ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

post. 1post. 2post.3post.4post.5post.6post.7

post. 8post.9post.10post.11post.12post.13pag.14

post.15post.16post.17 ...post.18 ...post.19 ...post.20 ...post.21

 

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 139
 

ULTIME VISITE AL BLOG

prefazione09woodenshiptanmikcassetta2lascrivanac0nsuelocammino_1QuartoProvvisorioje_est_un_autrem12ps12Noir.Desiramistad.siempreNihil.65davidecrowsolitudinesparsa
 

ULTIMI COMMENTI

RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

 

« Aida 11Vite interrotte la notte... »

Aida : fine

Post n°1058 pubblicato il 25 Settembre 2015 da lascrivana

 

Giulia era morta.

Impossibile, inaccettabile, assurdo.

Appoggiato alla porta della cantina, Michele cercò di ricacciare indietro le lacrime. In parte era colpa sua, di questo ne era perfettamente consapevole. Se non fosse intervenuto, se solo fosse riuscito a tenere a bada il proprio carattere impulsivo, forse sarebbe ancora viva.

Ma non era accaduto, anzi, era avvenuto l'esatto opposto.

E il tutto era successo solo poco tempo prima.

 

Una volta arrivato alla residenza, aveva oltrepassato il giardino per poi raggiungere l'ingresso vero e proprio.

Ma, mentre stava per bussare, si era fermato di colpo. Voci concitate, provenienti dall'interno, l'avevano trattenuto. Sgattaiolando verso una vicina finestra, si era accucciato e aveva sbirciato attraverso le persiane.

E il suo cuore aveva mancato di un battito.

Davanti a Giulia, rannicchiata sul divano, un uomo la stava fissando intensamente. Nella mano destra reggeva una pistola, e sembrava intenzionato a usarla.

Michele non ci aveva pensato due volte. Con un balzo, aveva scavalcato il davanzale ed era piombato nella stanza.

Giulia l'aveva guardato spalancando gli occhi mentre l'uomo, voltandosi di scatto, aveva puntato l'arma nella sua direzione.

Non aveva nemmeno sentito partire il colpo. Solo un lampo, il bruciore alla tempia e l'impatto con lo stomaco di Marco.

Erano finiti al suolo, rotolando e ansimando come due forsennati. Nonostante la differenza d'età, Marco era molto forte e sembrava non voler mollare la presa.

Afferrandogli il polso, Michele aveva cercato disperatamente di costringerlo a lasciare l'arma ma, nel brusco movimento che ne era seguito, il secondo colpo era esploso con un fragore assordante.

Forse fu il gemito, o forse fu quell'attimo sospeso tra l'odore acre della polvere da sparo. Fatto sta che entrambi, ancora avvinghiati, si erano voltati verso il divano.

Giulia aveva la bocca spalancata mentre un filo di sangue, colandole lungo la guancia, le aveva macchiato il bordo superiore del vestito.

Michele aveva avvertito una scossa percorrergli tutto il corpo. Senza nemmeno guardare, aveva sferrato una violentissima gomitata verso il volto di Marco.

Quest'ultimo, urlando di dolore, si era portato le mani al naso fratturato e aveva finalmente mollato la pistola.

Michele se n'era impossessato immediatamente e, senza alcuna esitazione, aveva scaricato tutti i colpi sul corpo dell'uomo a terra.

Non ricordava quanto tempo era rimasto ad osservare il corpo senza vita di Giulia.

Quando aveva recuperato la facoltà di pensare con calma, si era reso conto che nessuno, tanto meno la polizia, gli avrebbe mai creduto.

Si era intrufolato come un ladro, e l'avrebbero trovato con due cadaveri e una pistola fumante ancora in mano.

No, non avrebbe chiamato i poliziotti. Ma qualcosa doveva fare.

E quel qualcosa era fuggire, il più lontano possibile.

