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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Il vecchio monastero. parte ottava

Post n°1031 pubblicato il 13 Luglio 2015 da lascrivana

 

Seduti sul divano dello studio, Rachele e Cesare rimasero in silenzio per un tempo lunghissimo.

Furiosa oltre ogni limite, la donna fissò il compagno con gli occhi socchiusi. Il livido, appena sotto l'occhio destro, stava passando dal nero a un blu tendente al giallastro. Il contrasto col pallore del volto le diede fastidio, si voltò.

-Io...io non capisco cosa mia sia preso, Rachele. So che è difficile, ma ti prego di perdonarmi- disse Cesare premendosi la borsa del ghiaccio sul viso.

Rachele respirò a fondo prima di rispondere. Ma, quando lo fece, tutta l'ira repressa sino a quel momento esplose come una furia.

-Perdonarti? Hai anche il coraggio di chiedermi di perdonarti!?

Ma ti rendi conto di ciò che hai tentato di fare a quel povero ragazzo?-

Cesare scosse la testa con decisione.

-No...no...tu non puoi capire, non puoi sapere-

Allibita, Rachele si alzò e andò verso la scrivania. Afferrata la rivoltella dalla parte della canna, la lanciò in grembo all'uomo.

-E questa? Cosa mi dici di questa?- urlò.

-Non ho mai saputo che ne possedessi una, per essere cieco nascondi molto bene le tue cose!- per poi pentirsi immediatamente di quelle parole.

-Scusa, non volevo...ma per l'amor di Dio, cosa pensavi di fare?- proseguì in un tono più calmo.

Raggiungendo a sua volta la scrivania, Cesare si lasciò cadere sulla poltrona. Dopo aver appoggiato la rivoltella sul ripiano, aprì un cassetto e vi frugò dentro. Quando lo richiuse, nelle mani stringeva una busta.

-Leggila- disse porgendogliela.

Stupita, Rachele la prese e ne tolse il foglio che conteneva.

Trascorsero un paio di minuti prima che, sconvolta, rialzasse gli occhi.

-Prima di dire qualcosa devi sapere che tu, così come la nostra storia, non hanno nulla a che vedere con quella lettera. E nemmeno la mia decisione di tornare qua vi ha nulla a che fare, visto che ne sono venuto a conoscenza dopo-

Rachele non rispose, limitandosi altresì a rileggere quelle poche righe.

-Fu un notaio, venuto apposta da Madrid, a consegnarmela e leggermela. Mi assicurò che, da vero professionista, non ne avrebbe mai rivelato il contenuto. Non l'ho più rivisto-

Sospirando, Rachele depose la lettera sulla scrivania.

-Ma come faceva a sapere del tuo trasferimento?- domandò.

Cesare si strinse nelle spalle.-

-Non ne ho la minima idea. L'unica cosa che mi è venuta in mente è che le voci, in paese, abbiano cominciato a girare e qualcuno l'abbia avvertito. Non trovo altre spiegazioni-

Rachele ebbe la sensazione che la testa stesse per scoppiarle.

-Fernando è quindi tuo fratello, non riesco ancora a crederci- disse afferrandosi il volto con le mani.

-Così afferma mia madre nella lettera. Anche per me è stato un colpo, credimi. Mio padre, o quello che ho sempre creduto tale, si chiamava Paolo Mainardi. Evidentemente non era così, Rachele. Il mio vero padre, e colui che mi ha reso cieco per tutta la vita, è anche il padre di Fernando. Si chiama Armando Tuarez, ed è ancora vivo da quel poco che ho potuto sapere-

Rachele sentì montarle dentro un sentimento di compassione verso Cesare. Aggirando la scrivania, gli cinse le spalle e lo baciò con tenerezza sulla nuca.

-Sono stata troppo dura con te, sono io che ti chiedo perdono ora-

Afferrandole le mani, le baciò con altrettanta dolcezza.

-Volevo solo spaventarlo e cacciarlo dalla mia casa. D'altronde, come avrei potuto pensare di colpirlo, ho una pessima mira, come ben sai-

Entrambi scoppiarono a ridere a quella battuta.

-Ma è stato solo per merito tuo se Fernando, scosso e forse impietosito dalla mia situazione, ha deciso di non sporgere denuncia- proseguì Cesare.

-Lui non ha colpe. Anch'egli è vittima di un padre indegno e che dovrebbe marcire in galera già da un pezzo- lo interruppe Rachele.

Il volto di Cesare si rabbuiò di nuovo.

-Già, chissà dove si nasconde quel maledetto-

Rachele rimase in silenzio, ma un piano stava già prendendo forma nella sua mente.

Danio e Laura

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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