talentosprecato

Se Internet è pericoloso anche a Miss Italia


Non si sa bene cosa volesse dire la psicoterapeuta Maria Rita Parsi al Dopo Miss  sabato notte, dopo la premiazione di  Miriam Leoni, la spigliata "rossa" catanese che sta suscitando un grande interesse per la evidente ricrescita color castano dei capelli, per la sua magrezza forse fuorviante  forse no, per  quel  suo modo "diverso"  di rappresentare la bellezza nazional popolare. Molto sex and the city ha osservato una giornalista, Miriam sta dividendo gli italiani tra i pro-fili ed i pro-petto, così come del resto sta facendo la bionda Benedetta Mazza di Parma, eliminata a dieci passi dal traguardo...  Ebbene, piuttosto che chiacchierare su questi effimeri aspetti della questione MissmiaCaraMiss come io poc'anzi, Maria Rita Parsi ha tentato un discorso rimasto appunto sospeso, quasi incompreso. Non ha avuto il modo né il tempo di “definirlo”. Carlo Conti ad un certo punto le ha tolto il microfono. Ma che stava dicendo? Rivolgendosi alla neoeletta reginetta della bellezza italiana ed tutte le ragazze nella sala, piuttosto che soffermarsi su uno qualsiasi dei tormentoni del festival della bellezza e dintorni, dalle pillole dimagranti alla famiglia, all'importanza di mangiar bene che, come sottolineato dalla Miriam dai capelli rossi, fa la differenza (quando si mangia), la psicoterapeuta, che a Salsomaggiore ha senz'altro conosciuto le ragazze meglio di noi, ha accennato ad un certo mondo virtuale, (questo nostro forse?) dicendo pressappoco:"Queste ragazze vivono anche il mondo virtuale, vanno comprese anche in questo... perché ora c'è la chat, ci sono i videofonini, youtube e sono cose pericolose, attenzione, molto molto pericolose". Non ho registrato la kermesse in alcun modo. Non posso verificare quanto scritto. Se la dottoressa Parsi volesse approfondire  la questione mi faccia sapere. Mi interessa. Di una cosa sono certa però. Per difetto nei tempi e  nei  modi, a quegli italiani abbandonati indolenti sul divano o sotto le lenzuola, lo scorso sabato notte  è stato recapitato, quasi senza che se ne rendessero conto, un messaggio preciso: Internet è pericoloso. Non è la prima volta che qualcuno si esprime in questi termini parlando del web nel corso di una trasmissione televisiva. Lo aveva fatto Bruno Vespa ad esempio,  nel suo porta a porta: Internet è un mondo spaventoso. Aveva allarmato con il suo solito stile. Chissà cosa voleva dire di preciso, lui che internet lo conoscerà poco ma pare non abbia resistito come noi altri a quella piovra di Facebook,  così come tanti giornalisti ed esperti di comunicazione che avrebbero la possibilità di cercare e portare fuori dalla rete, nelle case degli italiani, opportunità storie che non parlino quasi solo di bullismo, pornografia, ricatti, abbandoni coniugali, furto della privacy .()Non che abbiano tutti i torti. Mica tutto emoticon da questa parte. Io, ad esempio non  ricordo più quale sia il mio nome vero.Vivo “spezzata” in nick diversi in community varie i cui membri hanno sempre qualcosa da dire, da mostrare, da condividere.Leggo quello che riesco alla velocità della luce, muovendo gli occhi su tutto lo schermo e spesso perdo il filo, il mio soprattutto. Sono un pensiero che si snoda o forse un nodo qualunque di una rete mobile, flessibile ed infinita che, qui dentro, è l'unica cosa che mi consente di esistere. Ma se il qui è pericoloso il fuori è lo è molto ma molto di più, soprattutto se lo guardo dalla tv. Non so poi se esista davvero un dentro ed un fuori. Non potrei mai essere nodo, né pensiero, se non fossi prima di tutto persona.Questo mondo virtuale, quello cui forse accennava la dottoressa Parsi, per me non esiste. Mi fa male la schiena se sto troppo seduta ed il dolore è reale. Comunque la veda io, comunque la vediate voi che state leggendo, che usiate questo strumento con criterio o con ossessione, con parsimonia o con passione, che ci  lavoriate o paghiate le bollette o che, piuttosto, attendendo che il vostro amico preferito si connetta già vi batte il cuore, prendetene coscienza: alcuni ci mostrano così, indifesi vittime delle difficoltà della rete, in balia delle sue perversioni.Perché? Beh, ognuno tenta di portare acqua al suo mulino.  L'importante è usare la propria testa e comprendere che non tutto quello che dice la televisione è vero. Raccomandazione banale e scontata? Forse, ma per noi...A suggerirmela il simpatico Claudio Cecchetto, incontrato inaspettatamente alla conferenza stampa di presentazione di Codice Internet (www.codiceinternet.it) lo scorso quattro settembre, a Milano.