Altromondo17

far qualcosa per negare qualcos' altro, che vita sarebbe questa ?

Sarebbe quella di chi non vive se non attraverso un'altra esistenza.

L' altra esistenza è quindi in questo caso usata per dar sopravvivenza alla propria ma senza dar volontariamente nulla.

Immagino sia impossibile dare qualcosa quando non si possiede nulla, nemmeno la consapevolezza della propria identità: vista attraverso il riflesso di un altro che è amato, odiato e ricercato in quanto riconosciuto come proprio.
Uno sorta di oggetto, o più propriamente un feticcio di se stesso: visto attraverso, eppure mai intimamente sperimentato come soggetto.

Messa così, mi dà l' idea di un organismo parassita.

Una forma di sopravvivenza anche quella.

Assolutamente sì e spesso anche molto conveniente. Vivere a spese altrui so per certo che porta dei vantaggi non da poco a chi ne beneficia. A chi invece tocca subire il parassitismo viene succhiata la "linfa" (ne so qualcosa) e prima o poi fa una misera fine.

Disporre di "risorse" è un merito grande che non può che portare ad altrettanti grandi esiti.
Grazie Mr. Mehrtens...

Ti parlerò del cielo, del sole e dei suoi riflessi dorati quando accarezza il mare al tramonto..una splendida serata cara Gabriella.. e un buon fine settimana che sia pieno di tenerezze e d'amore nel cuore un caro saluto con affetto..Nunzio.... Clicca

Attendo con ansia il racconto, allora...e ti ringrazio per il delicato augurio che ricambio, con lo stesso affetto, per questa sera.

Te sei pericolosa Gabriè!
Ogni volta che vengo qui a leggere le tue stranezze mi si imbrogliano tutte le connessioni neuronali e poi mi ci vuole una buona mezza giornata per riuscire a districarle.

Almeno ti tengo impegnato:)
Sempre a far Nulla, sennò...

Una donazione passiva che mi piace immaginare felicemente convertibile con il superamento dell'iniziale intento.
Un caro saluto, M@.

Ogni cosa è passibile di conversione: almeno è quello che personalmente mi auguro.
Un caro saluto a te, mio caro M@...

il gioco del nascondino, bellissimo come gioco; poi qualcuno pensa che possa diventare uno stile di vita, una vita piena di "non". Terribili i nascondigli, e molto diffusi. Amare per non amarsi, uno dei più diffusi. L'inganno tra gli ingannni. ... c'è un deserto, lo vogliamo attraversare?

L'inganno tra gli inganni che finisce per ingannare maggiormente l'ingannatore, rispetto all'ingannato.
Perché a non trovarsi è grave più che perdersi.
Attraversiamo 'stò deserto, Mara.

Tagliente, sorprendentemente pindarico, affascinante per quanto non lo senta appartenerti, tale pensiero, se non per un solo momento, e sfuggito chissà per quale motivo ad un animo soave pur se mai sprovveduto.

PARODIA DI UN'INTERLOCUZIONE MAI AVVENUTA

Ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è Francesca...
Ciò, picoea, date na calmada, co mi 'ste butade noe funsiona!

In effetti ho pensato all'eventualità di scriverlo in prima persona, ma l'odio proprio non mi appartiene come sentimento.
Ho provato anche a domandarmi seriamente se mai io l'avessi provato: magari è stato per un periodo come quello che necessariamente deve trascorrere per elaborare un lutto, ma poi è scomparso, sempre ammesso che lo fosse...non credo.
Rispetto agli altri due atteggiamenti, invece, posso dire di averli sperimentati: il terzo in maniera più funzionale, rispetto al primo, che al contrario dell'atto di cercare senza trovarsi, può essere ritenuto di minore importanza rispetto al non amarsi.
Ma è sempre piuttosto complicato riuscire a spiegarsi le cose, soprattutto quando ci si confonde credendo di aver veduto Francesca ed invece era un'altra...

Vivere di riflesso, ribaltando come in uno specchio le emozioni è vivere come se fossimo il negativo, mentre potremmo essere la fotografia stessa. Vivere come un ombra con la consapevolezza che se non c'è il sole essa non potrebbe esistere, non si può definire esistenza, ma il riflesso della stessa. Buona giornata.

Vedersi e viversi attraverso un altro è una forma di debolezza: ci si nasconde da se stessi per l'insopportabile eventualità di riconoscersi.
Grazie Carlo, e buona giornata anche a te.

Della fuga che si fa stile di condotta. Strategia dispendiosa che richiede molta energia e una notevole dose di codardia.
Di contro vivere del riflesso di un'altra vita può svelare la presenza di una sensibilità (in eccesso) che si mette al servizio dell’altro. Lettura da escludere: non si odia per sensibilità.
Ho provato a spostare la particella non, a parer mio funziona solo nella terza opzione. Risolta questa (la ricerca del sè) potrebbero sistemarsi anche le prime due giungendo all’equilibrio, anche se “non ti odia per odiarsi” mi appare inutilmente masochista.
C'è chi si lascia leggere (si dice: quel tale è un libro aperto) e c'è chi si accontenta di leggere l'altrui libro aperto per non sfogliare il proprio opaco...
Ti caccia per non cacciarsi
Ti prende per non prendersi

Esercizio: Ti sfugge per non...

Ritengo sia proprio l'odio a determinare la particolarità del soggetto che vede nell'oggetto odiato ciò che, altrimenti, non riuscirebbe ad odiare in se stesso.
L'equilibrio passa sempre per una spietata auto-critica oltre che per un'altrettanto critica auto-assoluzione: se non si riesce a perdonarsi è infatti altamente improbabile che si riesca ad amarsi e ad amare nell'altro anche l'imperfezione che suscita l'odio e l'intolleranza ad esso strettamente connesso.
Se ti sfugge è perché non gli interessi, e il motivo più consono al tipo di supposizioni che stiamo facendo, è perché non gli somigli abbastanza.

Certo che le pensi davvero tutte, comunque ho letto dei commenti veramente belli e stimolanti, ciò significa che riesci a suscitare nelle persone dei ragionamenti, risvegli in ognuno dei dubbi, ed emozioni.
Ti pare poco? Un sorriso. :-)

Mi sembra tantissimo, Rita:)
E' un periodo davvero strano, per me, questo, e sapere di avere accanto persone tanto sensibili mi gratifica molto, intanto che penso...:)
Ti abbraccio forte...