Creato da vivaildivertimento il 12/10/2007

Bah!

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Libro


In una Domenica dell'ormai lontano autunno passato, in una delle mie passeggiate nella mia tristissima città, capitai in una libreria dove adocchiai questo libro.
Non lo comprai subito perchè, avendo già il libro "Mein Kampf", ritenevo di avere materiale sufficiente per approfondire la mia personale ricerca sull'antisemitismo e sull'ascesa al potere del nazismo.
Dopo averci pensato un pò su, poichè la questione "Come diavolo ha fatto un solo individuo a rivoltare completamente un paese in soli sei anni (1933-1939)?" era ancora aperta, la settimana seguente, lo comprai.
Questo libro narra le testimonianze dei diplomatici e giornalisti americani presenti in Germania durante il periodo tra gli anni Venti fino a quando, causa la dichiarazione di guerra degli U.S.A.  nel 1941, furono costretti a rientrare in patria.
E', quindi, una testimonianza preziosa soprattutto per la posizione privilegiata (dall'interno) con cui si è potuto osservare l'evoluzione della Germania in quegli anni fondamentali.
Emergono fatti e circostanze importantissime che, oltre a dare un preciso e dettagliato spaccato della Germania e del suo popolo in quegli anni, possono essere facilmente estrapolati anche a situazioni dei giorni nostri.
La cosa più sorprendente è il fatto che il fisicamente insignificante Adolf Hitler non ha inventato un bel niente ma ha solamente sfruttato il suo smisurato talento come oratore ma, per il resto, non ha fatto altro che essere un grandissimo opportunista che ha sfruttato il già profondo radicato antisemitismo del popolo tedesco (il che, mi sa, che mi spingerà ad andare ancora all'indietro del tempo per capire), il malcontento dovuto all'umiliazione subito dalla Germania per il trattato di Versailles nonchè il grande disagio della popolazione per le personali disastrose condizioni economiche dovute, appunto, ai debiti di guerra della nazione che, ovviamente, peggiorarono a dismisura dopo la grande crisi economica del 1929.
Se si legge questo nell'ottica moderna, si potrebbe sostituire l'antisemitismo con l'ostilità verso gli immigrati, il malcontento della popolazione con l'euro scetticismo mentre il disagio per le precarie condizioni economiche, seppur, ovviamente, in misura molto minore, è già presente: manca soltanto un grande oratore...
Altra cosa interessante è che l'antisemitismo non era solo radicato nei tedeschi e negli austriaci ma anche negli americani stessi(!).
Curiosamente, l'ascesa di Hitler al potere è praticamente iniziata con il suo fallito colpo di stato (Putsh) nel novembre 1923 dove, al comando di altri suoi camerati nazisti, cercò violentemente di rovesciare il governo dell'allora debole Repubblica di Weimar.
Arrestato e condannato a cinque anni di carcere, scontò solamente nove mesi perchè venne scarcerato in quanto considerato innocuo(!).
E' in questi nove mesi di carcere che scrisse il suo libro "Mein Kampf" (La mia battaglia) dove sarebbero esposte le sue teorie ed il suo programma nel caso fosse riuscito a salire al potere.
Una volta uscito, si convinse che l'eventuale conquista del potere sarebbe dovuta avvenire con il consenso del popolo tramite votazione.
Fu così che, gradualmente, sfruttando le circostanze, le sue doti di oratore ma anche con l'aiuto delle milizie naziste delle squadre d'assalto/camicie brune (SA) ancora più violente e feroci, se possibile, delle più famose SS, il suo partito nazista conquistò sempre più tessere e voti fino a raggiungere, nel marzo 1933, la maggioranza relativa del 44%, cosa che gli permise di ottenere il mandato necessario a governare dall'anziano presidente Hindenburg.
Da lì, un'inarrestabile ascesa di potere.
Da notare, tra le tante, la singolare motivazione della creazione dei campi di concentramento, atti a "proteggere" gli ebrei dalle violenze della popolazione tedesca a valle dell'istituzione delle leggi razziali a partire dal 1933.
