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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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« Nati nella famiglia sbag...Nessuna fuga dall'anima. »

Nati nella famiglia sbagliata: a un passo dalla verità

Post n°1003 pubblicato il 18 Maggio 2015 da lascrivana

 

-Ciao Agnese, sono tornato. Non vieni ad accogliere il tuo maritino?- sbraitò Lucio una volta entrato in casa.

I punti, ancora freschi, gli stavano dando un fastidio tremendo.

-Ti avviso che sono di pessimo umore, non ti conviene farmi arrabbiare!-

Lasciò trascorrere qualche secondo, scandito solo dalla pendola posta nell'angolo.

-So che sei di sopra. Ti do due minuti per scendere, dopo di che...-

 

Seduta sul letto, osservai Carmine junior dormire. Nonostante le urla di Lucio, non si era mosso di un millimetro.

Dirigendomi verso la porta, maledissi John per avermi messo in quella situazione. Una volta che ci fossimo rivisti, avrei dovuto parlargli chiaro, non poteva continuare in quel modo.

Non appena scesi le scale, mi accorsi immediatamente che qualcosa non quadrava. A parte il volto sofferente, notai subito le macchie sui pantaloni, la giacca sgualcita e le chiazze di sudore.

-Ciao Lucio, come mai questa bella sorpresa?- mentii senza pudore.

Sempre zoppicando, mi si avvicinò sorridendo.

-Non sei mai stata brava a mentire, ma farò finta di niente. Dov'è mio figlio?-

A quel punto, i miei propositi di mantenere la calma, si sciolsero come neve al sole.

-Tuo figlio cosa, maledetto! Che sei venuto a fare, vattene e lasciaci in pace!-

La mia reazione, evidentemente, dovette coglierlo di sorpresa. Ma durò giusto qualche secondo.

Afferrandomi per la gola, mi spinse con violenza contro la parete. Mi sentivo soffocare.

-Se speri che quel ommemmerda di John venga in tuo soccorso, hai sbagliato tutto puttanella!-

Lo schiaffò partì improvviso, facendomi voltare la testa dall'altra parte.

-Non hai ancora capito che gli servi solo per scopare? Il marmocchio è arrivato per sbaglio, si è dato del coglione quando l'ha saputo-

La sberla, in confronto a quelle parole, era stata solo una carezza.

-Non è vero!- urlai con tutto il fiato che avevo in gola.

-John e io ci amiamo, Carmine junior è tutto per lui!-

La sua risata, echeggiò per tutta la casa.

-Povera sciocca. Come si vede che non conosci gli uomini!-

Allontanandosi, si diresse verso il mobile bar.

Dopo essersi versato un'abbondante dose di whisky, tornò verso di me.

-Sono stanco e ho bisogno di riposare- proseguì con più calma.

-Ma non mi fido di te, per cui...-

Vuotando il bicchiere d'un fiato, mi afferrò per i polsi.

Un istante dopo, un paio di robuste manette mi tenevano legata a uno dei termosifoni vicino alla finestra.

-Ma che fai!- gridai disperata.

-Il bambino è di sopra. Sta dormendo e potrebbe svegliarsi da un momento all'altro!-

Senza degnarsi di rispondere, si avviò verso le scale. Solo quando fu in cima si voltò.

-Non preoccuparti, baderò io a lui-

Il ghigno con cui pronunciò quelle parole, mi procurò brividi per tutto il corpo. Iniziai a piangere.

Non appena entrò nella stanza, Lucio si avvicinò subito al lettino.

Carmine junior, disteso supino, stava dormendo beatamente. Reprimendo a stento un sorriso soddisfatto, si portò automaticamente una mano all'inguine. La fitta, forte e dolorosa, gli fece serrare la mascella.

-Ancora un po di pazienza piccolo, poi faremo finalmente conoscenza-

 

John non sapeva darsi pace. L'ennesima discussione con Agnese l'aveva prostrato, era decisamente stanco.

Odiava Lucio con tutto se stesso e, più d'una volta, era arrivato al punto di pensare di ammazzarlo.

Ma il terrore verso i Campisi era ancora forte, così come la voglia di eccellere in quel mondo fatto di becera violenza.

Ma ora c'era Carmine junior a cui pensare. Quel figlio tanto voluto e nemmeno riconosciuto come proprio.

Improvviso, il pensiero di Lucio solo col bambino lo fece trasalire.

Sarebbe tornato alla casa di campagna, costasse quello che costasse.

 

Fuori di se, Renzo Lucisano sbatté la porta. Sordo dinanzi alle preghiere della moglie, aveva deciso di recarsi dai Campisi. Erano trascorsi ormai due giorni dalla scomparsa di Carlo, e il sospetto che la famiglia mafiosa ne sapesse qualcosa, si faceva certezza ogni minuto che passava.

Avrebbe affrontato Carmine con decisione, fosse anche stata l'ultima azione della sua vita.

Una volta arrivato davanti alla villa, incrociò il fratello Michele che ne stava uscendo.

-Che fai qua?- disse quest'ultimo guardandolo sorpreso.

-Sono cose che non ti riguardano...- rispose piccato. Ma se ne pentì subito dopo, in fondo si trattava di suo nipote.

-Carlo è scomparso- disse seccamente.

-Ieri, a scuola, non è mai arrivato. E non ha mai passato la notte fuori casa senza avvisare. E adesso fammi passare-

Michele, molto più corpulento, gli bloccò la strada.

-E cosa ti fa pensare che Carmine Campisi ne sappia qualcosa?-

Renzo lo fissò astioso.

-Quando succede qualcosa di brutto, Carmine Campisi ne è sempre a conoscenza. E tu dovresti saperlo. E adesso scostati, ho già perso sin troppo tempo-

Michele si spostò di lato.

-Stai facendo una cazzata Renzo. Sei mio fratello e ti voglio bene. Ma se entri la dentro, non posso assicurarti protezione-

Esibendo un sorriso forzato, Renzo sputò per terra.

-Ma sei tu a non essere più mio fratello, credevo fosse risaputo ormai-

Detto ciò, varcò il cancello avviandosi lungo il vialetto.

Danio e Laura

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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