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trampolinotonante

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« il primo passogentilezza fra donne »

la legge naturale

Post n°339 pubblicato il 13 Settembre 2013 da trampolinotonante

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****************

è inutile opporsi

 ma qualcuno ogni tanto cerca di respingere l'acqua :))

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Commenti al Post:
nobileateniese7
nobileateniese7 il 13/09/13 alle 06:07 via WEB
Molto originale e assai significativo, caro Tramp.
Pensavo riguardasse la metafora di John Stuart Mill, invece hai preferito la terribile ironia. Kostis
 
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 13/09/13 alle 16:30 via WEB
ad essere sinceri non intendevo scomodare tanto filosofo liberale.
Non l'ho studiato al liceo, ma in seguito, frequentando un corso universitario di studi. Però la tua precisazione è giustissima. Per capire il funzionamento del mulino, difatti il mulino ad acqua era la metafora preferita da MILL, è necessario tener presente due elementi: per primo , occorre che ci sia una forza naturale, l'acqua che scorre, capace di produrre l'energia necessaria al funzionamento della macchina. Questa energia, che non può essere creata dall'uomo, non è controllabile e risponde a leggi naturali completamente avulse dalle regole dell'etica. Per secondo, è necessario creare un meccanismo capace di sfruttare la forza della natura per trasformarla in ricchezza. Il meccanismo deve essere creato tenendo conto delle conoscenze umane e delle regole che ordinano il vivere civile. Tanto per rendere chiaro il tuo imput e quindi il poensiero di Mill, allo stesso modo, nella società esistono leggi naturali, come ad esempio quelle che regolano la produzione della ricchezza, che non possono subire limitazioni, ma devono seguire le libertà dei singoli individui che naturalmente ricercano il proprio utile e la propria felicità. Della serie Rochefeller, Bill Gates, Berlusconi e non ultimo i Riva e la loro ILVA. Ma tutta questa energia prodotta sarebbe inutile, e potenzialmente dannosa, se non fosse guidata e trasformata da un meccanismo sociale, determinato secondo le leggi dell'etica, ( etica? ILVA, MEDIASET? FIAT, ecc...) capace di distribuire questa ricchezza in modo da trasformarla in ricchezza sociale. Nella maggior parte dei casi, è raro assistere a un comportamento etico e penso che tu sia d'accordo. Se penso alla produzione di energia elettrica dalle centrali atomiche , come FUKUSCIMA, senza che queste vengano rese sicure, e la conseguente tragigità nell'impatto nefasto ambientale, non parlerei proprio di comportamento etico. Ma io , ripeto non intendevo citare Stuart MILL, bensì era una semplice metafora riferita alle forze del destino, ma siprattutto all'altra forza più grande relativa ad ognyno di noi, quella del carattere, che NATURALMENTE, CI COSTRINGE AD AGIRE SECONDO I SUOI PARAMETRI. A DIRLA CON ERACLITO: " Ethos esti daimon antropou" ( il carattere è il demone dell'uomo); il carattere è l'acqua, la forza naturale, noi siamo le pale del mulino. Grazie! tt
 
gioia58_r
gioia58_r il 13/09/13 alle 09:46 via WEB
pensieri profondi che condividi con noi? buongiorno
 
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 13/09/13 alle 16:31 via WEB
Pensieri profondi? dici?? ma no, solo semplici e conseguenti. Se per cortesia hai voglia di leggere la risposta all'amico Kostis, comprenderai tutto. C'è chi vuole opporsi al destino, ma è perfettamente inutile , sarebbe come se le pale del mulino respingessero l'acqua!! Grazie! tt
 
come_sempre_sc
come_sempre_sc il 14/09/13 alle 11:00 via WEB
Splendida metafora.
Preferisco la tua interpretazione a quella di Stuart MILL. Siamo sempre e continuamente sollecitati dal carattere. E' vero che si tende a volte a contrastarlo, ma esso scacciato dalla porta , rientra dalla finestra, come dicesti na volta citando un autore latino: " ....tamen usque recurret". Ricordo solo la chiusura della citazione. Molto bello. Sempre elegante tu,caro Tramp. Valeria
 
