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Post n°1903 pubblicato il 11 Marzo 2024 da Vince198
New York, 30 ottobre 1911
ho incontrato i figli della mia patria, ho trascorso la giornata in loro compagnia, ho lavorato e ho pensato, ed eccomi che scrivo. Comincia a far tardi, è ormai passata una buona parte della notte e ciononostante non sono riuscito ancora a coricarmi. Prima desidero darti il mio saluto. Quanto sei vicina a me! Oggi sei stata molto vicina al mio cuore e ai miei sentimenti. La tua ultima lettera è commovente... una sfera alata, un'onda che proviene da un'isola che emana melodie. Questi giorni sono ombre nelle quali coabitano voci e fantasmi. Nel mio cuore vi è una fiamma ardente, tanto che in ogni luogo scorgo cose misteriose. Sai che vuoi dire bruciarsi col fuoco? Ah, esiste una gioia più bella del fuoco dell'amore? Lasciami gridare con tutte le voci che albergano nel mio corpo: io ti amo! Khalil .. L’amore di cui canta e scrive Gibran, in questa come in altre lettere per la sua amata Mary Haskell, è un dono che illumina anche la notte più scura. «Sai che vuoi dire bruciarsi col fuoco? Ognuno di noi esseri umani vive momenti intensi come questi, momenti che lasciano eterne bruciature sulla pelle del cuore. Quelle che, con il trascorrere degli anni, testimoniano la presenza costante e duratura dell’amore dentro la propria anima. Indipendentemente da come certi rapporti d’amore andranno a finire, se dureranno o meno, quando si raggiungono questi livelli di intensità interiore, proprio come si è espresso Socrate, “l'amore è qualcosa che va oltre l'esperienza limitata dei sensi, sottraendosi a ogni definizione.” Non credo esista una sublimazione così elevata dell’amore: quando due persone vivono questo stato di grazia, non c’è nulla che possa turbarlo, proprio nulla. |
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(Metà di quel che dico non ha senso, ma lo dico perché l'altra metà possa giungere a te)
Bella questa frase del poeta.
La lettera che hai postato è di una semplicità disarmante e così dolce nel profondo del più nobile dei sentimenti.
Poeti che amavano e amavano l'amore.
Paolo Coelho su di lui scrisse: "Chi è Gibran?" mi domandavo. E archiviando brani delle sue lettere nel mio computer, penso di averlo scoperto. Gibran non era né un rivoluzionario né un saggio. Era un uomo, come tutti noi, e racchiudeva nella propria anima gli stessi dolori e le stesse gioie che proviamo noi. Eppure, attraverso i suoi libri è riuscito a rendere manifesta la grandezza di Dio."
Un grande poeta e che adesso riposa in pace tra i cedri del suo Libano.
Bella pagina complimenti! Un buon inizio di settimana a te. Abbracci.
Quale Dio sarà, a quale credo appartenga non è così importante, semmai il pensiero è assolutamente adeguato all'elevazione di quel sentimento, alla sua sublimazione senza paura di sbagliare.
In questo periodo leggo volentieri pensieri di Gibran, lettere alla sua amata preside americana Mary Haskell e, confesso, queste letture impregnate di forte misticismo, mi emozionano molto.
Grazie per questo commento tanto gradito quanto chiaro nella sua finalità in cui c'è sempre da imparare, rendere l'anima più dolce e recettiva per questa delizia che hai scritto.
Abbracci a te.
Per quel che mi riguarda, non finirò mai di essere grato a mia madre che mi ha inculcato la passione per la lettura. Da ragazzo mi sono dilettato fra Salgari, Asimov et similia, poi ho iniziato a curiosare nel mondo della scrittura, della poesia facendo, in qualche caso, tesoro del significato in essi contenuto. Non è tanto spulciare in mezzo ad autori moderni, quanto quello che ciascuno di noi predilige come tema. Mia madre è stata abituata a suo tempo da sua madre ad abbracciare il mondo della lettura, in particolare di Prevert, il suo preferito e di suonare il pianoforte. Non hai idea di quanto, a sei sette anni, seduto dietro lei, in poltrona, rimanevo in estasi, rapito da sonate di Schubert, Schumann, Debussy!
