rumore

ma andate a cacare al Prato!!!


In terra di Arezzo oggi è una giornata ricca di genuflessioni e gesti di sottomissione feudale da parte di chi rappresenta i cittadini.Nello stesso giorno verrà anche il premier Monti, il cui governo si è reso protagonista di manovre economiche talmente critiche che stanno causando suicidi tra imprenditori, artigiani, operai disperati di fronte alla mancanza di lavoro e ai debiti.I politici devono -DOVREBBERO- essere LAICI ed equidistanti.Devono -DOVREBBERO- occuparsi delle politiche sociali, non far beneficienza alle chiese!                                              
da: http://www.uarr.it(UAAR)L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) è l’unico gruppo di “laicisti” che tenta disperatamente di capire quanto costi ogni anno ai contribuenti la presenza sul territorio nazionale dell’unico stato teocratico di questa Terra: il Vaticano. L’impresa dell’UAAR è paragonabile alle mitiche fatiche di Sisifo sia perché i rivoli di danaro pubblico che vanno direttamente ad alimentare la gerarchia ecclesiale d’Oltretevere sono dispersi fra mille e mille Enti statali – dai Ministeri grandi e piccoli fino al più sperduto Comune d’Italia, sia perché, per fare i conti a modo, occorrerebbe considerare anche le infinite elargizioni che arrivano sotto forma di legalissima elusione fiscale all’immenso stuolo di Enti ecclesiastici cattolici presenti in Italia.Quando poi i laicisti, grazie anche al contributo di molti, riescono finalmente con titanica fatica a portare un gigantesco problema di elusione – in un momento di gravissima crisi economica – sotto le luci della ribalta mediatica, c’è sempre un Governo tecnico che si presta a far riprecipitare a valle il masso enorme testè portato in cima al monte. Questo è, ad es., il caso dell’IMU per gli immobili degli Enti ecclesiastici ad uso “non esclusivamente” (!?!) commerciale, di cui si parlerà – forse – l’anno prossimo. Perché – ci dicono i Ministri tecnici – questo è un classico problema tecnicamente difficile da risolvere!Alla stima di 6 miliardi di euro che l’UAAR reputa siano versati ogni anno dai contribuenti italiani alle varie casse di Vaticano e CEI (www.icostidellachiesa.it/), nel 2012 si può, con una buona dose di certezza, aggiungere i 500mila euro che costa ai contribuenti toscani – e italici – la visita del Papa in programma il 13 maggio prossimo nella diocesi Arezzo-Cortona-San Sepolcro, allorquando Benedetto XVI visiterà, fra altri, il santuario de la Verna.500mila euro per andare da Roma a Arezzo e tornare! Non è uno scherzo quando si muove il Papa anche solo per un giorno. Il problema è che l’obolo viene versato da tutti noi, e non solo da coloro che credono che Benedetto XVI sia il Vicario di Cristo nell’Universo! (questa non è una frase a effetto: la giurisdizione canonica del Papa è veramente molto molto ampia).120mila euro li mette la Regione Toscana, 90mila il Comune di Arezzo, la Provincia di Arezzo non lo ha ancora reso noto (ma ha comunicato come dovranno sventolare le bandiere vaticane), e il resto sono costi che deve sostenere il Governo Tecnico – quello i cui Ministri ci tengono molto a non far sapere che sono tutti cattolici praticanti in buoni rapporti con la finanza non solo Vaticana – che deve mettere a disposizione elicotteri dell’Aereonautica Militare per trasportare lo sciame di persone che accompagnano il Sommo Pontefice, un servizio di vigilanza pubblica e uno di vigilanza “segreta”, deve provvedere a gestire il traffico, l’ordine pubblico, “l’emergenza” sanitaria etc.Quando il Comitato Laico “13 Maggio” (www.informarezzo.com/permalink/12079.html) ha iniziato a martellare con email e articoli sui giornali i rappresentanti delle istituzioni locali per sapere il motivo per cui soldi pubblici – cioè di tutti – venissero spesi per una manifestazione di parte – quella cattolica, il refrain delle risposte è stato sempre lo stesso.Infatti, la nostra Regione, notoriamente retta dall’ex-PCI Enrico Rossi, ha invitato a guardare il lato positivo della faccenda: «Si tratta di un evento che sarà seguito da tutti i media e che porterà all’attenzione del mondo alcune delle località più suggestive e ricche d’arte della Toscana. Con le conseguenze economiche che ne potranno derivare». E il Sindaco di Arezzo, l’ex-DC Giuseppe Fanfani, ha proseguito sullo stesso mantra affermando che, “considerando anche gli effetti collaterali di questo grande evento spirituale, ritengo che nessuno possa sottovalutare la positività di far conoscere la nostra città al mondo attraverso la diretta televisiva”.Queste risposte, se ci riflettiamo un attimo, sono stupende! Perché dimostrano che ai nostri amministratori di centro-sinistra, sia agli ex-DC che agli ex-PCI, in fondo della religione cattolica interessa principalmente il lato business. Quello legato, in questo caso, al cosiddetto turismo religioso. Il business val bene una Messa!Tralasciamo per un attimo il fatto che questo presunto ritorno economico gli italiani lo pagano carissimo in termini di diritti civili negati, di gravi ritardi negli sviluppi culturali scientifici e tecnologici – si pensi ad es. a De Mattei alla Vicepresidenza del CNR, di politica nazionale sempre smaccatamente clericale, etc. Una domanda che viene da porre ai nostri amministratori toscani è: ma siete proprio certi che il turismo religioso cattolico porti vantaggi economici atti a ripagare adeguatamente tutta la comunità toscana degli enormi investimenti che deve obtorto collo sostenere? E ancora: non sarebbe molto più saggio investire direttamente in pubblicità a 360 gradi e in forme di incentivo al turismo per la nostra bella Toscana, anziché puntare indirettamente sui turisti cattolici?Queste domande nascono spontaneamente, anche perché la Chiesa Cattolica gioca sempre, quando può, in proprio. Ad es. eludendo le tasse! E’ questo il classico caso della tassazione degli alberghi – pardon delle “Case per i Pellegrini” – che tutti conoscono, compresi i nostri Ministri Tecnici, la UE, le associazioni degli albergatori, gli amministratori locali, etc. Quando viene ristrutturato un convento, ad es. perché le vocazioni sono ridotte al lumicino, allora alcuni locali sono lasciati a bella posta ad uso non commerciale, così da poter accatastare l’intero edificio “ad uso non esclusivamente commerciale”, come prescriveva fino a pochi giorni fa la legge Bersani-Visco affinchè fosse possibile evitare (eludere) il pagamento dell’ICI.