Ogni viaggio costa la rinuncia delle proprie abitudini quotidiane: ogni partenza è una piccola morte. In cambio si ricevono nuove visioni si aggiungono ricordi imprevisti: è una piccola rinascita. Per la prima volta ho veleggiato nelle isole della Grecia ionica, alcune dai nomi famosi altre meno celebrate dal mito o dalla cronaca, eppure tutte bellissime. Inizio il racconto dalla bandiera greca, il paese che ci ha ospitato in maniera piena con calda umanità: c’è l’evidente presenza della Croce ortodossa, per non dimenticare che durante i secoli della dominazione ottomana le scuole nascoste erano condotte da religiosi cristiani che si prodigavano al mantenimento della cultura greca, all’uso della sua lingua e del suo alfabeto, che è solo un minuscolo ostacolo alla lettura, nonostante io difetti di studi classici. Inoltre, le nove strisce orizzontali con i colori della Casa Reale, d'origine bavarese, regnante in Grecia fino al 1862, rappresentano le sillabe della frase Έλευθερία ή Θάνατος (Libertà o morte), è questo filo conduttore che oggi voglio percorrere sul filo dei ricordi più freschi.
Le tracce di morte appartengono in queste isole al mito ed alla storia: nella scogliosa parte meridionale dell’Isola di Leucade lasciando alle spalle Lefkas, la base di partenza del nostro viaggio, c’è uno scoglio che il mito tramanda essere il luogo del suicidio della poetessa Saffo, celebrata dal dipinto di Antoine-Jean Gros. Una figura poco rivelata da quanto giunto fino a noi eppure bellissima da scoprire. A sud di Leucade abbiamo toccato anche le sponde di Cefalonia, che ancora ricordano l’eccidio dei soldati italiani per mano dell’esercito tedesco subito dopo l’8 settembre.
Strani e malinconici pensieri per iniziare una vacanza che di fatto sarà all’insegna della Libertà, qual è quella che regala il mare senza percorsi obbligati, e soprattutto quello che regalano le isole incantate dello Ionio, ricche di cale e insenature dove liberamente puoi calare l’ancora, ed ancora le città marine piena di esseri viventi gentili, vespe comprese, di saluti umani spontanei sempre indorati da un Καλημέρα (buongiorno) e da un sorriso. Giorni che passano in fretta, con poco vento e panorami onirici che scivolano lenti, senza la preoccupazione croata di trovare un posto per la notte, quasi fosse il gioco delle sedie quando si spegne la musica. Qui gli ancoraggi sono liberi, spesso anche dentro il porto, non ci sono gabelle, affitti di gavitelli, tasse sulle tasse, basta quel minimo di educazione necessaria a non mettere l’ancora sulle catene altrui, al limite si porta una cima in terra per assicurare la barca a due punti e impedirle di girovagare in quel valzer col vento che è l’ormeggio alla ruota. In altri tempi, con età diversa, ho tenuto cronaca pedissequa del diario di bordo, con i suoi elementi geografici gli anfratti, le mappe dei luoghi visitati; oggi, invece che sciorinare i singoli ingredienti preferisco offrire l’amalgama del tutto, la ricetta cucinata con il senso compiuto del tempo felicemente consumato con gli amici e la famiglia, sazi dei profumi e dei sapori del mediterraneo a noi più prossimo, in una pietanza unica fatta dei ricordi e delle emozioni vissute. Un elemento ho sentito particolarmente intenso, forse per un mio desiderio di trovarlo o magari perché ancora palpitante: è il senso del tempo antico e del mito che ancora impregna queste rocce consumate dalla salsedine, tanto che spesso nei giorni passati ho fatto riferimento nei miei chiacchiericci agli dei che ancora si sentono agire, con una distanza appena maggiore a quella del paio di millenni che già li cantavano. Qui si vive la sensazione di un sorriso superno curioso, di uno sguardo da oltre la coltre del cielo che ha lasciato segni evidenti nella natura umana e nella geografia di questa regione costellata di pietre antiche dedicate a poteri superiori, tanto si sentono piccoli gli uomini di fronte al mare scosso improvvisamente dal soffio del vento che arriva immediato, senza farsi annunciare. Dopo le mattine pigre e con brezze impalpabili la termica del pomeriggio si leva con rapidità oltre i 15 nodi e la prua ringrazia leccandosi i baffi dalla spuma del mare. Una settimana comunque scorre troppo breve per poter visitare luoghi anche desiderati come la culla di Foscolo: Zacinto, le insenature, gli anfratti, anche le piccole città, si devono fare scelte e rimandare al futuro, occorre affidarsi ai refoli dei venti che sono i capricci degli dei e accettarli, con un dono fatto di vino a loro versato per garantirsene la benevolenza. Almeno due argomenti tra loro correlati lascio ai prossimi racconti ancora tutti da scrivere: la scoperta di Itaca ed il mito di Ulisse. A chi pazientemente ha letto fin qui lascio il mio commiato con il più classico ed informale dei saluti greci γειά σου!
