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Pinocchio 2.0 (sesto capitolo)
Post n°1325 pubblicato il 08 Gennaio 2017 da lascrivana
-Cos’hanno in comune un corvo e uno scrittoio?- ripeté Pinocchio. Gatto e Volpe si scambiarono un’occhiata, o meglio, fu Volpe a farlo. -Ma chi l’ha inventato, non ha senso!- disse Gatto. -E nemmeno una soluzione!- ribatté Volpe. Totalmente intento a fissare la porta, Pinocchio non rispose. -Il papà di Alice, l’ha inventato, e una soluzione ci dev’essere per forza- rispose Lepre Marzolina. -Alice, e chi è Alice?- esclamarono in coro i due compari. Lepre alzò gli occhi al cielo e allargò le zampette. -Se non sapete chi è Alice…sparatevi! Nessuno vi ha mai letto le fiabe, da piccoli?- -Ci sono!- Colti di sorpresa, i tre sobbalzarono e si voltarono verso l’ex burattino. -È molto più semplice di quanto si possa credere, strano che nessuno l’abbia mai risolto- disse con un ghigno. -Dai, non tenerci sulle spine, parla!- l’esortò Volpe. Facendo un po il prezioso, Pinocchio si avvicinò ancor di più alla porta. -Cosa usano i corvi per volare?- -Le ali!- disse Lepre. -E di cosa sono ricoperte?- -Di piume!- intervenne Gatto. -Fuochino- -Di penne!- disse Volpe quasi strozzandosi. -Esatto, e cosa si trova solitamente su uno scrittoio?- -Le penne!- esclamarono all’unisono. Sorridendo, Pinocchio guardò Lepre. -Cosa devo fare adesso?- -Nulla di più semplice. Devi solo appoggiare i palmi sulla porta, farti la domanda completa e poi rispondere, dovrebbe funzionare- Con una certa apprensione, Pinocchio fece ciò che gli era stato detto e chiuse gli occhi. -Cos’hanno in comune un corvo e uno scrittoio?….le penne!- scandì a voce alta. Per un istante non accadde nulla poi, con un leggero scricchiolio, la porta iniziò ad aprirsi. -Ce l’abbiamo fatta!- urlò Volpe. -Bravo pezzo di legno!- gli fece eco Gatto -Silenzio, ora viene la parte più pericolosa, dobbiamo rimanere uniti e in silenzio- li ammonì Lepre. Detto questo, si avvicinò alla porta che, nel frattempo, si era aperta del tutto. -Si tratta anche per me della prima volta, però se vado avanti posso orientarmi, sei d’accordo?- Pinocchio annuì, quindi si volse verso gli altri due. -Volpe, tieni quel gattaccio per mano e cercate di stare zitti, per una volta. Lepre farà strada, voi starete in mezzo e io chiuderò le fila, siamo d’accordo?- Volpe aprì la bocca per dire qualcosa, ma Pinocchio alzò un dito, minaccioso. -Ho detto silenzio, da adesso!- Il corridoio per cui si incamminarono, era talmente stretto e basso che Pinocchio dovette abbassarsi per poter procedere. Per fortuna Lepre aveva con se dei fiammiferi che usò per fare luce, altrimenti avrebbero dovuto avanzare al buio. -Non dovrebbe essere molto lungo, e dovremmo sbucare proprio dietro le segrete- sussurrò Lepre. -E i soldati?- domandò Pinocchio. -A quelli penseremo una volta arrivati, dovremo escogitare qualcosa- Dopo altri cinque minuti di cammino, arrivarono a un’altra porta. -Oh no, un altro indovinello?- esclamò Volpe a voce troppo alta, tanto che Pinocchio la fulminò con lo sguardo. -No, qui più che altro servirebbe qualcosa con cui scassinarla- rispose Lepre. -Ci penso io. Volpe, accompagnami accanto alla porta- intervenne Gatto. Quando vi fu vicino, alzò il bastone e lo fece roteare. -Se qualcuno mi da una mano, ha la punta in ferro ed è molto robusto- -Dai qua- disse Pinocchio strappandoglielo di mano. In breve, infilò la punta tra stipite e legno e fece forza. Dopo due o tre tentativi, si udì uno schiocco secco e la porta cedette. E in quel momento accadde il finimondo. Con urla selvagge, una decina di soldati si infilarono nell’angusto passaggio e li circondarono. Erano dei colossi, indossavano pesanti armature e brandivano spade minacciose. Volpe cercò di fuggire ma uno di loro, velocissimo nonostante la mole, lo rincorse e lo stese con una violenta spinta, quindi gli puntò la spada alla gola. -NO!- Il soldato si fermò di colpo, agguantò Volpe per il collo e lo riportò dagli altri. -La regina li vuole vivi, te ne sei forse scordato?- Togliendosi l’elmo che gli ricopriva il volto, l’uomo che aveva impartito l’ordine si profuse in un profondo inchino. -Benvenuti nel regno della regina di Cuori, signori, vi stavamo aspettando- biondiccio, un viso non bello ma gradevole, Rocco li guardò uno a uno. -Non so chi di voi abbia risolto l’indovinello, ha tutta la mia ammirazione. Peccato ci fosse un allarme, che io stesso ho installato- Riavutosi dallo shock, Pinocchio fece un passo in avanti. -Sono stato io, con chi ho il piacere?- disse cercando di dissimulare il tremito. -Non avevo dubbi in proposito, quei due sembrano abbastanza rincoglioniti…- disse indicando Gatto e Volpe. -Mentre quella traditrice di Lepre l’avrebbe fatto prima, se solo ne fosse stata in grado, non è vero?- La poveretta si rannicchiò contro la parete e chinò il capo. -Ma di questo ne dovrai rispondere alla regina, e sai quali sono le pene. Ah, scusatemi, non mi sono ancora presentato. Sono Rocco, convivente della Regina e suo futuro sposo, per servirvi- Pinocchio deglutì. Finalmente lo vedeva di persona, ma non si trattava certo dell’occasione più propizia. Cos’aveva in serbo per loro? Danio Mariani |
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