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Anima Alchemica

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Direi che è troppo

Post n°409 pubblicato il 27 Novembre 2012 da alkimias.alkie

Inorridisco di fronte alle notizie di suicidi di adolescenti ma ancor più per i motivi che spingono questi ragazzi a togliersi la vita.

Nella prima pagina di Libero si è aggiunto quello di una ragazza di 16 anni, che si è sparata un colpo in testa con la pistola del padre (pistola regolarmente denunciata eh?). Pare che il gesto sia la conseguenza di un colloquio con gli insegnanti, peraltro solo prenotato e non avvenuto, i cui esiti non sarebbero di certo stati sufficienti.

Sono madre di un ragazzo di 18 anni: sta crescendo e spero diverrà un uomo saggio, fatto di esperienze, di errori, di batoste, di vittorie, di cedimenti, di delusioni, di felicità.

L’errore di alcuni genitori è di non riuscire a guardare il proprio figlio con occhio imparziale poiché entra in gioco l’emotività dell’amore genitoriale che vuole, ad ogni costo, avere il figlio migliore, quello più bravo a scuola, quello che in classe partecipa attivamente, quello che con gli insegnanti ha un ottimo rapporto.

Quello che…

E' una gran cazzata.

Ci siamo dimenticati, noi genitori, che noi stessi a scuola non andavamo un granché, che al primo quadrimestre ce la prendevamo comoda e solo da gennaio in poi si sgobbava come dei pazzi per riuscire ad avere almeno la sufficienza a fine anno. Così, ce la sfangavamo per l’estate.

Per non parlare degli esami di maturità.

Ma quella è un’altra storia.

Perché questi ragazzi suicidi, che hanno stroncato le loro vite io me li immagino terrorizzati perché “chissà adesso cosa diranno i miei per i brutti voti presi; mi toglieranno questo e quello, mi proibiranno etc. etc.”

E’ giusto togliere un premio a un figlio se questi non ottiene risultati, ma troppo spesso ho assistito a sceneggiate in cui questi figli venivano minacciati di non uscire più di casa per almeno un anno, di togliere loro anche le visite degli amici, di impedire di vivere i loro amori importanti e di convivere con un senso di colpa esageratamente proporzionale alle aspettative genitoriali ed esasperatamente sproporzionale rispetto alle attitudini dei figli (ovvero, che senso ha obbligare a frequentare il liceo al proprio figlio se sarebbe meglio fargli frequentare un Istituto Tecnico Industriale o un altro Istituto professionale?).

Sono certa che ora questi genitori rimpiangeranno di non aver parlato di più con i propri figli, di non essere stati loro accanto (sacrificando anche molto del loro tempo eh?) quando questi figli avevano problemi che agli occhi degli “adulti” sembrano sempre delle cazzate. Ma, soprattutto, di aver considerato la media del 6 risicato come una vergogna per la famiglia.

Un peso che i nostri ragazzi non riescono a sopportare, se la famiglia non riconosce n accetta i propri limiti e le predisposizioni del proprio figlio e pretende che questi figli diventino adulti dall’oggi al domani, perdippiù con la medaglietta del "migliore ad ogni costo".

 
 
 
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