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Eppure Soffia

Post n°561 pubblicato il 16 Giugno 2019 da Zero.elevato.a.Zero
 

O–ashita

Primo giorno dell'anno

mukashi fukinishi

un vento di mille anni fa

matsu no kaze

soffia tra i pini

 

(Uejima Onitsura)

Constable

John Constable - Studio per paesaggio marino

 

Inizio questo post con una reminiscenza, sono consapevole che dovrei guardare di più al futuro, ma questo luogo è un repositorio dei miei ricordi e mi piace tornare con la memoria a 40 anni fa, più o meno.
Ho imparato ad andare a vela al Club Nautico di Rimini, l’offerta di corsi era limitata a quei tempi, ma c’era un progetto didattico, bellissimo, diretto dal prof. Luigi Baculo che impiegava a titolo volontario allievi dei corsi superiori per insegnare a quelli dei corsi inferiori, in modo che in barca, o sul gommone di fianco a te, ci fosse qualcuno più esperto a dare consigli, a mostrarti con l’esempio dei gesti quello che a parole, oltretutto in una lingua ancora da imparare, era difficile trasmettere. Una immensa compagnia di giovani velisti ha affollato in quegli anni i locali del club, una fucina di amicizia destinata a sopravvivere all’ingiuria degli anni.
Poi nuovi soci con marcata propensione agli interessi economici e all’uso dell’elica si sono introdotti nel sodalizio ed il contratto con Baculo ha avuto fine, la scuola vela rendeva troppo poco e giovani facevano un baccano insopportabile: si sa, la vita fa rumore. Baculo ha così lasciato la direzione dei corsi ed ha aperto una nuova scuola in una spiaggetta dove ora sorge la nuova darsena, ma allora era una spiaggia senza bagnini dove si svolgevano semmai concerti estivi.
È stato sul finire di un pomeriggio, finite di aggiustare le piccole avarie, che ho visto sotto il palco montato alla bisogna, con le sue brave americane piene di luci e di casse, aggirarsi un signore in sedia a rotelle, che cercava una mano per salire sul palco: così ho incontrato Pierangelo Bertoli.
Fino a quel giorno perfettamente sconosciuto, ho pensato di ascoltare qualche pezzo del sound check, con naturalezza ha preso la sua chitarra e con un rapido arpeggio ha iniziato la canzone che mi ha ammaliato: Eppure soffia. Affascinante non solo perché parla di prore, di mare e soprattutto di vento, ma per il suo contenuto di protesta nei confronti di un sistema che sta avvelenando il mondo.
Persona dal sorriso disarmante e dalla sincerità inconsueta mi ha offerto l’occasione di parlare un po’ con lui una volta completata la prova e tornato, con un piccolo aiuto, sulla sabbia, mi sembrava di incontrare un Bob Dylan di Sassuolo, da quell'incontro ho amato profondamente la sua poesia capace di rabbia e di amore, forse per questo scintillano molte delle sue composizioni in queste pagine scure, come stelle in una notte senza luna.
Oggi il tema dell’ecologia è sulla bocca e nella preoccupazione di tutti, allora era quasi un vezzo, uno sguardo troppo avanti nel futuro, ma questo brano, tra i più amati dall’artista, uno tra i suoi più famosi, è un dito puntato dritto contro la mia coscienza, un dito che punta da quasi 40 anni verso quella di ciascuno di noi.
Credo fortemente che per comprendere il senso dell’ecologia quotidiana una delle migliori esperienze sia quella della vela. Una barca a vela ha dosi molto limitate degli elementi indispensabili alla sopravvivenza: una quantità contingentata di acqua dolce, una limitazione evidente degli spazi, anche della cambusa che invita ad imparare a riciclare le pietanze nonché l’arte della pesca, una scarsa dotazione di energia elettrica conservata nelle batterie, che si ricaricano solo quando si accende il motore, oppure oggi con quella invenzione magica dei pannelli solari. Nella vita quotidiana ne disponiamo in abbondanza, i black out sono eventi rarissimi e brevi, ma quando succede anche per pochi minuti il disagio è evidente e ci accorgiamo della nostra dipendenza.
C’è bisogno di corrente elettrica anche su una barca, per il funzionamento delle strumentazioni di navigazione e le luci notturne, come ancora per il frigorifero che conserva gli alimenti, la radio che è un filo di sicurezza necessario per essere in contatto con altri marinai ed ancora per le pompe di sentina che nell’emergenza svuotano dall’ingresso indesiderato di acqua. Ogni atto, ogni consumo, diventa un gesto consapevole che deve tenere conto di un delicato equilibrio energetico.
Infine il velista vive a contatto diretto con la natura che deve amare e rispettare, la sua quotidianità passa attraverso la conoscenza delle fasi lunari che governano le maree e le correnti, la meteorologia raccontata dal cielo con le sue nubi e dal colore del mare, che prescindono dalle previsioni web, le quali richiedono una connessione internet poco abituale per le complicazioni a trovare una connessione. Soprattutto tra gli eventi da prevedere c’è l’evoluzione del vento, quello che di fatto è il motore della barca; vento che può essere anche insidia, che scompiglia la rotta prevista e tiene svegli in certi ancoraggi notturni, che esalta altrimenti il cuore nei momenti in cui alita generoso portandoti alla meta desiderata.
Il vento che soffia ancora dopo migliaia di secoli.
Buon vento!

