercantili carichi di rifiuti pericolosi, la Akbay I e la Corina, salparono dai porti di Marina di Carrara e di Chioggia diretti a Sulina. A commissionare i viaggi fu un’azienda italiana, la Sirteco Italia S.r.l. , che si impegnò a smaltire tramite la compagnia rumena Kimica ICE di Budapest varie centinaia di barili d’acciaio per mezzo di incenerimento o conferimento in discarica. Ma era tutto falso: a Sulina non esistevano né inceneritori né discariche adatte a smaltire materiali tossici. Dopo essere state stoccate in via provvisoria nei magazzini del porto, le sostanze nocive dovevano semplicemente essere gettate nel Mar Nero. A questo proposito il capitano turco Mustafa Aygor, imbarcato sulla nave Faz 1 Mete ha dichiarato che «fra giugno e luglio del 1988 furono caricati sulla nave turca Munzur, ormeggiata nel porto di Sulina, dei barili sigillati con la lettera “R”. In quell’occasione parteciparono anche chimici italiani come supervisori delle operazioni di carico». Da un dossier di Greenpeace del 2002 si apprende che la Corina giunse in Romania l’11 aprile 1987 con 2796 fusti e solo cinque giornipiù tardi la Kimika ICE emise un falso certificato attestante la distruzionedei rifiuti. Il 26 di aprile dello stesso anno la seconda nave, la Akbay I, scaricò nel porto rumeno 828 tonnellate di rifiuti industriali. Il disegno criminoso prevedeva l’arrivo in Romania di 150.000 tonnellate di scorie all’anno pagate, così pare, dalla Sirteco alla Kimika ICE circa 600 lire al chilo, quando lo smaltimento legale in Italia sarebbe arrivato a costare oltre 2000 lire al chilo. Un business colossale stimabile secondo l’Agenzia Ambientale delle Nazioni Unite in 50 milioni di euro che ancor prima dello sbarco all’est della criminalità organizzata vide protagoniste alcune aziende italiane con la complicità delle alte sfere del regime di Nicolae Ceausescu. Ma non tutti si mostrarono d’accordo perché Sulina ospitasse una bomba ecologica. Nel corso di una dichiarazione rilasciata nel 1995, Aldo Anghessa, legato ai servizi segreti, affermò che il comandante del porto venne fucilato per essersi opposto al traffico di rifiuti. La Stampa di Torino del 13 agosto 1988 riportòla notizia delle dimissioni del ministro del Commercio del regime di Ceausescu in seguito allo scandalo del traffico di rifiuti tra Italia e Romania. Nello stesso articolo si apprese anche dell’esistenza di una terza nave, la Kapitan Fehmi, battente bandiera turca, che avrebbe scaricato a Sulina altre duemila tonnellate di rifiuti italiani. Ciò confermerebbe i sospetti di Greenpeace circa l’esistenza di altre navi dei veleni attraccate nel porto franco. Una di queste,la meno conosciuta e misteriosa, è la Prahova. Di questo cargo e del suo caricosi sa pochissimo. Arrivò in Romania, nell’estate del 1987. I lavoratori del porto scaricarono dalla nave barili d’acciaio con scritte di pericolo in italiano e in tedesco ed alcuni di loro svennero a causa dei fortissimi odori rilasciati dai contenitori. Forse proprio a causa di questi malori l’operazione di scarico non venne completata. I barili già arrivati sulla banchina vennero lavati con l’acqua pompata dal Danubio e poi trasportati nei magazzini del porto, altri rimasero nella stiva del mercantile a causa del clamore suscitato dal caso, che proprio in quei giorni investì alcuni importanti esponenti del governo rumeno. La successiva interruzione dei traffici spinse le autorità portuali a sbarazzarsi dei rifiuti scaricandoli direttamente nel Danubio o sul fondo del mar Nero. I fusti rimanenti trovarono alloggiamento per ben quattro anni nella stiva della Prahova, ancorata, nel porto di Sulina con il suo carico di veleni senza che nessuno ne reclamasse la proprietà. Finché il 24 febbraio del 1991 lanave scomparve nel nulla. Quasi si dissolse, nella nebbia di una notte d’inverno. Ma dove finirono i centinaia di fusti zeppi di sostanze tossico-nocive? Alcuni abitanti di Sulina dichiararono che dopo la fine del regime di Ceausescu le voci sulle presunte malattie provocate dalle scorie stoccate nel porto convinsero le autorità a disfarsi della nave. Probabilmenteil cargo venne prelevato da un rimorchiatore turco, l’Ocean Asli, e poi affondato nelle acque internazionali del Mar Nero. Un destino comune a quello della Akbay I, una delle prime navi dei veleni arrivate in Romania, che non venne mai più ritrovata. Un’inchiesta del tibunale di Venezia sul traffico di rifiuti con la Romania rivelò che la Sirteco  aveva raccolto e trasportato rifiuti tossici sversati nel Mar Nero. Nel luglio del 2000 il Ministero dell’Ambiente turco dichiarò che fino a quel momento erano stati ritrovati in Turchia 367 barili con stampigliata la lettera “R” e le cui etichette indicano senza ombra didubbio la presenza di rifiuti tossici prodotti in Italia.

Il ministero dell’Ambiente italiano dichiarò che avrebbe riportato i barili in Italia se si fosse provata l’origine dei rifiuti. Una copia della documentazione relativa alle scorie venne inviata al governo italiano che nonostante l’evidenza valutò di non aver ricevuto sufficienti prove per dimostrare l’origine italiana delmateriale nocivo. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963