ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

post. 1post. 2post.3post.4post.5post.6post.7

post. 8post.9post.10post.11post.12post.13pag.14

post.15post.16post.17 ...post.18 ...post.19 ...post.20 ...post.21

 

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 139
 

ULTIME VISITE AL BLOG

woodenshiplascrivanaArechitanoprefazione09tanmikcassetta2c0nsuelocammino_1QuartoProvvisorioje_est_un_autrem12ps12Noir.Desiramistad.siempreNihil.65davidecrow
 

ULTIMI COMMENTI

RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

 

« Una nuova storia da scri...Una Nuova Vita (Sesto Capitolo) »

Una nuova storia da scrivere insieme. 6

Post n°1272 pubblicato il 05 Ottobre 2016 da lascrivana

Dopo che Luisa ebbe lasciato la casa, Durt incuriosito da quello che poteva averla sconvolta, volle andare in giardino per ispezionare il luogo imputato nella vicenda. Diede un’occhiata circospetta, e si sedette sulla panchina;  e da li come Luisa, guardò all’interno della grande finestra del salone, poiché quella postazione offriva un’ottima visualizzazione. All’improvviso la scena davanti ai suoi occhi cambiò, e vide anche lui la madre Mara che discuteva violentemente con il padre, fino al punto da colpirlo in testa con una bottiglia di champagne. Trafelato e stravolto, dall’accaduto, corse in casa. Il padre nel vederlo ceruleo e tremante gli si avvicinò preoccupato.

-Oh mio Dio! Sembra che tu abbia visto un fantasma la fuori!-

Durt guardò il padre come se lo stesse vedendo per la prima volta, lisciandogli le spalle e le braccia, quasi a volersi convincere che il fantasma non fosse lui.

Dopo essersi calmato prese Marco in disparte, e senz dir nulla, s’incamminò verso il giardino.

Arrivati al punto fatale, invitò il padre a guardare verso la finestra.

Stettero li fermi per venti minuti, ma non accadde nulla. Spazientito Marco si ritirò nel salone, guardando dubbioso il figlio: –Quel ragazzo con i suoi racconti, non solo ha soggiogato Luisa, ma ne è rimasto vittima lui stesso!- Imprecò a bassa voce pensando che nessuno potesse sentirlo;e invece si sbagliava: il maresciallo Molinaro che si trovava a distanza ravvicinata, non poté fare a meno di cogliere l’allusione.

-Marco, conosco bene tuo figlio. Non è un uomo che tanto facilmente si lascia incantare dai suoi racconti. Lo sai che se sono qui e proprio perché Durt ha insistito.  Sai quante volte mi ha aiutato a sbrogliare casi complicati? No, qualcosa di misterioso in quel giardino deve essere successo, altrimenti lui non ne sarebbe rimasto così sconvolto -.

Ribadì dubbioso il mareasciallo; poi, rivolgendosi a Capuano che si era offerto volentieri di accompagnarlo alla festa, gli disse se poteva andare con lui in giardino.

Capuano acconsentì; felice di potersi allontanare da quell’ambiente noioso: infastidito, tra l’altro, dal cicaleccio di Mara e delle sue degne amiche. Le uniche donne che offrivano un diversivo come argomento, erano andate via con Luisa.

L’ex maresciallo Molinaro, trascinò faticosamente la carrozzella in giardino per via del pavimento acciottolato; nonostante Capuano si fosse prodigato più volte ad aiutarlo, orgoglioso si era rifiutato categoricamente:

-Non ho bisogno di una baby sitter che mi passeggi- Sbraitava infastidito dalla premura di Capuano: odiava essere compatito.

Arrivati alla panchina trovarono Durt appoggiato al tronco di un albero dalle folte fronde, che ombreggiava il luogo nelle ore più calde del giorno.

-Marescià, mi credi tu vero?-

Domandò Durt cercando di studiare l’espressione di Molinaro.

Senza rispondergli, guardò verso la finestra.  Pazientarono un bel po', prima che Capuano, stanco di stare in piedi per il mal di schiena, si sedette sulla panchina.  Non appena ebbe poggiato il sedere sul freddo ferro battuto, qualcosa si mosse e all’interno della casa e davanti ai loro occhi increduli, si ripeté la stessa scena che avevano visto Durt e Luisa. Ancora una volta, tutti e tre spaventati, si avviarono velocemente verso casa; e questa volta l’ex maresciallo, non fece difficoltà alle offerte d’aiuto, e lasciò che Capuano spingesse la sedia a rotelle.  Nella foga di arrivare velocemente in casa, Capuano, dimentico del gradino d’ingresso, incespicò rovinosamente con le ruote, catapultando Molinaro a pancia in giù sul tappeto del salone.

 

Visibilmente imbarazzato e infastidito, Molinaro sbraitò rivolgendosi a Capuano: -Ora capisci perché mi voglio trainare da solo? Per evitare queste figure di merda!-

Laura

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963