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Commenti al Post:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 17/06/19 alle 20:06 via WEB
grazie Amico, per questa canzone d'annata ma bellissima, profetica, attuale. La sua più bella, forse. Nel tuo post, c'è molto di più, del tuo racconto, del tuo pensiero.. c'è tanto di più.. c'è la metafora della vita:-) e il vento sempre soffierà. Un abbraccio e un sorriso. Mi dispiace ma non mi vengono le parole.. non voglio la fretta, ma ho delle incombenze; io sono certa che tu comprendi. Grazie per il passaggio e il tuo scritto sul mio blog!
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 18/06/19 alle 19:15 via WEB
In quella chiacchierata iniziata proprio parlando della canzone mi disse che secondo lui era quella tecnicamente riuscita meglio, una delle sue prime oltre tutto. Aveva un modo naturale di aprire il cuore e di farti sentire immediatamente a tuo agio nel suo mondo che era tanto ma tanto diverso dal mio. Uomo di terra emiliana capace di cantare anche di mare.
Ti ringrazio per avere capito tutto e per la tua voglia di spendere qualche moneta del tuo tempo prezioso lasciandomi un commento.
Un saluto nel vento :)
 
several1
several1 il 18/06/19 alle 15:58 via WEB
... Constable fu il solo ad aggiungere la data, l'ora, la direzione e la forza del vento nel retro degli schizzi ...
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 18/06/19 alle 19:16 via WEB
Questa attitudine per certi versi mi ricorda Leonardo, con quella annotazione puntuale sulle leggi della natura e sulla loro armonia. Anche quest’opera come le sue che ritraggono il mare è una descrizione meravigliosa della forza degli elementi, ma come nella grande onda di Kanagawa di Hoskusai, non manca un barca a sfidarli e tendere il limite umano ancora più in là.
Una brezza che sorride :)
 
ditantestelle
ditantestelle il 19/06/19 alle 20:44 via WEB
Classe, forza, intelligenza. Questa canzone appassionata ha in sè questi elementi.. la riascolto con vero piacere e leggo con altrettanto piacere la vostra conoscenza, avvenuta così per caso.. e questa sua indimenticata umanità. Grazie per averlo ricordato, Max*
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 20/06/19 alle 17:42 via WEB
Nonostante tante bellissime canzoni ha rischiato di essere dimenticato, grande merito di avere tenuta accesa la memoria di quest'anima di Sassuolo e dell'Emilia è di Rosario Fiorello, che negli anni dove la sua voce era ormai spenta nelle radio, ne ha reinterpretato una delle sue canzoni più muscolose, quel “A muso duro” che è diventata poi anche il simbolo della ricostruzione dell’Emilia post terremoto del 2012. La vita mi ha regalato questo incontro, anni più tardi conoscendo la Via della spada giapponese ho approfondito il motto del mio sodalizio. Scritto in Romaji risulta essere Ichi Go – Ichi E, nella breve spiegazione alla quale porta il link si spiega il senso prezioso della vita e della importanza di ogni singolo momento, di ogni singolo incontro umano. Con lo stesso spirito ti ringrazio per il regalo imperdibile dei tuoi pensieri.
Mata né :)
 
