Angolo Cattivo

Domenica delle palme


A rivolgere le palme agli dei e le spranghe agli uomini, imparai tardivamente.Sono la coda di un pavone caricata a molla per rincorrere il sole e le sue metamorfosi.La percezione è già cattura.Non sono cartilagine, sono pelle tesa, vibrante ed appuntita di fame di emozione, di sensazioni pure e sensazioni autoprovocate.Esco da me per vincere vane corse, apro le mani per sentire il freddo sulle mani e le crederò ali sfrangiantesi ed in espansione.Amo i panorami dentro visuali squadrate, amo la perdizione di una testa che affonda nel cielo, come un pianeta dentro un pianeta.Dentro un pianeta dopato, vedo uomini precipitare ed uomini comprare le credenziali di semidio.A me basta un quartiere di cielo per sentirmi suddito ed uomo libero.So espanderlo, so squarciarne la pellicola di protezione, sono un chiodo di carne conficcato nel blu.Ieri ho rincorso il sole prima che rotolasse nel mare, come un gesto isolato, come se fosse un evento unico ed irripetibile.Dalle acque basse che imbiancano la roccia, salii sui promontori rigogliosi e verdi, riempiendo i polmoni di strapiombi su cui modulare il fiato e sfidare le vertigini.La distorsione dei suoni umanizzava la natura, chitarrismi, stridori, batterie, umanizzavano il mio urlo, foravano la ruota del pavone, sempre meno colorata, sempre più grigia, poi sempre più nera, come una ruota gommata cicatrizzata dagli attriti.Lentamente mi sgonfio.Se non potrò correre e non potrò camminare, immaginerò la voragine che decapita la mia strada, magari il mare ci sarà davvero a ridefinire sogni rovinosi e cadute bagnate, senza eventualità intermedie.La vanità affonda il pianeta testa in una profondità supposta, come un sasso nello stagno.Gli occhi corrono come palle di biliardo sul tappeto omogeneo, come favola senza draghi ed eroismi, senza carambole, senza contatti, senza buche in cui sistermarsi.Concentrici pensieri persi nelle acque senza memoria di propagazione.Onde e musica assorbiti dal silenzio mistico.Altrove ci sarà rumore di uomini, la melodia del denaro giustapposta al luccicare fallace di bava su sentieri d'oro senza orizzonte.Là, rivolgerò le palme per gli dei e le spranghe per gli uomini.