Son partito da quel suo input nel mondo della lettura e ho proseguito allargando le mie attenzioni in quel campo.
Non è così semplice: se non si ha passione, dopo un pò inevitabilmente si smette.
Dalla mia ho un piccolo vantaggio: sono uno che non molla, ovvero se trovo il mio piacere in certe letture che, bada bene, si possono constatare anche nella realtà, prive di certa mielosità, però che nella loro sostanza lasciano impronte indelebili nell'anima.
Sono così abituato e tenere un libro in mano e leggerlo anche più volte prendendo nota delle parti più salienti, che ritornare su miei passi, specie in giornate, serate uggiose, mi consola moltissimo.
Naturalmente qualche passeggiata in mattinata tonifica lo spirito e il corpo, specie quando vado a sedermi sulla mia solita panchina di lato al fiume Stella, con appresso un libricino di poesie..
Oggi è di moda lo sballo: non sa cosa si perde sta gente quando non apre un libro e inizia a leggere, si abbandona con la mente a navigare in quella trama, restandone affascinato e traendone un insegnamento che nella vita può ritornare utile.
La tua chiusa, perfetta, è il sintomo piuttosto serio ed evidente che questo mondo sta percorrendo una via sbagliata: si impoverisce di valori importanti, quelli che almeno noi ragazzi un pò anziani, abbiamo ricevuto e fatto tesoro nel periodo della nostra gioventù.
Grazie per questo bel commento: mentre scrivevo, con la mente ho girovagato nei miei anni ad una cifra e, come d'incanto, sono apparsi vicino a me, i miei vecchi!
Ancora grazie Carlo, buona serata.
Da adulti c'è maggiore controllo della tensione nervosa, più attenzione a che il rapporto sia equilibrato anche nel "furore" tipico di un sentimento come l'amore, cioè meno egoismo, più generosità. Ciò detto, tutto dipende dall'indole e dal carattere di ciascuno di noi.
I rapporti andati a male certo esistono, però vanno visti anche come un'esperienza migliorabile, non lasciarsi andare ad uno stato d'animo perennemente negativo, semmai eliminando certi errori che spesso accade di commettere in una relazione sentimentale.
Quando l'amore diventa una specie di consuetudine allora non è più amore, lo si potrebbe definire in qualche caso dovere coniugale e non è la via giusta da seguire. Il rapporto - sempre a 360° - va curato e ravvivato continuamente per non farlo diventare un'abitudine, cioè ripetitività che certo non giova. Come scrissi in qualche altra circostanza, l'amore vero, quando esiste, è quello che viene dopo l'innamoramento, quest'ultimo un periodo non è definibile temporalmente.
Quando si percepisce quel mutamento e non si fa nulla per rendere la vita più originale e coinvolgente, subentra il sonno nel mondo dei sentimenti. Con risultati del tutto negativi.
Ciao Ely, buona giornata ^____^
Si Ezio, Gibran è inconfondibile, ha uno stile tutto suo che sembra non risentire più di tanto delle mutazioni dei tempi. E' intriso di una dolcezza che rapisce subito l'attenzione di chi lo legge. In questo periodo, fra l'altro, leggo spesso suoi libri e mi rendo conto che forse noialtri con qualche anno sul groppone, riusciamo a meglio comprenderne l'essenza del suo dire nel mondo dei sentimenti più profondi, appaganti. Per i giovani .. insomma .. ho qualche dubbio che comprendano perfettamente certe finezze. Del resto non potrebbe essere diversamente: i tempi cambiano e cambiano gli approcci, le usanze, tutto quello che ruota in questa società in perenne e rapida evoluzione. Ci sono lati positivi e, purtroppo parecchi, troppi lati negativi.
Vado, buonanotte ^____^