Creato da vivaildivertimento il 12/10/2007

Bah!

Questo blog e' dedicato a tutti coloro che si sentono incompresi, maltrattati, sfigati, tristi, arrabbiati, a chi ama la notte piu' del giorno, a me stesso...

 

 

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Io

Tranquilli, non emozionatevi troppo: quello sulla foto non sono io.
Se proprio ci tenete tanto, trovate la mia faccia da c... nel mio album delle fotografie.
Di natura, sono un buono, ma questa è una cosa banale: tutti nascono buoni, più o meno; rarissime sono le persone che nascono cattive.
Come tutti, nel corso degli anni, sono evoluto, cambiato.
Quindi, in fondo in fondo, resto un buono ma attenzione: è più cattiva una persona cattiva oppure un buono incazzato?
E di questo, la gente deve accuratamente tenerne conto.
Il temperamento di ognuno di noi è l'impasto tra il temperamento del proprio padre e della propria madre, ovviamente.
Qual'è il mio?
E' un bel casino: sono un tipo maledetto.
Mio padre è una persona intelligente, magari un pò lento nella comprensione delle cose ma intelligente.
Data la notevole esperienza (settantadue anni) è anche scafato, scaltro, furbo, soprattutto, ovviamente, nelle cose che conosce, come ad esempio, trattare con venditori ecc..
E' estremamente abitudinario ma dotato di una buona cultura.
Molto probabilmente, non avendo un'intelligenza rapida nell'apprendimento, è assai riflessivo, rarissimamente impulsivo e solo esclusivamente a livello emotivo, specialmente, ovviamente, se già il suo stato d'animo incoraggia ciò.
E' un introverso ed un grande solitario, a livello di asocialità.
La sua caratteristica più grande è la testardaggine: mai visto o trovato qualcuno non dico più ostinato ma almeno allo stesso livello.
Si potrebbe azzardare che sia testardo a livello patologico.
Onesto, anche troppo, come pochi, è un tipo severo ma tranquillo, molto tranquillo e gli piace da morire la tranquillità tanto da apparire pigro.
Con tutti i suoi familiari è generosissimo, forse anche troppo.
E' un buono, ha un cuore d'oro ma devo dire che lo nasconde accuratamente bene ed è molto sicuro di se ma, probabilmente, troppo: il suo evitare sempre di mettersi in discussione od in gioco, evidentemente nasconde la paura di veder compromesso tutto ciò che si sente e crede di essere.
Mia madre (settant'anni portati da Dio), invece, è assolutamente estroversa, addirittura troppo: parla ed agisce praticamente senza pensare o solo dopo aver pensato troppo poco.
Ma è estremamente intelligente e rapida quanto basta nell'apprendere.
Se mio padre è un solitario a livello asociale, mia madre, al contrario, ama, anzi, non può farne a meno, di circondarsi di gente.
E' una gran chiaccherona, di ottima compagnia e molto spiritosa, tanto che, addirittura, la cercano.
Ha un gran numero di conoscenze/amiche e chi non conosce, non fa assolutamente fatica a conoscerlo subito ed, eventualmente, ad inglobarlo nel sue compagnie.
Purtroppo è ancora un pò insicura, nulla a confronto a quando era giovane (l'esperienza le ha giovato molto), estremamente apprensiva, anche se non lo fa affatto vedere quando le cose sono veramente serie ed estremamente sensibile.
Anche lei onestissima, anche se vorrebbe contestare molte cose, ma ritiene di farlo nel loro "contesto" cioè facendo ciò che le impongono per poi, eventualmente dopo, protestare.
Molto generosa, direi anche troppo, con molti, figuriamoci con i familiari!
E', però, molto severa, anche con se stessa, ma testarda quanto basta: quando è troppo sa fermarsi.
Sono epici gli "scontri" tra mio padre e mia madre in cui uno dà sempre del testardo all'altro!
Ed il bello è che, spesso, si conclude con un nulla di fatto!
Poi, magari, dato il carattere riflessivo di mio padre (sembra che le cose debbano prima passare un periodo di "quarantena" prima di essere prese in considerazione!), lui le viene incontro ed allora le cose, in qualche modo, evolvono.
Estremamente irrequieta, non riesce assolutamente a stare con le mani in mano per cui si riempie d'impegni ed attività fino allo sfinimento.