Da sottolineare la tattica adottata, d'ora in avanti, da Hitler, abbastanza ovvia e banale ma non trascurabile: consolidare prima di tutto le posizioni interne per poi, eventualmente successivamente, ampliare le posizioni verso l'esterno.
Ecco perchè, secondo me, l'attuale organizzazione dell'Isis, è destinata, prima o poi, a fallire (e non sono un ottimista) poichè non ha posizione interne da consolidare (è, praticamente, un'organizzazione "itinerante") e la sua politica di espansione non sta facendo altro che crearsi innumerevoli nemici: prima o poi si troverà accerchiata senza alcuna base su cui poggiare.
Il 29 e 30 Giugno 1934, nella "Notte dei lunghi coltelli", Hitler fece un'epurazione violenta dei rimanenti o possibili avversari politici. comprese le frange più estremiste dei nazional-socialisti stessi e ridimensionando radicalmente, nei poteri e nei campi d'azione, le ormai indisciplinate ed ingovernabili SA decapitandone i capi più esponenti e lo stato maggiore compreso il suo camerata ed amico Rohm, generale delle SA.
Da quel momento cominciò a serpeggiare un qual certo nervosismo non solo nella popolazione ma nei nazisti stessi che d'ora in poi sorrideranno malvolentieri alla domanda "Ah! Sei ancora vivo?".
La morte del presidente Hindenburg il 2 agosto 1934 gli permise di unire i poteri di Cancelliere del Reich e comandante supremo delle forze armate con quelli di presidente, in un'unica figura: il Fuhrer (lui stesso).
E' proprio dalla "Notte dei lunghi coltelli" che qualche tedesco cominciò a sospettare che qualcosa non andava ma ormai era troppo tardi: lo stato maggiore del partito nazista, la Polizia Segreta di Stato (Gestapo) e l'esercito personale di Hitler (SS) ormai controllavano tutta la Germania.
Da lì il riarmo, il ripudio del trattato di Versailles nel 1935, la rioccupazione della Ruhr e della Renania.
Curiosamente, Hitler non avrebbe voluto ospitare le Olimpiadi antecedentemente già programmate per il 1936 ma venne convinto dai suoi consiglieri per utilizzarle come propaganda interna ed esterna al mondo intero.
Nel 1938 l'annessione forzata(?) dell'Austria (Anschluss), i Sudeti con la seguente capitolazione dell'intera Cecoslovacchia in seguito all'occupazione di Praga.
Interessante la strategia adottata ed insegnata nei centri d'addestramento delle forze armate tedesche in cui "una decisione rapida ma corretta è preferibile ad una decisione esatta ma tardiva", strategia che è possibile applicare quasi ovunque.
Ed interessante anche la strategia d'attacco adottata per l'esercito in cui veniva data precedenza all'aeronautica militare (Luftwaffe) con i ricognitori all'avanscoperta delle posizioni nemiche a cui seguivano i terribili bombardieri ed, in seguito, le truppe di terra dell'esercito militare regolare (Wermacht).
Curioso l'alibi per l'invasione della Polonia, accusata di essere provocatrice, la profonda convinzione dei polacchi di poter resistere a lungo e l'affermazione di Hitler di non aver voluto la guerra ma di esserci stato costretto!
Curiosa anche l'osservazione degli americani sul popolo tedesco, capace di essere dolce e tenero se da solo con dei piccioni ma allo stesso tempo terribilmente brutale se in gruppo (gli ultras del calcio moderno non suggerisco niente?).
Ovviamente, come tutte le popolazioni costrette a razionamenti alimentari ed altre ristrettezze per una guerra nonchè per l'evento stesso, anche nei tedeschi cominciò a serpeggiare un qual certo malcontento ma, come già detto, ormai era tutto troppo tardi.
Come birilli, cadono Danimarca, Belgio (entrambi senza reagire), Norvegia ed, infine, la Francia.
Al quel punto, singolari le affermazioni di Hitler di non aver più alcuna motivazione per continuare la guerra e cercando(?) un'armistizio con la Gran Bretagna.
Infine, l'invasione dell'Unione Sovietica (operazione Barbarossa) e la dichiarazione di guerra degli U.S.A.
 
Riassumendo (che post lungo!), un libro con molti spunti interessanti e di riflessione.
 
Per quanto riguarda l'antisemitismo, bisognerà che mi spinga ulteriormente indietro nel tempo...

 
 
 
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