ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

post. 1post. 2post.3post.4post.5post.6post.7

post. 8post.9post.10post.11post.12post.13pag.14

post.15post.16post.17 ...post.18 ...post.19 ...post.20 ...post.21

 

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 139
 

ULTIME VISITE AL BLOG

woodenshiplascrivanaArechitanoprefazione09tanmikcassetta2c0nsuelocammino_1QuartoProvvisorioje_est_un_autrem12ps12Noir.Desiramistad.siempreNihil.65davidecrow
 

ULTIMI COMMENTI

RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

 

« Il vecchio monastero: pa...Il vecchio monastero: pa... »

Il vecchio monastero: parte quarta.

Post n°1027 pubblicato il 05 Luglio 2015 da lascrivana

 

Rachele rimase immobile. No, non si trattava di paura, non era mai stata abituata a fuggire. L'esperienza del carcere poi, l'aveva temprata e rafforzata sotto quel punto di vista. Ciò che la preoccupava maggiormente in quel momento, era continuare a proteggere la privacy che con Cesare aveva saputo costruirsi. Vivendo lontano dal paese infatti, erano riusciti a limitare le conoscenze. E anche per quei pochi che avevano incrociato, erano i signori Irene e Carlos Dindero, una coppia stabilitasi li da poco. Per la spesa e altre piccole incombenze non avevano problemi. Erano Therese e Juanito ad occuparsi di tutto.

Altresì, si rese conto che non avrebbe potuto nascondersi in eterno. E poi, quel ragazzo aveva un viso dolce, oltre che due occhi meravigliosi.

-Buongiorno- esclamò sorridente.

Il giovane parve colto di sorpresa, ma fu solo questione di un attimo. Sorridendo a sua volta, percorse i pochi metri che li separavano.

-Buongiorno a lei- disse titubante.

-Vive da queste parti?-

Questa volta fu Rachele a rimanere sorpresa. Per qualche secondo, le mancò il fiato e la vista le si annebbiò leggermente. Temette di avere una delle sue solite visioni. Poi i battiti diminuirono e tornò a respirare normalmente. Ma dove aveva già visto quel volto?

-Mi chiamo Irene Dindero...- disse allungando una mano-...e abito in una villa isolata poco distante da qui-

Il giovane annuì con vigore.

-Villa Domingo!- esclamò stringendole la mano.

-Si...credo che in passato fosse abitata da qualcuno con quel nome- rispose incerta.

-Le posso assicurare che è così. Comunque io sono Fernando Tuarez, molto piacere- Il contatto con quelle dita lunghe e affusolate gli procurò un brivido. Fu con una certa fatica che, a malincuore, si sciolse da quella stretta.

Terminati i convenevoli, i due proseguirono la loro passeggiata sulle rive del lago. Di tanto in tanto, Fernando si scopriva a studiare ogni particolare di quel volto bellissimo. Sembrava essere calamitato da quella bellezza eterea, così diversa dalle donne del posto. Parlarono del più e del meno, senza addentrarsi troppo in particolari intimi. Ma, più il tempo passava, più Rachele era convinta di aver già visto quel viso dai lineamenti fini e delicati. E fu per quel motivo che, nonostante si fosse ripromessa di non parlare del passato, gli rivolse una domanda particolare.

-Scusa se te lo chiedo...- passando con naturalezza al tu.

-Sei mai stato in Italia?-

Fernando si fermò e la fissò intensamente. Ogni traccia di sorriso scomparve dal suo volto, sostituito da un'espressione sospettosa e cupa.

-Perché me lo chiedi? Comunque no, non ci sono mai stato- rispose seccamente.

Pentendosi immediatamente per averglielo chiesto, Rachele non seppe come interpretare quella reazione.

-No...scusami...è che... mi sembrava- balbettò.

Fu lo stesso Fernando a toglierla da quella situazione di disagio.

-Non preoccuparti, non importa. Ma adesso devo andare, ho delle cose da fare. Piacere d'averti conosciuta-

Quindi si voltò allontanandosi velocemente.

-Aspetta!- urlò quasi Rachele.

Raggiungendolo altrettanto velocemente, gli posò una mano sul braccio.

Di nuovo, Fernando avvertì una scossa percorrergli tutto il corpo.

-Mi farebbe piacere invitarti a cena, magari stasera se non hai impegni- disse tutto d'un fiato.

In seguito, non seppe spiegarsi il motivo di tanta foga. Così come non aveva valutato la reazione di Cesare una volta che l'avesse informato.

-Io...io veramente...- tentennò il giovane.

-Mi farebbe veramente piacere, Fernando. Non vediamo mai nessuno, e non sappiamo nulla del paese, ti prego-

La menzogna le venne naturale. In realtà, Therese le aveva raccontato di tutto e di più di ciò che accadeva in quel piccolo borgo.

-Va bene. A stasera allora-

Tornando verso casa, Rachele fu assalita dai dubbi. Aveva fatto bene a invitarlo? Come avrebbe reagito Cesare?

Poi avvenne ancora una volta.

Senza alcun preavviso, la vista le si offuscò. Le gambe le cedettero e, in men che non si dica, si ritrovò in ginocchio.

Le parve di svenire, eppure tutto intorno a lei restò immutato. Gli alberi, i cespugli e persino il cinguettare degli uccelli.

Ma, invece del lago, dinanzi a se vide la propria casa, il salone.

Erano tutti li, seduti attorno a un tavolo imbandito.

Therese e Juanito, lei e Cesare.

E poi c'era Fernando.

Troneggiava a capotavola e rideva. Ma non era un sorriso benevolo, anzi.

Li fissava uno ad uno con un ghigno terribile e malefico, gli occhi celesti improvvisamente rossi, iniettati di sangue.

-Finalmente!-

Una sola parola, un verso rauco più che altro.

Rachele sentì il sangue congelarsi nelle vene. Avvertì odore di morte, di putrefazione.

Svenne.

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963