Ma, per prima cosa, avrebbe dovuto nascondere i corpi. Aida e lo zio Ovidio infatti, sarebbero tornati prima o poi.

Così, aveva afferrato Marco per le ascelle e l'aveva trascinato in cantina. Una delle botti era vuota e, seppur a fatica, era riuscito a toglierne il coperchio e gettarvi dentro il corpo.

Tornando di sopra, si era chiesto dove occultare Giulia. Non se la sentiva di riservarle lo stesso trattamento di Marco. Ecco, l'avrebbe portata ugualmente in cantina, ma l'avrebbe nascosta in quella fessura che aveva notato prima.

Non ne aveva avuto il tempo.

I passi e le voci provenienti dall'esterno l'avevano bloccato sul posto. Preso dal panico, non aveva potuto far altro che lasciare Giulia dove si trovava, tornare sui suoi passi e richiudersi la porta della cantina alle spalle.

 

Appoggiato alla porta della cantina, si alzò a fatica. Oltre ad aver perso la nozione del tempo, la tensione l'aveva svuotato e privato di forze.

I poliziotti se n'erano di certo andati, ma Ovidio e Aida si erano ritirati oppure, sconvolti da quella tragedia, si trovavano ancora nel salone?

Con estrema cautela, aprì la porta e uscì. Il corridoio era buio, solo una luce filtrava da una porta socchiusa, quella che dava nel salone. Avvicinandosi lentamente, la raggiunse e si appiattì contro la parete. Le voci gli giunsero nitide, si mise in ascolto.

 

-Hai mentito, dunque. Sapevi della tresca tra Giulia e Marco ancor prima che io te lo rivelassi!-

Ritta in mezzo al salone, Aida trattenne a stento l'ira.

Ovidio aveva appena finito di parlare e, passandosi le mani sul viso, annuì lentamente.

-Non sei stata l'unica ad averli sorpresi. Ma dopo averti ritrovata, non potevo rischiare di perderti, perdonami Aida-

La donna iniziò a camminare per la stanza, aprendo e chiudendo i pugni in continuazione. Dopo un tempo che a Ovidio parve interminabile, gli si portò finalmente dinanzi.

-Ho sfidato mio marito per te. Nonostante questo, hai lasciato che la tua unica nipote si abbandonasse ai suoi schifosi pruriti-

Ovidio fece per dire qualcosa, ma Aida non gliene diede il tempo.

-Sapevate tutto uno dell'altro, e solo la tua malattia ti ha impedito di portarmi a letto molto prima. Ci avete trattato come merce di scambio, e questo non posso tollerarlo. Mi fai schifo, Ovidio, vattene immediatamente da casa mia!-

Impietrito, Ovidio si alzò e la fissò intensamente.

-No, Aida, non è come pensi, e comunque non ti permetterò di rovinare tutto-

Senza pensarci due volte, l'afferrò per le braccia sbattendola con violenza sul divano.

-Avrei voluto che accadesse diversamente, ma non mi lasci altra scelta, ho aspettato anche fin troppo!- disse slacciandosi la cintura.

Aida spalancò la bocca ma Ovidio, in un istante, le fu sopra travolgendola col proprio peso.

Terrorizzata, sentì le sue mani intrufolarsi frenetiche sotto la gonna, era bloccata.

 

Nel momento stesso che lo sparo rimbombò nella stanza, il corpo di Ovidio s'irrigidì e s'inarcò. Un rivolo di sangue gli fuoriuscì dall'angolo delle labbra mentre gli occhi, spalancati all'inverosimile, sembravano volessero uscire dalle orbite. Subito dopo, rotolò giù dal divano e rimase immobile.

Lorda del suo sangue, Aida lo fissò inorridita, quindi alzò lo sguardo.

Dopo aver gettato la pistola sul pavimento, Michele si avvicinò al divano lasciandosi cadere sulle ginocchia.

-Ora Giulia è vendicata del tutto, chiami pure la polizia, signora-

Danio e Laura

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963