MUSICAEPOESIA

Angelo e l'ira


Buonasera miei cari amici, piccolo ritardo nella puntualità. Eccomi qui vi racconterò cosa è accaduto ad Angelo dopo che Stefania è andata via.Buona lettura a dopo.Angelo prese lo zainetto e senza voltarsi lasciò quel luogo, il sole era ancora alto e alla vista della costa marina s’incamminò verso il mare. Si sedette su di uno scoglio: fermo e immobile fissava l’orizzonte, solo la sua mente vagava ben oltre l’immensa distesa di acqua. Piccole onde oscillavano dolcemente fra loro sembrava una vera danza del mare, tra un pensiero e una parola soffocata le ore trascorse velocemente. Il calar del sole offriva uno spettacolo straordinario, una luce fievole esaltava i magnifici colori del cielo tanto da farlo apparire un tutt’uno con la costa: un effetto al quanto irreale! Si sfilò dalla tasca un biglietto scritto da Stefania e guardandolo con rammarico lo sfiorò con le labbra! Riuscì a coglierne il profumo nonostante il tempo stesse per disperderne l’essenza, inebriando nuovamente i sensi dei ricordi. Prese a leggerlo a voce alta, come se volesse che il mare udisse le parole scritte. Testo citava così: “Ciao mio dolce cavaliere Temerario, sono tre mesi e 23 giorni ,che sei entrato nel mio cuore. Sei entrato dolcemente, ma allo stesso tempo con la potenza di un uragano. Ogni secondo che passa, diventa sempre più importante. “Oltre “ è il nostro tempo, oggi è un giorno speciale che ti rende unico al mio cuore. Il tuo amore Stefania.” Il giovane si alzò di scatto mostrando al cielo quel foglietto, tacita fu l’implorazione! Chissà forse attendeva veramente una risposta? Che fosse dal mare o dal cielo? Il cielo dispone il mare accoglie solo se l’essere ascolta: non sempre gli accordi donano armoniosi pensieri, ovviamente nella nostra anima si annida una grande cassa armonica e come spesso accade, lo spirito non abbraccia la ragione e il non allineamento fa sì che gli accordi sono dissonanti fra loro. Proprio in quel momento apparve dal mare un delfino enorme, che pinneggiando con vigore sulla superficie delle acque, raggiunse in un batti baleno gli scogli ed emise dei suoni allegri. Esibendosi con grazia, diede sfoggio della sua bravura eseguì un tuffo a dir poco straordinario, tanto da inzuppare il giovane rimasto lì impietrito dalla scena. Tuttavia egli ebbe una strana sensazione pensò che si stesse burlando di lui. -“Hei, ti pare il modo di comportarsi? Disse al delfino con voce stizzita. Il nostro nuovo amico continuava a cavalcare le onde e i suoi ultrasuoni echeggiavano nel silenzio del tramonto, indubbiamente stava cercando di “parlare” all’umano che ahimè non comprendeva il messaggio venuto dagli abissi. Che cosa voleva trasmettere ad Angelo? Pensateci! Questo gioco continuò per alcuni minuti, fino a quando il giovane non emise un grido venuto dal suo profondo, tanto da immobilizzare il delfino: che cessò ovviamente di botto l’esibizione. Il viso del giovane si trasformò, il suo sguardo s’infuocò e serrò i denti. L’ira s’impadronì della sua anima e la disubbidienza non conobbe ostacoli, qualcosa dentro doveva sfociare in una ribellione. Si udì nuovamente una voce provenire dal delfino: -“ Sappi che la voce degli dei non trafigge il tuo pensiero, bensì elevano consapevolezza. Tu umano, fai emergere la tua coscienza! Sei solo un piccolo eroe caduto in una blanda tragedia d’amore: una voce solitaria ti guiderà, ascoltala! Solo cosi sarai in grado d’intravedere un faro, altrimenti percorrerai una strada oscura nella ceca negata verità”. Angelo seccato si sedette e prese a scrivere su quel foglietto bianco, ignorando del tutto quella voce: ebbene sì il nostro giovane era indemoniato! Scrisse: “ Mi pento di averti amata, mi pento di averti donato il mio amore, mi pento di essere stato il tuo cavaliere. Adagiata nel giardino del mio cuore ti scritto parole dell’incanto dell’amore, la vera essenza della rosa : ho creduto in te. Tu, sei entrata nella mia vita per ammaliarmi a occhi chiusi ti ho seguito e ora il dolore che provo non conosce pace. Che tu sia dannata! hai trafitto il mio cuore”. Tutto qui! Angelo non riuscì più a scrivere più niente. Si alzò dallo scoglio fissò per un istante il foglio e senza pensarci due volte li prese entrambi gettandoli in mare con un gesto di rabbia. Mare che forse un giorno porterà le sue parole a chi le leggerà, destinatari ignoti! La voce del delfino cercò di addentrarsi nuovamente in un varco temporale per raggiungere la mente del giovane ottuso. -“Angelo vuoi veramente contrariare te stesso? Non farti preda dell’ira domala, non invocare i fuochi delle terre centrali, brucerai con essi. Lascia alle spalle quei segreti, che tali dovranno restare, scoprirli non farà altro che alimentare la tua pazzia. Se ti lasci andare le parole non fluiranno, sarai come un fiume in piena e l’esondazione è disperazione, innalzi gli argini! Lotta Angelo tu sei goccia nel mare immenso. Se andrai controvento capirai la tua forza” In pochi attimi accade l’inimmaginabile, il delfino capì che il giovane era confuso e non riusciva a scindere la ragione dall’ira. Con una grande acrobazia s’innalzò e con la pinna gettò Angelo nel mare, afferrando la sua maglietta lo trascinò giù negli abissi a una velocità fulminea, il giovane dopo essersi dimenato per qualche istante, si arrese!  Arrivati a questo punto del racconto, vi lascio al vostro pensiero e vi chiedo se vale la pena lottare per un amore finto che brucia come l’inferno. Buttarsi tutto dietro dimenticando un passo di vita? È la soluzione giusta?Che sbadata dimenticavo di dirvi che dopo qualche istante dalla bocca di Angelo fuoriuscivano bolle d'aria....smise di respirare. Chi lo salverà?Alla prssima puntata, grazie infinite.Serenella