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Entrerà in vigore il prossimo 12 aprile 2009la legge Regionale sul "reddito minimo" voluta dalla maggioranza dellaRegione Lazio, primo fra tutti Piero Marrazzo. L'iter – ha precisato inuna nota l'assessore regionale al lavoro Alessandra Tibaldi – staprocedendo spedito, e l'attenzione è sempre viva su quella che è statagià considerata una piccola rivoluzione in ambito politico-sociale –non scevra da polemiche e critiche di inopportunità o inefficacia. Adogni modo il dado è tratto e il reddito minimo per precari, disoccupatie inoccupati, sarà realtà fra non molto. Naturalmente (come tutti iprocedimenti legislativi) entrerà a pieno regime solo dopo la delibera del regolamento attuativo, sul quale, precisa però l'assessore Tibaldi, “stiamo già lavorando e verrà approvato in tempi brevi”.
Questo significa che, immaginiamo ragionevolmente, entro la finedell'estate, l'iter giungerà al termine e i cittadini potrannocominciare a preparare gli incartamenti da consegnare al Comune o aiMunicipi di appartenenza (per il territorio di Roma). I beneficiari, cisembra doveroso sottolinearlo di nuovo, dovranno possedere all'attodella presentazione della domanda: almeno 24 mesi di residenza nelLazio, l'iscrizione ai centri per l'impiego, un reddito inferiore a8mila euro nell'anno precedente e non devono aver maturato i requisitiper il trattamento pensionistico.
La legge non è ancora pubblicata sul Bollettino Regionale (lo sarà il28 marzo), ma il presidente Marrazzo parla già di un impegnoaggiuntivo, in termini finanziari, per far sì che la legge sul redditominimo sia davvero incisiva e non si perda nel boom di richieste chegià si intravede all'orizzonte. Altri soldi quindi che si aggiungerannoai 20 milioni già previsti e disponibili, che allargheranno – continuaTibaldi – “la platea di aventi diritto, portandola entro la fine del2009 a 11mila unità”. L'obiettivo è trasformare, nel più breve tempopossibile, il provvedimento da sperimentale a strutturale. Questoaprirà nuovi scenari, assicurano dalla Regione, e proporrà un “nuovomodello di welfare che liberi i lavoratori dal ricatto della precarietàoffrendo loro più garanzie, diritti e tutele”.
La legge, ricordiamo inoltre, non si ferma solo al reddito minimo.Altri servizi e facilitazioni collaterali accompagneranno la manovra,sul fronte della mobilità, dell'istruzione, degli affitti e dei mutui.Inoltre non si esclude la possibilità che i singoli Comuni si adoperinoper rafforzarlo attraverso provvedimenti ad hoc e misure parallele. Nonsi escludono incidenti di percorso, ovviamente, ma se tutto funzioneràsarà un bel passo avanti per il Lazio, che speriamo possa ispirareanche l'azione del Governo Berlusconi in questa direzione.
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