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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Colpevole o innocente? La lettera di Rachele.

Post n°1017 pubblicato il 14 Giugno 2015 da lascrivana

Cesare fissò a lungo il foglio. Nelle orecchie, aveva ancora le parole dell'avvocato, chiare e nitide.

E' stata la stessa Rachele a darmi il permesso di leggere la lettera, signor Mainardi. Come potrà immaginare, gli arresti domiciliari non consentono molta libertà di movimento. Niente telefono, divieto di qualsiasi contatto e, naturalmente, l'arresto immediato se ci si azzarda ad uscire di casa”

Passando e ripassando le dita sul foglio, Cesare scosse la testa. Pur dinanzi all'evidenza, non riusciva ancora a farsene una ragione: Rachele accusata d'omicidio!

-L'ascolto, legga pure- disse in un sussurro.

Schiarendosi la voce, l'avvocato aveva così iniziato a leggere.

 

Caro Cesare, come stai? Mio Dio, questi mesi di lontananza sono stati un vero supplizio per me. E, pur sforzandomi, non riesco nemmeno a immaginare come possano essere stati per te. Ti prego, non pensare che ti abbia abbandonato, lungi da me!

Ma il carcere è stata una vera tragedia, mi sembrava di vivere in un mondo parallelo.

Sono stati mesi duri, Cesare. Ho visto ammazzare una donna, e ho capito quanto possono essere crudeli le persone. Ho avuto paura, tanta paura.

L'avvocato Sarzi è una brava persona, oltre che un ottimo difensore. Mi sono fidata di lui e ti pregherei di farlo anche tu. Resta il nostro solo mezzo di comunicazione, anche se la voglia di rivederti è immensa.

Infine, voglio dirti che non ho ucciso il mio principale. Era un uomo cattivo e meschino, come d'altronde ben sai. Ma non sarei mai arrivata a tanto. Sai quanto ami la vita e quanto ami...te.

Lo so, sembra bizzarro che te lo dica attraverso una lettera letta da uno sconosciuto. Avrei dovuto farlo molto tempo fa, perdonami.

Tu mi credi...vero?

Nella speranza che l'avvocato possa farci incontrare al più presto, ti pregherei di farmi avere una risposta.

So che sei molto discreto, ma ti scongiuro di farlo. Ho bisogno delle tue parole e del tuo conforto.

A presto...

 

Rachele.

 

Titubante, Cesare se l'era fatta rileggere una seconda volta. Anche se pronunciate da una voce maschile, le parole di Rachele lo commossero e irritarono allo stesso modo.

Rachele un'assassina! Ma come avevano anche solo potuto pensarlo!

L'avvocato Sarzi, con calma, aveva atteso la risposta.

-Scriva, avvocato-

Non si trattò di una risposta lunga. Dopo solo cinque minuti, Sarzi richiuse il foglio in una busta.

-Grazie signor Mainardi, teniamoci in contatto- disse avviandosi verso la porta.

-Avvocato...-

Con la mano già sulla maniglia, il legale si voltò.

-Quante possibilità ci sono che Rachele venga scagionata del tutto?-

Anche se non poteva vederlo, Sarzi sorrise.

-E' molto semplice, signor Mainardi. Bisognerebbe trovare chi, veramente, ha ucciso l'antiquario-

Detto questo, si richiuse la porta alle spalle.

Rimasto solo, Cesare si sedette al pianoforte.

Le dita, lunghe e affusolate, iniziarono a sfiorare i tasti.

Dapprima lentamente, poi sempre più forte. Le lacrime, da quegli occhi vacui e bianchi, sgorgarono copiose.

Interrompendo di colpo il pezzo, si lasciò quasi cadere sul divano li accanto.

Anch'io ti amo Rachele” disse alla stanza vuota.

 

Rintanate in uno scantinato, Miriam e le sue compagne si cambiarono d'abito.

-Prima di tutto, dobbiamo procurarci dei soldi, poi ci occuperemo di quella stronzetta-

Pamela, una delle altre due, intervenne timidamente.

-Te la sei proprio legata al dito vero?-

Esibendo un ghigno per nulla rassicurante, Miriam si allacciò l'ultimo bottone.

-Paula ha già pagato per la sua arroganza, ma quella troietta sembrava non aver paura di me. Voglio farle cambiare idea-

Il tono, fece venire i brividi alle sue compagne di fuga.

-Andiamo, abbiamo perso sin troppo tempo-

Danio

 

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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