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Se Vuoi, Puoi Guarirmi

Post n°317 pubblicato il 15 Febbraio 2015 da dionisiosparacio

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.

Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio.

Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori ».



Questa sentenza del Signore ci indica verso chi egli indirizza

di preferenza la sua missione e, paragonandosi ad un medico,

dice di voler anzitutto soccorrere i malati e non i sani e, volendo

mostrare visibilmente al mondo la misericordia del Padre, afferma

ancora che i primi destinatari, non sono i giusti, che

già hanno accolto quel dono di Dio, ma i peccatori che ne sono privi.



Questo ci spiega la natura della missione di Cristo e i motivi

che l'inducono a cercare, ovunque si trovino, i malati del corpo

e dello spirito. La scena che oggi ci presenta

l'evangelista Marco è quanto mai significativa: è un lebbroso

che osa venire verso Gesù. Secondo la legge non avrebbe

potuto farlo perché il suo male lo rilegava nella schiera degli

immondi e doveva di conseguenza vivere segregato

dalla società. Sicuramente è mosso da una grande fiducia verso

il Signore. Egli infatti non solo si accosta, ma poi si prostra

in umile preghiera: "Se vuoi, puoi guarirmi".



Gesù risponde toccandolo, quasi a voler prendere su di se

l'impurità del lebbroso, e dicendo: "Lo voglio, guarisci".

Gesù gli impone il silenzio sull'accaduto, ma non lo

dispensa dall'adempimento che avrebbe sancito ufficialmente

la sua guarigione: "Va, presentati al sacerdote". Così il

Signore risponde a tutti coloro che, sempre più numerosi,

rifiutano la mediazione sacerdotale e pretendono di

confessarsi direttamente con Dio.



Ci colpisce particolarmente quel tocco di amore da parte di Cristo.

Egli davvero non si schifa delle nostre umane miserie anche

quando sono ributtanti e sporche. La misericordia del Signore non

conosce limiti quando è invocata con umiltà e con fede. Il suo amore

è sempre più grande del nostro peccato. Non ci scandalizza

perciò la disobbedienza del lebbroso guarito:

egli non può tacere. Deve proclamare e divulgare il fatto.



Quando veniamo beneficati dalla gratuita bontà divina,

è doveroso rendergli gloria ed esprimere con la migliore

intensità la dovuta gratitudine. In un'altra circostanza

dieci lebbrosi furono guariti, ma uno solo tornò a ringraziare

il Signore ed egli giustamente domandò:

"Gli altri nove dove sono?".

Per tutti noi esiste un modo meraviglioso ed efficace

per lasciarsi toccare dal Signore; avviene nell'eucaristia,

quando egli non solo ci tocca per guarirci, ma si immerge

totalmente nella nostra persona per assimilarci a se.



 
 
 
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