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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Gli uomini del "bugna-bu...Gli assassini della democrazia »

La sentenza in appello sul caso Ruby tra giustizia e opinioni

Post n°552 pubblicato il 16 Luglio 2014 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

La sentenza in appello del processo "Ruby" è in dirittura di arrivo.
La protagonista marocchina e l'accusa di favoreggiamento alla prostituzione di minore servono solo a rendere credibile l'ipotesi accusatoria di "concussione". Il vero giudizio su Berlusconi non è per un presunto rapporto sessuale mercenario con una minore, ma per quello più grave di concussione.
Allo stato delle cose, infatti, non esiste nessun elemento probatorio che stabilisca l'esistenza di un rapporto sessuale tra Berlusconi e Ruby. E non sembra che la Procura abbia mai avviato procedure di indagine sui rapporti sessuali della ragazza marocchina con altri soggetti.
E torniamo alla "concussione". La sentenza di primo grado ha trovato sufficientemente provata e credibile l'ipotesi della Procura sul reato di concussione ma dinanzi ad una ipotesi di reato "per induzione" lo ha aggravato sostenendo che vi sia stata "costrizione".
Per il Collegio di primo grado, Berlusconi avrebbe "costretto", facendo leva sulla sua autorità, i funzionari di polizia a consegnare la ragazza marocchina ad un soggetto maggiorenne. Cioè a fare una cosa che è in uso e che è considerata perfettamente legale. Dal procedimento, però, la concussione non è emersa affatto. I due funzionari di Polizia hanno sostenuto tutt'altro, ed a maggior ragione per costrizione significa aver costretto con autorità qualcuno a fare ciò che non voleva. Questo non è accaduto, però.
L'ipotesi originaria della Procura, invece, sarebbe stata più realista, ma anche questa non è stata provata, anzi è stata smentita, e sempre dagli stessi funzionari di polizia che in Aula hanno testimoniato sull'assoluto rispetto e cordialità per il tenore ed il contenuto della telefonata di Berlusconi.
Persino la storia della nipote di "Mubarak" ha trovato riscontro in precedenti e testimonianze in cui la ragazza marocchina millantava questa parentela e dava una versione fantasiosa della sua storia personale. L'escussione dei testi nel processo, certamente utilizzata a favore del gossip (leggi sputtanamento politico), si è trasformata in un discrimine tra chi era già ritenuto pregiudizialmente credibile e chi no. In sostanza non serviva al processo, perché non è servita a fornire certezza di niente.
Ma il reato di concussione per induzione può mai essere così generico? E' applicabile solo per opinione di Procura e di Giudici? Non ha bisogno di riscontri e di prove? Ma che giustizia è mai questa? Ma la telefonata è forse servita a procurare un privilegio, un vantaggio, un utile? La risposta è assolutamente "NO".
L'affidamento del minore fermato ad una maggiorenne l'avrebbe potuto suggerire un qualsiasi avvocato. Concussione per una telefonata informativa chiusa in modo costruttivo e cordiale?
Ma non scherziamo!
Se si volesse estremizzare anche la lettera del Presidente Napolitano al Consiglio Superiore della Magistratura, per dirimere con un nulla di fatto la questione che si era aperta alla Procura di Milano in cui il Capo della Procura è stato accusato dal suo Vice di scorrettezze di favoritismi nell'assegnazione dei fascicoli di indagine, potrebbe costituire il reato di "concussione".
A prescindere dal giudizio politico sul metodo e sulle discriminazioni che si rilevano nel comportamento del Capo dello Stato, ma i "reati" da prevenire e sconfiggere sono ben altri. Vito Schepisi

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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