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 14/09/13 alle 19:55 via WEB
difatti! era ORAZIO nella X^ epistola del 1° Libro:" Naturam expelles furca, tamen usque recurret" ovvero" Scaccia pure la naturale indole con il forcone, tornerà ugualmente". Ecvco , proprio così: il carattere è come l'acqua che fa girare le pale della ruota del mulino. Non ci si può opporre, altrimenti si fanno gesti e fatti contro la propria natura, con gravi rischi per la propria salute e quella altrui! Però la metafora di MILL è splendida!! Grazie! tt
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 18/03/20 alle 17:15 via WEB
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trampolinotonante
trampolinotonante il 18/03/20 alle 17:56 via WEB
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trampolinotonante
trampolinotonante il 19/03/20 alle 09:21 via WEB
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trampolinotonante
trampolinotonante il 20/03/20 alle 09:40 via WEB
https://players.brightcove.net/102076671001/ShNTDWXQ_default/index.html?videoId=6142647008001
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 09/11/21 alle 16:50 via WEB
Rosa Comi, ma comu?? No parlasti de lu palu della cuccagna????? Era la cosa chiù divertente e chiù famosa della festa. Te la ricordi, sicuramente!!! Allu vertice de lu palu eranu mpisi salami, sarciccie, prosciutti e tante addhe bone cose!!! E mo'??? E mo' la metafora cchiui bella e importante de lh mundu. Cioè??? Lu palu era cosparsu de grassu e quindi ci salis cu pjja se mbrazzava allu palu ma dopu ddoi  metri scivolava r tornava a terra!!!! E allora li pretendenti se mintiane d'accordu. Lu primu e chiù forte e robustu mbrazzava forte lu palu e tenis li pedi fissati forte a terra. Lu secondu salia su le dpaddhe  e stia fermu. Lu terzu sr rrsmpicava sulli primi due e stia fermu dulla spaddha de lu secondu, poi rrivava l'urtimu ca se rrampucava sulli tre e rrjvsva in cima e fjnarmente pijsva sarciccie e prosciutti  e chianu chisnu scindia. Poi scindia lu terzu e finalmente tutti a terra e se spartiane le cose bone. Eccu la morale ca vale pe tuttu lu mundu: se nci damu na manu l'unu cu l:addhu, rrivamu r vincimu sr no nci fregamu. Aiutsrsi è la legge del mondo e di arrjva dappertutto. Ma se uno vuol fare da solo non arfkva da nessuna parte se l'impresa è diffjcile. Ci si deve aiutare: è la legge delu palu de la chccagna alla fiera de Santu Lenardu!!!!!!! Ok?? ❤️❤️❤️💂‍♂️
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 13/04/22 alle 16:42 via WEB
Il dipinto più bello è più famoso al mondo raffigurante l'ULTIMA CENA di Gesù con gli Apostoli, lo ha fatto Leonardo da Vinci e si trova nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Si tratta del sublime CENACOLO di Leonardo. Io lho potuto vedere e ammirare alcune volte e la commozione è grandissima ogni volta. Una leggenda nata intorno al portentoso dipinto narra di Leonardo che non pensava ad altro e medita a tutte le ore del giorno. Camminava lungo le vie di Milano e scruta a i volti degli uomini in cerca di modelli per le sue figure. A volte giungeva sul lavoro soltanto a mezzogiorno, meditabondo. Prendeva il pennello, corregge a un solo particolare ripartiva. Il Padre Priore del Convento si lamentava sempre di questa lentezza nel dipingere. L'importante era trovare il viso giusto per ogni Apostolo. Lavoro' quindi in fretta per l'Apostolo Giovanni e per quasi tutti gli altri. Poi ricomincio' la ricerca e il tormento per le altre figure. E così trascorrevano i mesi e anche alcuni anni. Il Priore si era già pentito di aver affidato il lavoro ad un artista così lento. Se ne lamento' col Duca di Milano, il quale chiese a Leonardo il perché di tanto ritardo. Il pittore gli rispose che gli mancavano due teste da fare, quella di Gesù e quella di Giuda, ovvero quella del Sommo amore e quella del più triste peccato. E non trovava modelli adatti. Una sera in una bisca, al lume di una fiaccola scorse la faccia di un uomo quasi infernale che spiava i dadi del gioco e dava in orribili bestemmie. Leonardo attese nell'ombra che il crocchio dei giocatori si disperdesse quasi al limite della notte. Segui l'uomo, che avendo perso, aveva sul volto i tratti della disperazione. E gli disse:" Vuoi riavere i denari che hai perso al gioco?". "Certo" rispose l'uomo. " Allora seguimi e te li darò", disse Leonardo. Entrarono nella Chiesa, lo fece salire sul palco, lo mise in posa e lo ritrasse nella espressione più trista del giocatore disperato. Ora gli mancava solo Gesù, ma questa è un'altra storia.
 
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