Altromondo17

sogni e bisogni: Il superfluo è diventato cosi necessario che molte persone, per procurarselo, considerano il necessario come superfluo. Alphonse Karr,

E' una giusta riflessione...

ahimè il concetto di necessario è molto relativo e si estende a macchia d'olio col progresso consumistico, è una percezione soggettiva radicata nell'humus sociale in cui viviamo: quando uscì la televisione mio padre pensava non fosse necessaria...poi tutti l'avevano perchè la gente non parlava d altro ...e così iniziò la folle corsa di tutte le famiglie italiane. Quando Diogene vide un bimbo bere da una fontana facendo conchetta con le mani buttò via la ciotola di cui si serviva. E chi rinuncia all'ormai indispensabile telefonino..o al pc?

Concordo assolutamente con la relatività del concetto di superfluo il quale, sussistendo genericamente parlando, non ritengo sia determinato dalla legge economica della domanda e dell'offerta, ma dal suo contrario, e questo per gli ovvi motivi di condizionamento sociale che portano, non tanto a possedere oggetti sicuramente utili, ma ad abusarne nel loro consumo.
Perciò ho creduto di riconoscere, in chi offre merce considerata convenzionalmente superflua, un bisogno più grande di chi, eventualmente, ne fruirà come consumatore.
Ma più ancora, evidenziare la forza che tale rapporto genera e che, a mio parere, potrebbe essere nettamente a favore del consumatore laddove il consumo fosse realmente regolato dalla domanda e non condizionato dall'offerta.

spesso il marketing va oltre l'indagine di cosa desidererebbe il consumatore e gli propone una cosa "nuova", in modo seducente suscitandogli desiderio "puramente emotivo " o convincendolo che è più performante di un altra. Allora la curiosità per ciò che magari è solo stravagante spinge ineluttabilmente la mano verso il borsellino.

Esattamente: perciò considero desueta la legge economica della domanda e dell'offerta, soprattutto per quanto riguarda merci considerate superflue e che, per le ragioni che hai così chiaramente spiegato, sembrano diventare indispensabili.
In realtà solo per chi le produce e le pubblicizza, ovviamente.

Questa cosa che hai scritto oggi è abastanza facile e l'ho capita anch'io.
Mi piace e te la rubbo.

Rubbamela pure: ne sono felice doppiamente, o ambivalentemente:)

Hai ragione ... dipende però che peso riusciamo a dare al soffio della vita che è noi e che è in noi. Hai ragione ... dipende però se diamo spazio al desiderio di superiorità dell'essere rispetto all'avere. Hai ragione ... e per quanto mi compete ... senza nessun però. Ciao Oscar

Certo è complicato discernere: ancora di più se si è cresciuti cibandosi di falsità spacciate per verità assolute che, poi, si finisce per credere uniche e indiscutibili.
E' compito, di chi è capace di farlo,
di praticarlo e diffonderlo attraverso l'esempio pratico: unico veicolo in grado di sovvertire l'ordine imposto a scapito di quel soffio vitale leggerissimo e puro.
Complimenti, Oscar, per la tua splendida riflessione: sentita e percepita come tale. Anch'essa "leggera"...
Grazie, Gabriella...

Ci sonò Sere che sono pieni di pensieri sembra che il tempo Non passa mai ma poi ci sono attimi che profumano la vita.. una meravigliosa e dolce Serata Cara Gabriella .Che sia piena di Tenerezze e d'amore Nel Cuore Un Caro Saluto Con affetto...Nunzio... ..Clicca

Una grande risorsa l'alternanza...
Grazie, Nunzio: auguro anche a te uno splendido fine settimana.
Con sincero affetto, Gabriella.

Il superfluo genera rifiuti in senso metaforico e letterale.

Anche, sicuramente.
Perciò il nostro potere è doppiamente più grande: perché oltre che a liberarci dalla schiavitù consumistica, contribuirebbe ad alleggerire il peso con la quale, attraverso essa, stiamo soffocando il nostro pianeta.

“Fare spazio all’esterno permette di farlo anche all’interno”, perché ciò che è in più è superfluo e ci ruba energie vitali. Molte delle cose che continuiamo a tenere, infatti, in realtà non hanno alcun valore per noi. Il trucco per riuscire a liberarsene sta nell’imparare a riconoscere ciò che è veramente prezioso e quindi a dare un vero valore alle cose di cui ci circondiamo.... La felicità, non è un oggetto, è uno stato soggettivo che non dipende dalle cose. Le cose a volte, entrano nei nostri spazi per distrarci dalle emozioni interiori che stiamo cercando di evitare, ma se si cerca di evitare qualcosa, questa diventerà sempre più grande. Di contro, se si affronta la situazione per quella che è, diventerà più facile da risolvere.... Un abbraccio.

