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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Diario di una gravida

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Convivenza

Post n°185 pubblicato il 16 Gennaio 2008 da sara_1971

La mia esistenza che, sia chiaro, certo non era lanciata sul binario dell’alta velocità neanche prima, ha subito un brusco rallentamento da quando sono tornata a vivere nel Castelletto Imperiale.

Solo la mia tempra zingara mi permette di non dare sfogo alla esplicitazione del mio sentire interiore che si evidenzierebbe altrimenti in palesi gasteme non bonificate.

La Regina Madre continua a ripetermi le sue convinzioni con la cocciutaggine di uno sbirro. L’uso primordiale di alcune parole evidenzia una non completa condivisione con quelle che sembrerebbero essere le mie ultime decisioni in ambito lavorativo.

Nei suoi monologhi trovano largo impiego i sinonimi e le ardite metafore, attraverso l’istigazione di un linguaggio già ricco di termini poco garbati (Vorrebbe fare la scrittrice, lei, la scrittrice… una mentecatta che è capace solo di infestarmi la casa con bestie insopportabili… e quell’altra che le va dietro… n.d.r.: Erba, credo si riferisca a te). La mia indifferenza statuaria si evince dal tono da rockstar gentile che uso per risponderle o meglio per comunicare quel minimo che renda possibile la convivenza.

Ma non è questo il punto. Uscire di casa è diventata una impresa titanica.

Il felino raccattato per strada (post sliding doors 2 della rubrica cazzaturificio) rifugge l’integrazione in codesto serraglio, evidenziando una schietta antipatia per qualsiasi essere vivente, nonostante io abbia perseguito con ogni mezzo una fratellanza spirituale tra lui ed il resto del circo. Se a questo si aggiunge che la Zia Cortigiana vaga per casa dalle 4 del mattino con un mazzo di carte in mano cercando un compagno per le sue efferate partite di burraco, vi renderete conto che al mattino non siamo precisamente una famiglia da Mulino Bianco.

Ore 6.30: Suona la sveglia.

Sara apre gli occhi e invoca tutta la pazienza del mondo per l’ennesima volta. Si alza, indossa un maglio di acciaio e si dirige verso l’ingresso per agguantare il felino. Segue breve colluttazione che si conclude con il gatto che si inerpica sulla tenda. Sara pazientemente ribalta il portaombrelli (appositamente posizionato per l’uso), ci sale sopra e recupera il gatto. Sara deposita il gatto in veranda trascinandolo dalla collottola. Il cane si eccita e inizia a raspare sulla porta. Urla della Regina Madre (la ricompri tu la porta, maledett’a’te e a ‘sto ***** di cane). Sara brandisce la pantofola e picchia il cane gastemando in silenzio. Il cane si nasconde sotto il letto. Attenzione: adesso arriva la parte difficile. Innanzitutto è necessario intercettare la Zia cortigiana. Ricordiamo che potrebbe essere ovunque (anche nella guardiola del portiere a giocare A SOLDI al burraco). Una volta trovata bisogna sospingerla in bagno senza che se ne accorga. La si può adescare con una scusa plausibile (sei senza la dentiera, vai a mettertela in bagno zietta, orsù) oppure si può lasciare il mazzo di carte sul lavandino e contemporaneamente urlare “zia, che ci fanno qui le tue carte?”. Una volta entrata nella stanza rivestita di piastrelle bisogna imprigionarla velocemente chiudendo a doppia mandata la porta (le prime volte sbraiterà un po’ ma quando si renderà conto che è per il suo bene non opporrà più resistenza). A questo punto con una catena di acciaio trascinare il cane in giardino attraversando la veranda in cui è rinchiuso il gatto: una breve preghiera prima di questa operazione può essere d’aiuto. Per prudenza è bene impugnare un corto rastrello da giardino che può essere utile sia per difendersi dagli attacchi del gatto sia per tenere a bada il cane assetato di sangue felino. Passeggiare il cane (licenza poetica meridionale atta a transitivizzare il verbo) per qualche minuto e ripetere tutte le operazioni quivi descritte il ordine opposto. Ricordarsi di far uscire la zia dal  bagno.

 

Ma su questo fottuto portale zeppo di felini virtuali glitterati non c’è proprio nessuno che voglia un fottutissimo gatto in carne e ossa?

 

 
 
 
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