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Il Kendo e l'arte della manutenzione dello Shinai

Post n°226 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da Zero.elevato.a.Zero
 

shinai

Anche se è da più di un mese che sono ricominciati gli allenamenti, c’è sempre un momento particolare per me che segna in modo compiuto l’inizio della nuova stagione di Kendo. Allietata dalla presenza di nuovi iscritti, arriva puntale l’occasione di fare manutenzione per la prima volta, o per quella successiva, dello strumento composto da  quattro stecche di bambù usato in vece della spada, che si chiama Shinai.
Spiegavo così ieri sera, con un pensiero ispirato alla filosofia di Pirsig che ha le sonorità di una bella canzone di Battisti, come l’operazione di cura vada fatta con atteggiamento consapevole, non solo per essere certi di avere tra le mani un attrezzo in perfetto stato, capace di resistere alle sollecitazioni e garantire così il corretto livello di sicurezza, ma anche perché questa cura personale riassume ed anticipa tutto il cammino sulla via della spada.
La prima cosa importante è smontarlo, allo stesso modo con il quale chi si affaccia alla scoperta di quest’arte deve sapere smontare le proprie conoscenze pregresse, separando i vari pezzi si capisce anche la tecnica con la quale è assemblato ed allo stesso tempo si rivede il cammino percorso che ha portato a indossare una divisa color indaco per entrare con riverenza nel Dojo. Sono i pezzi della nostra esperienza che si sommano in quel qualcosa di unico che siamo noi, ma che, con il senso della ragione (dal latino ratio che vuol dire dividere e separare) consentono la visione dei vari aspetti del nostro essere e del nostro voler diventare.
Si procede quindi ad una carteggiatura che, per prima cosa, arrotonda gli spigoli laterali e le asperità dei nodi del bambù, creando contatti più arrotondati tra le parti, così come deve essere il contatto che si produce tra i praticanti del Dojo: tondo ed amichevole.
Si eliminano anche, quando non si tratta del primo utilizzo, le schegge e gli elementi di puntiglio, li potremmo definire le ostinazioni, che si sono creati praticando le tecniche, rendendo di nuovo tutto liscio e piacevole al tatto, molto oltre quello che l’occhio da lontano riesce a vedere, perché è una sensazione intima che solo la pelle può percepire mediante il contatto diretto.
Con olio e pennello si procede a costruire una nuova membrana sullo shinai, in modo da renderlo elastico e resistente allo stesso tempo, lucido, con un aspetto fiero come una spada deve avere, come deve avere anche chi ha l’intenzione di impararne l’uso. Pronto per affrontare le nuove vibrazioni.
Non manca che riassemblare il tutto, curando che le legature abbiano un aspetto confacente e scoprendo con piacere che i nodi e le vecchie piegature non capitano più dove erano prima, perché nuovi nodi e nuovi punti di collegamento sono a disposizione del praticante fino alla prossima necessaria occasione di sciogliere ancora una volta il tutto, e ancora una volta ricominciare a pulire.
Gambatté


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