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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Una Nuova Vita (Secondo Capitolo)

Post n°1256 pubblicato il 10 Settembre 2016 da contastorie1961

-Avresti dovuto dirmelo, credo di averne il diritto!-

Senza smettere di torturarsi le dita, Laura sostenne lo sguardo.

-Si tratta pur sempre di mio figlio, maresciallo-

Sbuffando, Molinaro diede una manata al bracciolo della carrozzina.

-E finiscila di chiamarmi così, sai che non mi va! Comunque, vorrei ricordarti che sono stato io ad acconsentire che lo tenessi con te, o te ne sei forse scordata?-

La giovane donna annuì.

-E, di conseguenza, avresti potuto avvisarmi, non te l’avrei certo impedito!-

-Eravate molto nervoso, ieri sera, non me la sono sentita- rispose a bassa voce ma decisa.

-Solo per quella piccola discussione sulla tisana? Ragazza mia, forse non ti conviene sapere quando sono veramente furioso, allora si che sarebbero guai!-

-Si tratta solo del mattino, per il momento. Il pomeriggio potrete ancora coccolarlo e viziarlo- azzardò abbozzando un timido sorriso.

Colpito da quell’affermazione, l’ex maresciallo la fissò intensamente poi, cosa assai rara, scoppiò in una fragorosa risata.

-Dimentico sempre che hai studiato, ma mi sorprende il fatto che ti sia laureata in una scienza stupida come la matematica, avresti dovuto fare la psicologa!-

Laura si avvicinò alla carrozzina e, per la prima volta da quando era stata assunta, gli posò una mano sulla spalla.

-Non sono cieca, mar…ehm…signore, e sono felicissima per come avete accolto Simone, oltre che grata-

Decisamente in imbarazzo, Molinaro borbottò qualcosa e si spostò verso la finestra.

-Va bene, va bene, ma credo tu abbia da fare ora, o mi sbaglio?-

-Vado in cucina. Oggi risotto ai funghi, il vostro piatto preferito-quindi lasciò lo studio.

Non appena la porta si fu richiusa, l’ex maresciallo si voltò e la fissò a lungo. Si, gli mancava già da morire quel marmocchio, e avrebbe fatto di tutto per convincere Laura a riportarlo a casa.

 

 

 

Laura non stava più in se dalla gioia. Erano occorsi sei lunghi mesi per smuovere un po’ quel vecchio orso, riuscendo a fargli ammettere quel che già sapeva. In fondo, Molinaro era una gran brava persona, segnata duramente dalla brutta esperienza che aveva vissuto.

Stava quindi per indossare il grembiule quando, dalla borsetta, le note di Bhoemian Rhapsody l’avvisarono dell’arrivo di una chiamata. Afferrato il cellulare, fu subito assalita da un moto d’ansia. Numero sconosciuto, diceva il display.

-La signora Molardi? Sono il maresciallo Capuano, della locale stazione dei carabinieri-

Non appena udite quelle parole, l’ansia si trasformò rapidamente in terrore.

-Si…si..sono io-

-Dovrebbe venire immediatamente all’asilo di suo figlio, è accaduto qualcosa di inspiegabile, e solo lei può chiarirlo-

I battiti del cuore accelerarono di colpo, il fiato le mancò e la vista parve oscillare.

-Simone?disse con una voce che non riconobbe come sua.

-Venga subito, signora, è inutile che le spieghi al telefono-

Interrotta la comunicazione, Laura si guardò attorno, frastornata e confusa. Di colpo, si sentiva svuotata e priva di forze, Simone…oh mio Dio…Simone! Realizzato il tutto, prese la borsa e vi buttò dentro il cellulare, quindi uscì di corsa.

 

-Mi dispiace…mi dispiace tanto-

Cercando di ricacciare indietro le lacrime, Eva strinse Laura in un abbraccio. L’occhio destro si stava gonfiando vistosamente, mentre del sangue secco sul labbro superiore testimoniavano la violenza subita.

-Ha fatto il tuo nome, quello del bimbo, e sembrava tranquillo. Ma quando gli ho detto che dovevo chiamarti per confermare, ha dato in escandescenze e mi ha prima strattonata e poi colpita. Perché non mi hai mai raccontato di lui…perché?!-

In stato confusionale, Laura si staccò dall’amica maestra e si rivolse al maresciallo Capuano.

-L’ha rapito?più che una domanda era un’affermazione.

-Signora, può confermare che l’uomo che ha portato via suo figlio sia il padre?-

-Alto, un metro e ottanta se non di più, completamente rasato ma con un vistoso pizzettointervenne Eva tra i singhiozzi.

-E’ lui, Paolo Bertesi, ma non so’ dove viva e cosa faccia, sono un paio d’anni che non lo vedo ne sentoconfermò Laura.

-Quindi presumo non abbia fotografie, comunque basta il nome, per il momento-

Detto questo, diede alcune indicazioni al cellulare per poi riportare l’attenzione su di lei.

-Non credo voglia fargli del male, mi sembra piuttosto una vendetta, o ripicca, per quanto ne possa capire-

A Laura sembrava di galleggiare nell’aria. Paolo che torna, rapisce Simone e picchia a sangue Eva…no, non stava accadendo proprio a lei.

-Io…io non l’ho sentito…non capisco…iopoi tutto divenne buio.

 

-Incredibile questa coincidenza, come state, maresciallo?-

Ritto davanti a Molinaro, Capuano sembrava combattuto tra la contentezza di rivedere l’ex superiore e il dramma di Laura.

-Lascia perdere me, come proseguono le indagini?-

-Abbiamo diramato le foto del soggetto, non andrà molto lontano-

-E Laura, come sta?-

-Quando è rinvenuta le ho fatto prendere un tranquillante e accompagnata a casa, ignoravo lavorasse per voi, ora dorme-

-Dobbiamo ritrovarlo, Capuà, a tutti i costi-

-Dobbiamo?-

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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