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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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In fondo al tunnel

Post n°1347 pubblicato il 12 Febbraio 2017 da contastorie1961

Giorgio ci restò un po male per lo strano comportamento di Rosalia, tuttavia non fece nulla per trattenerla, e solo quando se ne fu andata ripensò ai minuti appena trascorsi. Quando l’aveva abbracciata e baciata, aveva chiaramente avvertito la sua palpitante eccitazione. Il suo corpo che aderiva al proprio, il respiro fattosi improvvisamente più pesante, il suo profumo, mai come in quel momento erano stati così vicini. Anch’egli non ne era stato immune, ma il rispetto che provava nei suoi confronti l’aveva aiutato a superare quel pericoloso istante. Quando sarebbe accaduto, il palcoscenico non poteva certo essere lo studio di una clinica, però il malumore non accennava a diminuire. Malumore ingigantito dalla comparsa di Giada. Quella donna era tanto bella quanto perfida, e anche molto pericolosa. Avviandosi per il corridoio, si ripromise di richiamare per l’ennesima volta il proprio avvocato. Le minacce della sua ex moglie andavano prese sul serio, su questo non aveva alcun dubbio.


Prima di entrare nella stanza del padre, Rosalia andò in bagno e si guardò allo specchio. L’immagine riflessa, le mostrò una donna dal volto arrossato e gli occhi spiritati. Cosa le era successo? Desiderava Giorgio più di ogni altra cosa al mondo, eppure l’aveva trattato come l’ultimo degli uomini. Era stata una stupida, cosa avrebbe pensato di lei?

Dalla borsetta, prese il beauty case e si diede una breve riassettata. Mentre si passava un filo di rossetto sulle labbra, decise che dopo aver visitato il padre sarebbe andata a cercarlo. Non poteva lasciare la clinica senza avergli spiegato il perché del suo comportamento. Probabilmente, Giorgio si sarebbe messo a ridere e l’avrebbe presa in giro, o almeno così sperava facesse.

Quando entrò nella stanza, Omar avvertì subito la sua presenza. Steso sul letto, gli occhi fasciati da una benda candida, voltò la testa nella sua direzione.

-Ciao, Rosalia- disse con voce roca.

Alla donna venne un groppo in gola ma, dopo aver preso un bel respiro, si avvicinò.

-Ciao papà, come ti senti?-

-Come uno a cui abbiano cavato un occhio, per il resto bene- rispose abbozzando un mezzo sorriso.

-Sono felice che tu non abbia perso la battuta, ho appena parlato con Giorgio-

L’uomo annuì quindi, a tentoni, cercò la sua mano per poi stringerla forte.

-Sono stato il primo a sapere la notizia, tornerò a vedere, sei felice?-

-Non sai quanto, papà, ho pregato tanto per questo- rispose con un filo di voce.

Omar strinse ancor di più le dita della figlia.

-Ma il tono della tua voce mi dice che non lo sei affatto, dovrei sapere qualcosa?-

Rosalia era esterrefatta. Nessuno come suo padre sapeva leggerle dentro in maniera così cristallina, mentire sarebbe stata solo una perdita di tempo.

In poche parole, gli raccontò dell’incontro con Giorgio di poco prima. Omar l’ascoltò senza interromperla, quindi attese qualche istante prima di rispondere. Quando lo fece, il suo tono fu dolce e fermo al tempo stesso.

-Non sei stata una stupida, hai avuto solo paura, e questo posso comprenderlo. Ma sono d’accordo con te, devi andare subito a cercarlo e spiegarti-

-Papà...io non...non so se…-

-Smettila! Io sto bene e non ho bisogno di nulla, vai e fai quel che devi fare-



Distesa sul divano della sua lussuosa villa, Giada sorseggiò la flute di champagne e osservò l’orologio a parete. Daniel avrebbe dovuto essere li a momenti, e sapeva benissimo che lei odiava i ritardi.

Per l’occasione, aveva indossato un kimono originale acquistato anni prima durante una sua visita in Giappone. Originario di quel paese, Daniel amava particolarmente quel tipo d’abito, sopratutto se sotto non c’era nulla. Non l’aveva mai pagato in denaro, ma questo non le aveva impedito di godere appieno di quel rapporto. Daniel sapeva essere un amante delicato e rude al punto giusto, l’esatto opposto di Giorgio, sempre timoroso e troppo reverenziale per i suoi gusti.

Posando il bicchiere, si mise due dita di profumo dietro la nuca e si aggiustò il kimono. Proprio in quel momento, squillò il campanello.

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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