che meraviglia:-) grazie per avermi portata in Grecia (ed in barca per giunta!). E' un mio sogno. Nel 1982 mi pare, mia madre e mia sorella ci sono state quasi un mese, in un viaggio organizzato compresa Atene e tutte le isole (a cui non volli partecipare, per motivi troppo personali, legati alla mia evoluzione di adolescente). Ora sono pentita, perchè non ho mai avuto nessuna occasione di andarci. Mia sorella ci è anche tornata, ed ha detto che è meravigliosa. Quindi, il mio grazie è davvero sentito!, ho difficoltà col greco. Un piccolo segreto ma non dirlo a nessuno eh. Il fratello di mio nonno paterno, era insegnante di lettere antiche in un liceo romano, :-) mi aveva consigliato gli studi classici, MA, non sono stata ben seguita, e cmq non ha importanza.
ora ascolterò l'inno, anche se , i colori non mi piacciono (sono quelli della lazio!io sono della roma), lo zio, invece, era della lazio (i miei nonni paterni, e le loro famiglie, sono del sublacense), e, mio zio era oltre che un'amante del greco, appassionato latinista, diceva che i romani avevano discendenze greche ed addirittura, nel sublacense sono state rinvenute tracce archeologiche (di cui non ti son ben dire, vista la mia ignoranza,) di genti pelasgiche, sicuramente l'ho scritto male.
Grazie ancora per il bel viaggio :-))
Ulisse, era il mito preferito dell'altro nonno (il materno).
Ti ringrazio prof. per tutto questo.
E per il viaggio bellissimo.
Scusami se ho scritto troppo e ben tornato:-)
Roberta
Per parte mia non ho mai studiato a scuola il greco antico, l'alfabeto greco invece è un viatico per lo studio della geometria e quindi è nel mio portfolio. Mi dicono, ci credo sulla fiducia, che tra greco antico e moderno passi la differenza che c'è tra italiano e latino. Restano alcune parole che hanno un sapore divertentissimo: ad un ingegnere non lascia indifferente la traduzione della parola Conto, che in greco si dice logariasmós; non lascia un retrogusto assolutamente matematico?
Per far pari con la bandiera della Lazio mi sa che devo andare a navigare in Spagna, in effetti ci sono posti bellissimi come le Canarie dalle quali si spicca il balzo verso i Caraibi… un sogno nel cassetto, però la loro bandiera ricorda quella del Chievo e del Verona. Dovrò ripiegare sulle Baleari o magari a Barcellona piuttosto che Valencia dove in anni eroici si è corsa la America's Cup… altri sogni nel cassetto.
Sì è vero ho un cassetto molto grande :)
ritengo che avere ancora sogni nel cassetto, peraltro molto grande, sia una cosa davvero bella, moto vitale - nonostante le nostre primavere ! :-)
mai smettere di sognare.
Avrai imparato a conoscermi ormai e sai che difficilmente pendo tutto da una parte; voglio dire che se da un lato esprimere desideri significa affermare la propria esistenza in vita, dall’altra mi risuona il monito perentorio del Buddha che ammonisce: “Dal desiderio nasce il dolore”.
Intanto sto cercando di imparare ad accettare che il vento nasce e soffia dove vuole lui, e provo a comprendere che l’idea di andare da qui a lì è una questione di speranza più che di certezza, o forse di pazienza nel sapere aspettare. Così immagino che anche il destino sia qualcosa di ventoso; io per mio conto tengo pronte le vele, non si sa mai che soffi nella direzione giusta.
“Che tu possa avere, sempre, il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle.” (cit. dal film Blow)
Buon vento!
Siamo tutti sospesi tra il sogno - che può anche essere un moto a migliorarsi e a sperare, MA, e come consiglia il buddha, evitare di 'desiderare' troppo.. mi viene in mente la massima di S. Francesco d'Assisi. Comincia col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e ti troverai a fare l'impossibile :-)
grazie per l'augurio, che ricambio. sono d'accordo, sul vento, mi auguro che il mio destino sia un po' meno furibondo, un vento onesto e sopportabile.
buon vento a te, come hai scritto giusto per te.
Roberta
Un dipinto onirico di un momento pieno di Pathos, come quello di chi saluta volontariamente la vita, cercando un giorno nuovo e diverso oltre la notte della sofferenza che non permette di accettare più.
Nell'equilibrio sbilanciato dei pensieri immagino le nuvole sopra di lei preparare il pianto, e ancora la pioggia cadrà.
non si sa mai come si comporteranno le nuvole, qui spesso nuvole nere e minacciose preannunciano tempesta, poi arriva un vento forte che spazza via tutto
Eppure proprio un italiano giovane e brillante, vincitore lo scorso anno della medaglia Fields, praticamente il Nobel della matematica, ha risolto l’equazione che spiega il movimento delle nuvole. Queste a loro volta sono soggette a leggi fisiche ben note, ed ancora prima sono noti i segni nel cielo che fanno della meteorologia una scienza, e dei marinai dei conoscitori applicati sul campo.
