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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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« New Orleans: L'amara VeritàNew Orleans: Lucio Campisi. »

New Orleans: una bizzarra idea.

Post n°990 pubblicato il 24 Aprile 2015 da lascrivana

 

Con passo spedito, m'incamminai per le strade polverose di New Orleans. Avevo indossato un semplice e castigato vestitino di cotone scuro. Al collo, avevo annodato il foulard nero che mamma, solitamente, usava nella funzioni religiose.

Un paio di occhiali, grandi e scuri, completavano il mio travestimento.

Camuffata in quel modo, sarebbe stato difficile riconoscermi, tanto meno per John.

Quando arrivai alla villa, ebbi solo il tempo di vederlo uscire con la sua automobile, una Cadillac nuova di zecca.

Agii d'istinto. Non appena scese per richiudere il cancello, m'intrufolai veloce sul sedile posteriore e mi coricai sul fondo.

Lui sembrò non essersi accorto di nulla. Dopo essere risalito, ingranò la marcia e ripartì deciso.

Dopo qualche chilometro, la posizione iniziò a darmi fastidio, volevo alzarmi.

 

-Puoi anche metterti a sedere Agnese, pensavi forse che non mi fossi accorto di nulla?-

Le sue parole mi lasciarono di stucco.

-John...io...io...-

Il suo sguardo, di ghiaccio, mi penetrò attraverso lo specchietto retrovisore.

-Stai zitta adesso, zitta-

Parole pronunciate con stizza, astiose.

Ritornando in posizione eretta, mia avvicinai al poggia testa.

Senza alcun ritegno, iniziai a baciarlo. Sul collo, dietro le orecchie, sulla mascella irrigidita.

Il profumo di sapone al muschio e acqua di colonia m'inebriò, chiusi gli occhi.

Senza rendermene conto, allungai una mano intrufolandola nella sua camicia sbottonata.

Il suo respiro, già affannato, si fece convulso, irregolare.

Inforcando una strada sterrata, giungemmo infine in una specie di radura. Spense il motore e, il silenzio, ci avvolse improvviso e roboante come una salva di cannone.

Voltandosi verso di me, mi afferrò la nuca e mi baciò con passione.

Colta di sorpresa, mi lasciai andare e ricambiai con altrettanto ardore.

In quel momento, il motivo per cui ero andata a cercarlo passò in secondo piano. Ero con lui, e tanto mi bastava.

Senza che me ne desse il tempo, mi ritrovai distesa sul sedile posteriore, il suo corpo a premere contro il mio.

Il desiderio, per troppo tempo represso, esplose in tutta la sua furiosa passione.

Quando alla fine, ci rimettemmo a sedere, ci guardammo intensamente.

Io, col vestito ancora tirato sulle natiche, abbozzai un timido sorriso cercando di ricompormi.

Lui, la camicia aperta sul petto e i pantaloni slacciati, mi fissava serio.

-Perché mi hai cercato Agnese, perché-

La domanda mi lasciò interdetta.

Il motivo per cui ero andata a cercarlo, mi riempì la mente come un'onda anomala.

-E' vero che sei stato ingaggiato da Campisi per far fuori mio padre?-

Fu come un fulmine a ciel sereno. Improvvisamente, John si mise a tartagliare.

-Co...come sei...ve...venuta a saperlo?-

La sua titubanza, m'innervosì ancor di più.

-Non ha importanza come l'abbia saputo!- risposi acida.

La consapevolezza di aver colto nel segno, mi ferì ancor più delle sue parole. Quanto avrei voluto che le smentisse. Quanto avrei voluto non vedere quello sguardo impaurito e privo di difese.

-Perché John, perché proprio tu!- continuai imperterrita.

Lui chinò il capo. Quando lo rialzò, i suoi occhi erano velati di lacrime.

-Sono stato costretto Agnese, lo capisci questo? Io non vorrei mai far del male a tuo padre ma...-

Lasciando la frase in sospeso, distolse ancora lo sguardo.

-Sei costretto da chi? Da quel delinquente di Campisi? Rispondi maledizione!- ormai ero inviperita.

-Sto cercando una soluzione Agnese- disse con un fil di voce.

-Ma questo non smentisce il fatto che sei diventato un mafioso!- gli urlai con tutto il fiato che avevo in gola.

Prendendomi le mani, mi fissò con gli occhi ancora gonfi di lacrime.

-Non potrai mai capire quanto mi odi per esserlo diventato, ma non ho potuto farne a meno. Ed è il motivo principale che mi ha spinto ad allontanarmi da te, credimi. Non volevo coinvolgerti-

Stringendomi al petto, m'infilò le dita nei capelli, accarezzandoli.

-Ho un piano Agnese. Rischioso fin che vuoi ma intendo attuarlo-

Colta da un'improvvisa speranza, mi staccai da lui guardandolo interrogativa.

-Campisi ha un figlio che adora più di tutto al mondo, farebbe qualsiasi cosa per lui. Solo che, disgraziatamente per lui, ha altre ambizioni-

Lo guardai stranita, non sapevo dell'esistenza di un figlio.

-Ecco la mia idea Agnese, ma ti prego di ascoltarmi bene-

Non so per quale motivo, ma iniziai a tremare, avevo paura.

-Se vogliamo salvare la tua famiglia, dovrai sposarlo Agnese- disse tutto d'un fiato.

Io spalancai la bocca, inorridita.

-Ma...ma sei pazzo? Che diavolo stai dicendo?-

Lui mi afferrò le guance, avvicinando il mio volto al suo.

-Quel ragazzo è impotente Agnese. Non hai idea di quante volte, suo padre, ha pagato fior di prostitute per farlo diventare un uomo vero. Nulla da fare-

Scossi la testa, incapace di comprendere.

-A Lucio piacciono i masculi Agnese, non l'hai ancora capito? Ed è per questo che, tutto giulivo, ha accettato la mia proposta-

Sempre più sbalordita da quelle rivelazioni, non osai fiatare.

-Gli ho promesso che gli avrei fornito i migliori stalloni di tutto il paese, ma ai miei patti, naturalmente-

Non riuscivo a crederci. Sposa di un omosessuale!

Ma come aveva potuto partorire un'idea del genere?

-Io voglio dei figli da te, amore- proseguì dolcemente.

-Ma ciò che ti ho appena detto, è necessario affinché non accada nulla a te e alla tua famiglia-

Chiudendo gli occhi, cercai d'immaginare la mia vita futura.

Lui non disse nulla, in attesa.

-Non lo so John. Non credo di poter reggere una messinscena simile. Ti amo, ma ho paura. Ci devo pensare-

Lui mi guardò, incredulo.

-Non c'è altra soluzione Agnese, pensaci-

Danio e Laura.

 

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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