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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Post n°1079 pubblicato il 12 Novembre 2015 da lascrivana

 

Federico Ponti non riusciva a smaltire la rabbia. Ciò che Giusy aveva fatto aveva dell'incredibile. Il caso Braams era ancora caldo, e quella maledetta stupida aveva portato il giornale al centro della scena. Non che gli dispiacesse, ma avrebbe preferito che i commenti fossero stati positivi, non solo critiche feroci da tutte le parti. Quel mattino, nella sede del giornale, l'aria appariva decisamente elettrica. I colleghi adoravano Giusy, e l'idea di mandarla in terapia aveva provocato parecchi mugugni. I responsabili sindacali, sul piede di guerra, avevano chiesto un immediato incontro con la proprietà non appena avevano sentito parlare di un probabile licenziamento dell'inviata. Ma Ponti, proprietario e direttore della testata, era riuscito a tenerli alla larga, sino ad ora. Non gli importava cosa pensassero di lui, aveva altre matasse da sbrogliare ora.

La versione di Giusy, a onor del vero molto veritiera nella propria plateale grossolanità, era riuscita a convincere i magistrati a scarcerare il principale indiziato. Ed era per questo motivo che, fugando ogni possibile dubbio, credeva molto in Martin King. Ciò che Giusy aveva scritto sul caso, e di questo ne era convinto, aveva a che fare con qualche trauma della sua infanzia, altro che premonizioni. Ponti non credeva a quelle scemenze sul sesto senso o cose simili, le considerava fandonie pure.

 

 

 

Affascinato, il dottor King non poté fare a meno di fissare le labbra di Giusy. Con aria innocente, gli stava dicendo che no, lei non vedeva le cose, le intuiva, e non solo. Per un giornalista, o uno scrittore, l'intuizione era quasi un dono, altrimenti i propri articoli o racconti sarebbero stati sempre scialbi e ordinari.

-Oh, dottor Martin, per me è normale vedere oltre l’apparenza. Io non credo di essere stata eccessiva nel caso Braams, semplicemente ho seguito il mio istinto. Non so' per quale motivo, ma io non condividevo i sospetti dei poliziotti verso il principale indiziato. Troppo facile pensare che Guido Torri, l’amante di Jhoanna, fosse l'indiscusso colpevole -

Martin continuava a osservarla, ipnotizzato da quell’esile figura cosi ferma e decisa nelle proprie convinzioni. Il suo istinto professionale gli suggeriva che Giusy era semplicemente straordinaria, e non aveva nulla, in apparenza, che facesse pensare a dei disturbi mentali. Ma nella sua carriera ne aveva viste sin troppe, e sapeva benissimo che a volte, alcuni soggetti, sanno fingere alla perfezione. Quindi non era affatto il caso di lasciarsi soggiogare dallo sguardo intelligente e dalla mente sveglia di quella giovane donna. Di una cosa comunque era certo, era una delle persone più interessanti che avesse mai conosciuto. Solo una cosa gli risultava alquanto strana: perché il suo carissimo amico Ponti voleva far credere a tutti che Giusy fosse una visionaria?

Nemmeno gli inquirenti credevano che lo fosse, altrimenti non avrebbero scagionato Guido Torri, mettendosi subito alla ricerca del fantomatico patrigno che avrebbe potuto compiere l’atroce delitto, secondo la teoria di Giusy. Da dove fosse saltato fuori questo fantomatico patrigno restava un mistero. Secondo le prime indagini, Jhonna Braams era una ragazza di Londra che si era trasferita dopo aver conosciuto il suo amante, Guido Torri, impegnato in un viaggio d’affari. Interrogato, lo stesso Torri aveva asserito che la ragazza gli aveva raccontato di essere orfana. I genitori, erano morti anni prima in un incendio che, oltre alle loro vite, si era portato via anche la casa.

 

Giusy lo stava fissando. Sembrava aspettasse la sua prossima mossa, che arrivò quasi subito.

-Giusy, vorrei tanto mi spiegassi come mai sei tanto sicura dell'esistenza di questo patrigno- disse con voce pacata.

Lei sorrise e inclinò la testa di lato, un gesto che provocò nel medico un brivido involontario.

-Perché ho fatto un viaggio lampo a Londra, nemmeno il mio capo ne è a conoscenza. Le fonti ufficiali non le ho nemmeno consultate, ma vagando tra le amicizie della Braams, sono venuta a conoscenza di particolari che nemmeno i magistrati conoscevano. Anche se non sono riuscita a scoprirne l'identità, sono sicura che il patrigno esiste, ed è il responsabile della sua morte-

King rimase in silenzio per qualche minuto, pensieroso.

-E' quello che hai scritto nella tua inchiesta, ed è il motivo per cui Torri è stato scarcerato-

Giusy annuì con forza.

-Però non riesco a capire perché gli inquirenti ti hanno creduto- proseguì il medico.

-Di solito non sono molto teneri con i giornalisti, oltre al fatto che questo patrigno sembra essere ancor uccel di bosco-

Giusy si alzò e, in pochi passi, raggiunse la scrivania. In modo sfrontato, si sedette sul ripiano e lo fissò negli occhi.

-Perché contro Torri non hanno uno straccio di prova, per prima cosa. Nell'ora in cui la poveretta è stata ammazzata ha un alibi di ferro, sono stati costretti a rilasciarlo. La mia inchiesta non è stata altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tutto qui-

King dovette ammettere che la spiegazione non faceva una piega.

-Ponti è convinto che io abbia qualcosa da nascondere, che sia preda di visioni riconducibili alla mia infanzia- proseguì la ragazza.

-Ma Ponti è un imbecille. Scusami, lo so' che siete amici, ma questo non cambia le cose-

King fece per dire qualcosa ma Giusy, anticipandolo, scese dalla scrivania e si distese sul lettino.

-Adesso psicanalizzami pure se vuoi, ti dirò ciò che vuoi sentirti dire-

Martin rimase di sasso. Non gli era mai capitato un approccio simile, si sentiva fuori luogo.

-Però, se vuoi, potresti ugualmente aiutarmi- proseguì Giusy sfoderando un sorriso malizioso.

-E come?- rispose il medico con voce roca

Danio e Laura


 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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