presente_indicativo
presente_indicativo il 19/06/19 alle 22:43 via WEB
"Il vento che soffia ancora dopo migliaia di secoli". Una delle mie fantasie poetiche è quella di immaginare che il vento non si fermi mai. E' un unico movimento che dura da migliaia di secoli. Sono incantata da chi conosce le leggi del mare, il linguaggio nautico e la sua possente significanza simbolica. Ti ringrazio, quindi, per avermi fatto sognare - una manciata di minuti - il desiderio di orientare la vela e risalire il vento.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 20/06/19 alle 17:43 via WEB
Raccolgo con cura e grata condivisione soprattutto le tue ultime parole, che sottendono l'amore per il vento quale segno efficace di energia e di vita; è il Pneuma, il respiro che ci anima. In qualche parte del mondo c'è vento che porta scambio e unione di molecole distanti e diverse, molecole che respirate diventano parte del nostro essere.
Tra le tante rotte possibili che il vento regala alla vela io preferisco la bolina, quella che permette di risalirlo nel modo che canta Cristiano de André: "Coniugando nozione e ardimento".
Grazie davvero del tuo alito che si fa voce e di tutto cuore: Buon Vento! :)
 
presente_indicativo
presente_indicativo il 20/06/19 alle 21:28 via WEB
Nel pomeriggio sedevo in riva al lago e ho lasciato libero lo sguardo nella sua avventura della creazione, intuendo connessioni altrimenti invisibili. Le connessioni nascoste tra la natura e gli esseri viventi, come direbbe Fritjof Capra. E ogni tanto lo sguardo si posava anche sulle pagine del libro che ho portato con me: Swami Sivananda, "La potenza del pensiero". E ho letto: "I pensieri puri ed elevati si diffondono e vengono assorbiti da coloro che li accettano. Come l'acqua che, con il calore del sole trasforma in vapore e che, salendo in alto, si condensa in forma di nuvole, per precipitare nuovamente, bagnando di pioggia la terra, così tutti i pensieri, che proiettate dal vostro angolo, si innalzano e si diffondono nello spazio, unendosi a quelli simili" (...). L'andatura a bolina è la mia ricerca fondamentale. Bordeggiare sopravento e sottovento per superare l'angolo morto. Per rinascere all'amore del vento ancora e ancora. Con nozione e ardimento. GRAZIE
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/06/19 alle 02:34 via WEB
Molte le increspature sulla superficie,
uno l'Oceano Infinito.
Molte le tradizioni, le culture, i sentieri,
una la Verità, eterna, immutabile, perfetta.
L'amore di Dio.

(Swami Sivananda)

Swami è un appellativo bellissimo che in sanscrito significa non solo maestro, ma anche padre spirituale e signore. Fa bene al corpo ed all’anima l’ascolto della sua saggezza.
Il lago come molti luoghi della natura possiede peculiarità tutte sue, un piccolo mare di acqua dolce, un mare confinato eppure abbastanza ampio da custodire i pensieri e tenerli preziosi nel suo fondo. Il lago che ha sempre una Dama che lo protegge e che custodisce gli uomini delle leggende, dalla nereide Teti fino a Nimue o Vivienne, sono le guardiane di un luogo incantato, dove le onde non ruggiscono ma tessono un canto ammaliante. Ho ricordi di momenti molto sereni in riva al lago.
Sulle barche grandi è una manovra impossibile o quasi, ma da giovane quando navigavo sulle derive, avevo imparato la virata con rollio, che ha il fascino di lasciare le vele sempre piene fino al momento del passaggio al vento, quando con un colpo d’ala si cambiava la direzione, con la stessa naturale intenzione del gabbiano che decide una rotta diversa verso un orizzonte migliore.
Grazie ancora una volta per il tuo passaggio delicato e sincero :)
 
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