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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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« Colpevole o innocente? (Parte 6)Spettacolare reazione. »

Colpevole o innocente? (Parte 7)

Post n°406 pubblicato il 01 Maggio 2012 da lascrivana

 

Cesare era riuscito a travolgermi nel suo mondo anche in quell'oscura e tetra cella che mi ospitava.

Forse era meglio per lui se non sapesse nulla di quello che mi stava succedendo;si sarebbe sentito ancora più impotente per la sua cecità.

Un mesto sorriso mi si disegnò sulle labbra al pensiero di quella folta chioma sempre spettinata,la barba sempre un po' cresciuta.

Per lui l'apparenza era solo una condizione d'igiene.

Sarebbe stato bello invecchiare al fianco di qualcuno per cui il ricordo di te stessa sarebbe rimasto invariato nel tempo.

Non avrebbe mai visto il tuo corpo decomporsi e sfigurare sotto i segni del tempo;anche se sicuramente palpandolo ne avrebbe percepito la differenza.

Ma non avrebbe anche mai potuto ammirare la bellezza che certi giorni irradiava il mio viso al punto che anche il mio specchio ne rimaneva ammirato,e solitamente lasciava agli altri l'opinione.

La vita con Cesare non sarebbe stata di certo una passeggiata,avrei dovuto rinunciare a molte cose.

In fondo la vita non è facile per nessun;basti considerare l'inaspettata e terribile situazione che mi aveva coinvolta innocentemente.

Il mio pensiero istintivamente deragliò su Lucia e alla sua violenta reazione quando le domandai a tavola se aveva dei figli.

Ero entrata nel refettorio per il pranzo e dopo essermi servita dal banco una porzione di carne con patate,cercai posto tra i tavoli.

Senza nemmeno guardare chi fosse seduto vicino mi accinsi ad occuparne uno,la discreta fila di donne che mi seguiva mi lasciava pensare che dopo un po' sarebbe stato più difficile.

La sala era grande a sufficienza da contenerci tutte,ma io non potevo di certo saperlo,visto che era la prima volta.

In effetti le altre con calma riempirono i loro piatti servendosi un po' di tutto.

A me la pasta scotta non piaceva,e quella minestra aveva un aspetto poco invitante,tanto da farmi storcere il naso al solo odore.

-Si vede che sei novellina presto ti abituerai anche al nostro rancio.

Oh si che ti abituerai e ti piacerà pure.-

Non mi girai nemmeno per guardare in faccia l'interlocutrice che aveva usato quel tono aspro e gratuito.

Iniziai di malavoglia a sbocconcellare qualche pezzetto di carne,non è che avessi molta fame e quella stanza grande e grigia come il resto del carcere metteva tanta tristezza.

-So come ti senti,ci sono passata anch'io ... i primi giorni certo è più terribile;anche se non ci si abitua mai,alla fine ti rassegni.-

A parlare fu la donna a cui mi ero affiancata per pranzare.

-Lieta di conoscerti ... il mio nome è Rachele-

Guardandola finalmente in faccia e con gran stupore mi resi conto che senza farlo apposta mi ero seduta al fianco di Lucia,la donna che maggiormente mi aveva colpita in quel contesto di prigionia.

-Lucia -

Mi rispose con tono licenzioso,un chiaro invito ad interrompere lì la conversazione.

Finii di pranzare in silenzio,non era mia intenzione invadere la privacy di nessuno.

Qualche altra commensale si domandò da quanto tempo fossi arrivata e come mai;risposi cortesemente a tutte eludendo il motivo della mia carcerazione ... non ero ancora pronta per parlarne.

Intuendo il mio disagio Lucia finalmente si degnò a rivolgermi la parola.

-Ti tempesteranno di domande fino alla noia ... preparati anche a questo.-

La osservai e dal suo sguardo capii che era stata già tormentata a sufficienza anche lei,quindi evitai di fargliene anch'io.

Fu lei invece a rivolgermene qualcuna discretamente,informandosi della mia situazione familiare.

Istintivamente dopo averle risposto che vivevo da sola e che i miei erano morti già da diversi anni,mi venne spontaneo domandarle se anche lei avesse famiglia o se avesse dei figli.

Subito dopo averglielo chiesto mi morsi la lingua.

Ma come mi era venuto in mente di domandarle se aveva dei figli?

Eppure ero parzialmente a conoscenza della sua storia visto che Berta la donna con cui avevo scambiato due chiacchiere sedute sulla panca del cortile,mi aveva informata.

Ma ciò che mi stupii fu la sua reazione alla mia domanda.

Si alzo di scatto turbata,come se involontariamente avessi colpito nel segno.

L@ur@

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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