La danza dei cirri, le nubi più alte, il barometro che scende, sono molti i segnali che preannunciano l’arrivo del maltempo, quando vedi una shelf cloud ovvero una nuvola a mensola, bhe hai aspettato un po’ troppo e rimane giusto il tempo per riparare in un rifugio che scampi dalla tempesta :)
Più ricco di sogni: hai certamente ragione. Vorrei, con la parte migliore del cuore lo vorrei, saper raccontare questa emozione profonda altrimenti provata anni fa sui graniti delle Seychelles; un matrimonio di leggerezza e libertà, fatta di cose semplici; una fuga dal peso quotidiano e la sublimazione dei triboli in lievi pensieri trasparenti, come le acque che accarezzano queste coste del mito. Il primo sogno è quello di tornare se piacerà agli dei, spero non troppo tardi, come accade in uno di quei film che ha accompagnato il mio viaggio: Mediterraneo di Salvatores assieme al suo Puerto Escondido ed al Mandolino del Capitano Corelli, che hanno lasciato nel cuore il sapore dolcissimo della Baklavà e della fuga :)
Ogni viaggio porta con sé una grande ricchezza. Le tue parole emozionate e sentite, ci hanno regalato quel profumo antico, quel salmastro delle rocce al sole, l'azzurro che si fa mare e bandiera. Mai stata lì, vien gusto di procedere per quella direzione prima o poi... :)
È anche un splendida direzione di fuga: Salvatores nel suo Mediterraneo parla di un isola in fondo all'Egeo: Castelorosso o Megisti, qui invece c’è Meganisi, i nomi sono assonanti. In ogni caso ci sono anfratti dove il turista impacchettato non viene condotto, qui c’è ancora il sapore dell’isola, la luce dei sorrisi spontanei, ed il sapore di yogurt aglio e cetriolo con i quali condire l’insalata. La vita è semplice, così diventano lievi anche i pensieri che lo Zefiro pomeridiano fa volare verso le nuvole; quasi mai lo sguardo è rivolto verso casa, perché ci tramonta il sole che abbaglia, e la notte, quando le cicale riposano, si sente ancora il suono di vecchi strumenti che pensavamo soltanto di avere dimenticato, ma che appartengono al cuore come un'eredità. :)
Bellissimo racconto il tuo...ho letto fino in fondo immaginandomi su quella barca...queste isole non le conosco se non attraverso le immagini di chi c' è stato...un giorno chissà mi riuscirà di visitarle...in fondo sono di fronte al mio mare che è pur sempre lo Jonio :-) Buona serata delle stelle...Carmen
Molto spesso andiamo a cercare lontano cose belle quando quelle vicine lo sono perfino di più, è il senso errabondo di Ulisse sempre affamato di cose nuove da trovare possibilmente distanti da casa.
Che resti un segreto tra te e me: il picco delle Perseidi è questa notte, per chi ama le stelle e per chi ha desideri da esprimere. Per quanto mi riguarda, come ho avuto modo di scrivere, mi sono saziato di stelle cadenti... Il Palio piuttosto... tra poco ci siamo :)
Per far pari con la bandiera della Lazio mi sa che devo andare a navigare in Spagna, in effetti ci sono posti bellissimi come le Canarie dalle quali si spicca il balzo verso i Caraibi… un sogno nel cassetto, però la loro bandiera ricorda quella del Chievo e del Verona. Dovrò ripiegare sulle Baleari o magari a Barcellona piuttosto che Valencia dove in anni eroici si è corsa la America's Cup… altri sogni nel cassetto.
Sì è vero ho un cassetto molto grande :)
Intanto sto cercando di imparare ad accettare che il vento nasce e soffia dove vuole lui, e provo a comprendere che l’idea di andare da qui a lì è una questione di speranza più che di certezza, o forse di pazienza nel sapere aspettare. Così immagino che anche il destino sia qualcosa di ventoso; io per mio conto tengo pronte le vele, non si sa mai che soffi nella direzione giusta.
“Che tu possa avere, sempre, il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle.” (cit. dal film Blow)
Buon vento!
volèmose bene!
semo [tutti] romani
(Karol Józef Wojtyła)
Nell'equilibrio sbilanciato dei pensieri immagino le nuvole sopra di lei preparare il pianto, e ancora la pioggia cadrà.
La danza dei cirri, le nubi più alte, il barometro che scende, sono molti i segnali che preannunciano l’arrivo del maltempo, quando vedi una shelf cloud ovvero una nuvola a mensola, bhe hai aspettato un po’ troppo e rimane giusto il tempo per riparare in un rifugio che scampi dalla tempesta :)
Che resti un segreto tra te e me: il picco delle Perseidi è questa notte, per chi ama le stelle e per chi ha desideri da esprimere. Per quanto mi riguarda, come ho avuto modo di scrivere, mi sono saziato di stelle cadenti... Il Palio piuttosto... tra poco ci siamo :)