D'altra parte, con l'azione, abbassa il suo livello naturale di ansia che è una cosa assolutamente da "record", e come tutte le persone ansiose, se non ha problemi, in qualche modo, li trova.
Se avete letto attentamente e non vi siete addormentati nel frattempo, sono due persone un bel pò diverse (gli opposti si attraggono?).
Ma cosa poteva venire fuori da un'accozzaglia del genere se non un bel casino?
Non dovrei essere io a descrivermi: dovrebbero essere altre persone a farlo dal di fuori.
Ma non c'è assolutamente nessuno che mi conosca sufficientemente bene da descrivermi, perciò vi dirò cose sentite un pò qua ed un pò là e quello che sento dentro.
Hanno detto di me che sono una testa calda ed un pò è vero.
Se hanno detto questo, però, vuol anche dire che nel momento in cui qualcuno non si è aspettato alcun tipo di obiezioni, con me, invece, le ha trovate.
Quello che non hanno capito queste persone è che se hanno trovato contrarietà da me, non è perchè mi diverto sempre (beh, solo qualche volta) a rompere le palle a prescindere da tutto ma perchè ho trovato qualcosa, ma probabilmente ben più di qualcosa, che non mi ha affatto convinto.
Bastava spiegarsi un pò meglio, magari più dettagliatamente, perchè non sono (ancora) uno stupido, anche, al limite, dicendomi (ma SOLO in caso di gerarchie, sia ben chiaro) "fai così perchè te lo dico io e basta!" (traduzione: "è un ordine!").
In realtà, chi c'ha azzeccato di più, è stato un tipo (molto intelligente) che ha detto che sono una persona da saper prendere.
E' una cosa che vuol dire tutto e, soprattutto, niente.
In realtà, significa che bisogna effettivamente conoscermi almeno un pò per interagire efficacemente con me.
E questo, devo riconoscerlo, è molto più difficile di quello che uno potrebbe pensare perchè non sono affatto una persona che si concede con facilità: tutt'altro.
E questo non perchè non mi fidi o abbia paura ma perchè, sostanzialmente, non me ne frega proprio niente di farmi conoscere.
Se questa è la definizione di stronzo, ebbene si: sono uno stronzo.
Sapete qual'è il bello? E' che, se è così, per l'appunto, non me ne frega proprio un bel niente!
Sono nato timido e pieno di incertezze, con un vago, ma assai scomodo, complesso d'inferiorità.
Man mano che sono cresciuto, in tutti i sensi, ampliando tutti i miei orizzonti e facendo mie sempre più informazioni ed esperienze, il rapporto ed il confronto con gli altri è gradualmente cambiato.
Passo dopo passo, non mi sono più sentito inferiore: la consapevolezza su me stesso è aumentata superando anche il livello di parità con gli altri.
A questo punto la stragrande maggioranza delle persone, hanno perso valore per me e , dunque, il loro giudizio su di me non mi ha più minimamente interessato.
Il mio atteggiamento verso di loro è, quindi, cambiato diventando, quando va bene, semplice sopportazione, fastidio o, quando va male, aggressività.
Per inciso, va male quando sono arrabbiato, anche se non con colui che ho di fronte.
Forse chi c'ha preso di più è stato colui che mi ha definito "umorale".
Ma se, diciamo così, ho la luna storta non è semplicemente perchè quel giorno va così: c'è sempre uno o più  motivi scatenanti ben precisi.
E tutto questo, inevitabilmente, inficia nelle mie prestazioni, ma è una cosa normale: riuscire ad ignorare completamente le proprie problematiche mentre si è occupati in altro è una cosa estremamente difficile, non solo per me.
Qualcuno ha detto di me che sono intelligente e, d'altra parte, se prendiamo il mio  rendimento scolastico durante la mia lunga carriera di studente (per inciso, anche ben dieci anni come studente lavoratore) come semplice parametro, non si può obiettare molto: sempre, come minimo, il 93% dell'obiettivo massimo (fate pure i calcoli se volete).
Ma non sono così stupido, come, invece, sono molti, ad equiparare intelligenza con rendimento scolastico: è sufficiente avere una buona memoria per prendere buoni voti.
Più che altro, se lavoro sempre qui, davanti al computer, evidentemente, se mi pagano, seppur poco, qualcuno pensa che ne sia all'altezza.
