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L'INCANTESIMO DELLA BUFFA di SILVANA GRASSO: DALLA SICILIA UN ROMANZO-REPORTAGE SCONVOLGENTE

Post n°5468 pubblicato il 10 Luglio 2012 da romolor
 
Foto di romolor

L'incantesimo della buffa di Silvana Grasso è un ottimo romanzo che si impone all'attenzione per più di un motivo. Innanzitutto la varietà dei temi, sullo sfondo delle Seconda Guerra Mondiale, in uno sperduto paesino siciliano, Roccazzelle.
Si inizia con il culto dei morti, in Sicilia sentitissimo: la vestizione di una giovane madre con l'abito da sposa, dopo la sua dipartita avvenuta per un cancro ghiandolare.
Quindi ci si inoltra nel territorio minato delle molestie sessuali dei preti, perpetrate all'interno di un collegio, ai danni di un ragazzino, amico di uno dei protagonisti principali .
Ancora, la malattia mentale originata dai sensi di colpa in chi ritiene di non aver dato il massimo per la salvezza del ragazzino vittima di abusi, che si è ucciso buttandosi nel vuoto.
E ancora, l'infanzia di Gesù, piccolo orfano, a contatto con le suggestioni della sua terra: arsa nelle campagne, ribollente di vita nel mare prospiciente il paese natale.
C'è anche il tema della disabilità, nel personaggio di Tea, una giovane non vedente di origine tedesca.
Quello che colpisce maggiormente è lo stile della Grasso: barocco, ricco di derivazioni dialettali, con aggettivazioni senza virgole.
Il romanzo non è da leggere tutto di un fiato ed esprime le asprezze della Sicilia: il troppo sentimento, i troppi affanni, la predisposizione per la visionarietà fatta di carne e sangue.
Questo potrebbe anche essere il limite, però, per quei lettori che non gradiscono le tinte forti e il compiacimento sui guai del sud Italia . Ad ogni modo l'Incantesimo della buffa non è un romanzo di passaggio.
ROMOLO RICAPITO

 
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