Altromondo17

Da un po' di tempo a questa parte, mio caro amico, cerco di contrastare l'innata tendenza a soffermarmi sugli aspetti negativi della vita sforzandomi di mettere a fuoco, e raccontare attraverso la poesia o la prosa, principalmente quelli positivi.
E' una sfida con me stessa, perché la difficoltà è maggiore così come la soddisfazione che provo nel riuscirvi anche quando, come in questo caso, vengo fraintesa.
Non perché non sia stata brava abbastanza, suppongo, quanto piuttosto perché lo stesso "vizio" è presente anche in chi legge: soprattutto la poesia. Che è principalmente espressione di sofferenza e tribolazione dell'anima: àncora di salvataggio in un mare di lacrime nel quale chi scrive è naufragato prima di mettersi in salvo. E forse ha vinto o, meglio ancora, non ha ancora perso.
Perciò non nego di non essermi mai sentita inappropiata come un abito abbandonato su una sedia o che magari, pur indossandolo, io non mi sia sentita nuda, e indifesa, o non totalmente valorizzata.
Quello che desideravo "raccontare", era solo la meraviglia che sperimento quando il vestito trasparente sono io, e io solo un'altra trasparenza sovrapposta a un'altra: protagonista di un'esperienza nuova e senza alcun protagonismo...
Sempre grata a te, Signor W..., per lo scintillio dei baci e delle parole...