Principalmente, il lavoro con il computer implica, quantomeno, un adeguata capacità di analisi, necessaria prima di procedere, altrimenti si è solo degli "smanettoni" e, ammesso che si raggiunga l'obiettivo cercato, si perde un sacco di tempo; ed il tempo è denaro...
Quindi, evidentemente, ho almeno una qual certa capacità di analisi.
Essere analitici implica essere anche riflessivi, almeno in quei momenti, ed io lo sono.
Aggiungo io, molto riflessivo.
Sempre riguardo l'intelligenza, sono intelligenti (non l'ho detto io) le persone dotate di senso dell'umorismo, ironia ed, a volte, in base alla situazione, sarcasmo.
Questo semplicemente perchè, aver il senso dell'umorismo, implica riuscire a vedere le contraddizioni e renderle più piacevoli ed accettabili e riuscire a vederle significa essere in grado di notare non un lato solo di una cosa ma almeno due, cosa non da tutti.
E se qualche volta, alle mie osservazioni, qualcuno semplicemente sorride, evidentemente vuol dire che almeno un pò di senso dell'umorismo ce l'ho.
Essere in grado di notare le contraddizioni significa essere anche, come minimo, degli osservatori e quindi lo sono.
Probabilmente, acuto anche, ma questo lo posso dire solo io perchè so di aver, come si dice, rubato con l'occhio molte cose, anche decisamente piccole, quelle che fanno anche differenza.
Non so se ho un'intelligenza vivace e/o più rapida del normale ma so che, una volta imparata una cosa, e forse, in questo, ci metto un pò più degli altri, sono molto veloce nel ripeterla e questa velocità aumenta estremamente con l'aumentare delle sue ripetizioni fino al culmine, in cui, diventa automatica e spaventosamente (sissignori, alle volte mi sono spaventato pure io) rapida.
Un mio amico, molto acuto, ha detto di me che ho momenti di estroversione e di introversione.
E qui torna in ballo l'accozzaglia, ed il casino sopracitato, da cui provengo.
E, d'altra parte, cosa mai poteva essere, altrimenti!
Come già scritto, nato timido, insicuro ecc. non potevo non essere, di natura, introverso.
Poi, nel corso del tempo, mi sono aperto di più verso gli altri e sono diventato più estroverso.
Ora come ora, addirittura, alle volte, decisamente sfacciato e, per fortuna degli altri, raramente ma aggressivo.
Ma, personalmente, mi ritengo più introverso che estroverso: come già scritto non è nei miei interessi ne farmi conoscermi ne concedermi agli altri.
La cosa buona dell'acquisizione di una maggiore consapevolezza di me stesso, è che se voglio conoscere qualcuno non ho particolari difficoltà a farlo.
Un altro mio amico mi soprannominò "il limite" perchè, secondo lui, ero sempre al limite delle mie possibilità.
Ed in effetti ci ha azzeccato.
Come aspetto positivo, essere sempre al limite comporta necessariamente migliorarsi continuamente per poter gestire l'alto livello richiesto da questa circostanza.
L'aspetto negativo sta proprio nel fatto che il miglioramento indotto per essere all'altezza del limite precedente, implica implicitamente il fatto che tale "bandierina" viene nuovamente spostata in avanti.
Così ci si trova in una corsa continua sempre verso nuovi limiti in una durissima competizione con se stessi che, comunque, ti logora e ti destina, prima o poi, a cedere e perdere proprio questa gara: non si può battere se stessi; si vincono una e più battaglie ma la guerra è destinata inevitabilmente, prima o poi, ad essere persa.
E questo è ciò che la gente ha detto di me.
Se non siete svenuti nel frattempo o, più semplicemente, non avete smesso di leggere tutto questo (avreste, comunque, tutta la mia comprensione), adesso arriva il bello: ciò che credo di essere e sento dentro.
Beh, un pò di cose, per vostra fortuna, ve le ho già scritte e dunque, su certi temi non mi dilungo ancora.
Non mi ritengo particolarmente furbo, anzi: credo che, almeno su certe cose, ne ho ancora cose da imparare.
Ma tendo molto a sperimentare e questo non può far altro che aumentare le mie conoscenze ed esperienze (si impara anche così).
