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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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Superquark: Turisti per caso

Post n°68 pubblicato il 20 Settembre 2007 da erbavoglio_70

Gli italiani all’estero parlano italiano e sembrano stupiti dal fatto che la gente del posto non conosca la loro lingua: cioè come cazzo è che quello non capisce se dico “voglio un accendino rosa”? Ripetono una o più volte, ovviamente mimano, e alla fine la spuntano. Sempre. Poiché tutti sanno che gli italiani non sono avventurosi neppure in cucina, si adeguano pure i ristoranti che si dichiarano italiani, almeno nelle intenzioni, ben sapendo che il tempo per 2 spaghetti lo troveremmo anche in punto di morte. Ammettiamolo: quando riconosciamo un gruppo di connazionali all’estero un po’ ci inorgogliamo. E sì: siamo griffati già in culla, abbiamo buon gusto e i nostri uomini non ostentano buffi calzini bianchi … A dire il vero siamo forse un po’ troppo omologati: lui è brizzolato (così gli albergatori  il soprannome glielo trovano subito, pensando di risultare brillanti: Briatore) con lo sguardo perso nel vuoto: “che ci faccio qui? Dov’è la mia segretaria? Chi è la signora che dorme con me?” si legge nel fumetto che cammina sulle loro teste; le bimbe hanno almeno un oggetto delle Winx, i bimbi hanno almeno un videogioco tra le mani, le donne, con manicure fresco di giornata e borsa Kipling in tinta con il bikini, rivelano nervosamente, con ogni gesto e ogni parola, fame di relax (sembra che abbiano scavato in miniera nei mesi precedenti, mentre inspiegabilmente le tedesche, le inglesi e le francesi appaiono sempre tranquille, contente e creative).

Affiancando un gruppo di connazionali si coglie sistematicamente una frase del tipo “non vedo l’ora di tornare a casa” “sì, bello, ma le spiagge/i monumenti/il cibo che abbiamo noi non li ha nessuno” cui segue il nostro commento tra i denti “ma chi cazzo li ha pregati …?”. Anche se lasciano il loro nido per una sola settimana comunicano incessantemente (con chi non so visto che si sono portati dietro pure la suocera), tanto che il telefonino più volte fa il bagno con loro.

La battuta i più la fanno, e restano un po’ gelati se scoprono che hanno osannato volgarmente una tipa tedesca che l’italiano lo conosce meglio di loro perché lo insegna …

Gli italiani fingono impegno anche in vacanza: leggono il menù o i titoli dei giornali nostrani con vero interesse. Non tutti, però: mi è, giuro, capitato di ascoltare questo:

(a)   ragazza di Salerno ad amico: “dai, ma davvero dalle 4 alle 16 passano 12 ore?” “certo” “e dalle 3 alle 15?” “uguale” “e dalle 6 alle 18?” “me dai basta”

(b)  due amiche che passeggiavano sulla battigia: “Claudia, credimi, una cosa incredibile: la sorella della signora che va a servizio dalla figlia della panettiera si è rifatta il seno e ha avuto un risultato pessimo!” “ma dai racconta!”

Di una cosa sono contenta: non è di certo italiana la coppia tipo che odio maggiormente, quella costituita da due tipi (probabilmente muti per voto o per scelta) con enormi zaini. Li vedi camminare con andatura lenta ma decisa (sanno sempre dove vanno anche perché seguono alla lettera l’enorme guida che portano sotto il braccio) e li incontri ripetutamente: mentre tu fai giro del posto con ogni mezzo di trasporto possibile e sei distrutta e spaesata, loro sono sempre calmi e tranquilli, con la loro borraccetta d’acqua. Solo al ristorante non li si incontra.  Sì, li detesto e non ci credo che non sbrocchino mai. Secondo me la notte si bestemmiano a vicenda. E poi mi infastidisce pensare che se la cavino con un budget giornaliero pari a un decimo del mio. Ma chi se ne frega poi: la loro abbronzatura fa veramente schifo.

 

 

 

 
 
 
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