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Tracciare il Punto Nave: Equinozio d'Autunno 2019

Post n°570 pubblicato il 23 Settembre 2019 da Zero.elevato.a.Zero
 

Rotta

Da giovane ho attraversato le grandi sabbie ed ho capito il senso biblico dell’esortazione a fare deserto. Non è solo una questione di rinuncia agli orpelli e alle superfetazioni, è soprattutto una questione di ascolto interiore, è comprendere dove si è arrivati e per quale strada, in modo da verificare che la destinazione desiderata sia raggiungibile: non è molto diverso dal segnare un Punto Nave.
Raramente il deserto concede silenzio, anche di notte quando il vento cala di intensità, c’è sempre qualche suono o qualche rumore che, proprio perché rarefatto, si coglie più distinto ed accentuato.
Fare deserto per me è soprattutto prestare attenzione ai rumori ed alle visioni che altrimenti passerebbero inavvertite, io che altrimenti frequento il suo opposto solo apparente qual è il mare, che altrettanto canta sempre: dal palpito sommesso delle onde fino alla furia di tempesta.
È di nuovo tempo di equinozio, un punto focale per me, quello d’Autunno soprattutto un tempo di bilanci, che significa mettere sul piatto della stadera eventi, emozioni, esperienze, facendo deserto, tracciando il Punto Nave.
Sfoglio all’indietro la pagina delle mie memorie, molte di queste sono diventate scrittura di questo blog perché ricordare è una palestra difficile per me.
Mi accorgo che se non avessi questo strumento prezioso scriverei ancora le stesse cose, da sempre consapevole di una congettura che mi vede ogni volta sulla stessa rotta, nello stesso modo, con le stesse vele: l’inerzia degli anni trascorsi rende difficile far cambiare posizione all’ago della bussola.
Eppure in questo anno trascorso sono successe cose nuove ed impreviste, alcune raccontate recentemente, altre fischiettate sottovoce pensando a una canzone che leghi i ricordi, perché anche questi, assieme alle onde di certe isole, possono essere imbrigliati.
Con una cara amica scherzo spesso dicendo che nei giorni di nuvole la mia mente si distrae a guardarle e perdo il filo logico del dialogo, anche oggi è un po’ così e non sono certo che il senso “logico” di questo scrivere sia riuscito a galleggiare sopra le onde agitate delle emozioni, così comprendo che appena possibile, libero dalle catene dei doveri, il mio desiderio (impermanente e quindi potenzialmente da evitare) sarà quello di tornare a guardare le nuvole, lasciando che queste cancellino come una gomma bianca da disegno, i tratti imprecisi, i demoni e le paure, per lasciare alla fine soltanto il nitore del cielo.
A tutti l’augurio di un Autunno meraviglioso. :)

Ezio Bosso - The mind on the (Re)Wind

 
 
 
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