Purtroppo, qualche volta, durante i miei "esperimenti", ho fatto il passo più lungo della gamba ed ho dovuto correre rapidamente ai ripari ma li ritengo, comunque, incidenti di percorso e basta: questi episodi non hanno mai fermato la mia voglia di sperimentare.
Cerco di essere abitudinario nelle cose noiose che sono costretto a fare (tipo il lavoro) ma non lo sono nelle cose nuove che mi capitano sotto mano.
Credo di essere dotato di un'ottima cultura che deriva, principalmente, nell'aver frequentato molti ambienti assai diversi tra loro e che, quindi, necessitavano, per esserci, di specifiche conoscenze od informazioni.
Non sono particolarmente curioso: penso di essere nelle norma, in questo e cerco di affrontare le cose nuove gradatamente una alla volta.
Non mi ritengo assolutamente un creativo, cioè uno che riesce a creare qualcosa dal nulla, anzi: odio gli artisti perchè sono sempre senza un soldo e se non trovano uno "sponsor" sono sempre lì ad arrampicarsi sugli specchi.
Ma credo che la mia caratteristica migliore sia essere ingegnoso cioè colui che prende una o più cose già esistenti e le migliora, le perfeziona.
Difatti, tendenzialmente, sarei un perfezionista che forse, per fortuna, nel corso del tempo si è dato una regolata per non esagerare in questo (la perfezione, ammesso esista, è durissima da raggiungere!).
Forse sono un pò asociale ma non me ne importa nulla.
Non sono generoso con gli altri, per niente: mi sento molto egoista e tutte le cose che faccio le faccio esclusivamente per me.
Tendenzialmente testardo ed assai determinato, nel corso del tempo ho necessariamente limato queste caratteristiche: adesso credo fermamente che le cose o arrivano da sole o non arrivano.
Sono nato impulsivo, emotivo, pigro e molto sensibile, tutte caratteristiche che per necessità ho dovuto limare anche queste costruendomi pazienza, sforzandomi (anche troppo) a fare le cose, una corazza per limitare la sensibilità verso l'esterno ed un minimo di capacità di gestire quella interna.
Non mi ritengo particolarmente sicuro di me ma conosco le mie qualità.
Molto severo con me stesso ma anche con gli altri, sono assolutamente vendicativo ed incapace di perdonare.
Non mi ritengo onesto al 100%, anzi: le regole e le leggi le devo interiorizzare profondamente se si vuole che le rispetti.
Amo la libertà e quei pochi soldi che ho, sapendo benissimo, per esperienza vissuta, che non fanno la felicità (almeno per me) mi servono per comprarmela.
Per esempio, io, quando guido, non osservo i limiti di velocità: vado alla velocità che sento di poter mantenere e controllare sulla strada che percorro.
Se questo, od altro, mi costa una multa, la cosa non mi tocca particolarmente: la ritengo il prezzo della libertà.
Nato molto apprensivo, ho cercato di diminuire il suo livello e l'aumento della consapevolezza in me stesso mi ha aiutato molto anche se non sono un tipo tranquillo, purtroppo.
Amo follemente divertirmi e vivo in funzione di ciò e quindi, in questo, tendo all'eccesso.
Sono arrivato a questo punto della vita in cui mi sento sufficientemente soddisfatto: non mi pento di niente di ciò che ho fatto perchè qualsiasi cosa che è stato compiuto è sempre stato il risultato di ciò che le circostanze imponevano, comprese le cazzate.
Considero la mia vita completa e dunque terminabile anche così: di quello che resterebbe non mi interessa assolutamente niente.
Non ho nessuna paura di morire, anzi, non mi interessa affatto: va bene anche così.

Ragazzi: che post eterno, vero?
Pensate che mi sono stancato e stufato pure io nel farlo (ci ho messo tre - 3! - giorni per scriverlo), figuriamoci chi lo leggerà!
Sicuramente vi sarete posti la domanda sul perchè ho fatto questo post.
Per farmi capire? Per farvi sapere come sono fatto? Per sapere come interagire con me?
No, assolutamente no: non mi interessa affatto tutto questo, soprattutto cosa pensavate, pensate o penserete di me.
Semplicemente, avevo del tempo libero da riempire.
 
Baci...

 
 
 
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