E' verissimo ciò che sostieni: di fatto riempiamo i nostri spazi, soprattutto interiori, con ciò che, di nostro, non possediamo.
Con surrogati che sembrano suscitare quelle emozioni che non riusciamo più a provare naturalmente: che occupano per forma e misura gli angusti angoli del nostro vivere lasciati all'incuria, che sostituiscono i nostri sogni in bianco e nero con tinte sgargianti ed irreali.
Assuefatti e insoddisfatti da desideri in realtà mai appagati, cerchiamo continuamente nuove dosi alimentando un sistema malato che, attraverso noi, prospera pur non "crescendo" veramente.
Grazie per il tuo prezioso intervento.
Ricambio l'abbraccio, Gabriella.

Affermazioni drammaticamente vere e reali:non per nulla si assiste lungo le strade a teorie infinite di superflui che chiedono qualcosa da poter considerare bisogno ineludibile...Ma è proprio così?Non è che è il bisogno a farsi superfluo?Viva il superfluo e abbasso il bisogno...Credo che dovrò rovistare tra le mie cianfrusaglie per fare un po' di pulizia del bisogno...Insomma,non ci capisco più nulla.Ti abbraccio e basta,accarezzandoti come solo sa fare il vento primaverile..........W...

Certo: è sicuramente il bisogno ad essere superfluo quando forzatamente indotto.
Difficile resistere a pressioni tanto accattivanti quanto subdole, ma possibile: non tanto gettando ciò che si è già acquistato, però, quanto non acquistando ulteriormente ciò che non dovrebbe essere gettato.
Grazie:) Un abbraccio primaverile di un tardo pomeriggio d'inverno...

Ricerchiamo costantemente di definire i limiti dei nostri bisogni e ci districhiamo fra le intime soffitte, allocate nel cuore e nella mente, ove li abbiamo riposti. Cerchiamo così di divenire "padroni di noi stessi" immaginando di poter dominare la nostra capacità di scelta. Aspirazione che credo resti tale anche se è da apprezzare l'averci provato.
Un abbraccio, M@.

Tanto amara quanto vera, la tua riflessione: lenta ed efficace a raggiungere i luoghi nei quali depositiamo i nostri bisogni in attesa di riuscire a disporne secondo il nostro più saggio discernimento.
Complesso è il tentativo così come il risultato: comunque ottenuto.
Grazie M@, un abbraccio grande anche a te...

Per apprezzare l'essenziale bisognerebbe riuscire a far a meno del superfluo. Da buona ligure ci riesco abbastanza.
Amo la semplicità in tutto, a cominciare dagli arredi della casa e più passa il tempo, meno mi interessano tutti quei sopramobili inutili che servono solo a togliere la polvere.
Mi rendo conto di aver scritto un commento poco articolato, ma anche in questo, sto eliminando orpelli e riducendo il tutto.
Buon fine settimana. :-))

Un commento "pratico", il tuo, ed estremamente apprezzato:)
Ritengo che solo attraverso le piccole cose sia possibile osservare e comprendere le più grandi: così, nel considerare davvero utile o superfluo ciò di cui, spesso, ci circondiamo, si riesce al contempo a privarci di inutili zavorre invisibili agli occhi, ma estremamente pesanti per l'anima.
Grazie infinite Rita, e buona giornata a te:)

Un maestro dell’ironia e dell’arte di smascherare la coscienza vittoriana – egoista, arrogante e chiusa in sé –diceva: “Datemi il superfluo e farò a meno del necessario”. Sì, è Oscar Wilde. Sono certo che lei conosce l’aforisma – ed è evidente che si allontana dalla sua “legge economica” alla quale, oggi più che mai, non è facile opporre resistenza pur se è un’essenziale lezione per la vita. Ma, per continuare con gli aforismi e andare a riposare con una risata, è importante non dimenticare che “è un vero peccato imparare le lezioni della vita solo quando non ci servono più”. Buon inizio settimana. Pace e bene.

Un conto è scegliere, e un conto è credere di aver scelto: anche il superfluo, come appare evidente dall'aforisma di Oscar Wilde da lei citato.
E' questo il punto saliente sul quale, credo, sarebbe opportuno riflettere senza pretendere di attribuire valori assoluti a ciò che ognuno di noi, in materia di superfluo o necessario, dovrebbe liberamente e consapevolmente valutare.
Poi, che importanza potrebbe avere l'aver compreso le lezioni alla fine della nostra vita, quando ci saranno senz'altro utili nell'eternità?
Un sorriso di benvenuto ed un ringraziamento particolare per i suo augurio, che ricambio di cuore:)
Pace e bene, Gabriella.

si torna finalmente all'autarchia? : )

Spero piuttosto in qualcosa di nuovo!:)

Se si riuscirà a realizzare un governo unico mondiale sarà necessariamente autarchico.
Almeno fino a quando non intrecceremo relazioni con economie extraterrestri...

A quello pensavo!:)