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La stupenda tazza Farnese!


  
 La Tazza Farnese è un piatto da libagione (phiale) di epoca ellenistica,  è il più grande cammeo esistente al mondo, fabbricato in ambra sardonica e del diametro di 20 cm circa, probabilmente non usato per i banchetti, ma per libagioni rituali, attualmente conservato al Museo archeologico nazionale di Napoli. La Tazza Farnese è testimonianza eccezionale della glittica di età ellenistica: unica per dimensioni, livello formale, complessità figurativa e importanza storica. Creata ad Alessandria, la Tazza doveva essere impiegata in funzione rituale nelle cerimonie dei sovrani d'Egitto.Datata alla prima metà del II secolo a.C., della sua storia precedente si sa molto poco, anche se è convinzione universalmente condivisa che sia stata portata a Roma a seguito della conquista dell'Egitto da parte di Ottaviano nel 31 a.C. Trasferita in seguito a Costantinopoli venne probabilmente riportata a Roma a seguito della presa della città nel 1204. Si hanno notizie certe sulla sua esistenza dal 1239, quando ne è documentato l'acquisto da parte di Federico II. Dalla corte di Federico II di Svevia passò agli inizi del XV secolo alla corte persiana di Herat o Samarcanda e poco dopo arrivò a Napoli alla corte di Alfonso di Aragona. Nel 1471 si trovava a Roma dove l'acquistò Lorenzo il Magnifico e in seguito passò in possesso di Margherita d'Austria e, alla morte di questa, alla famiglia Farnese.  La superficie interna della tazza raffigura un'immagine con sette figure: una Sfinge, su cui siede una figura femminile che reca in mano delle spighe; una grande figura maschile con barba, su un albero, che regge una cornucopia; un giovane che impugna un aratro e che reca a tracolla un sacco di sementi; due figure femminili sedute, una delle quali regge un phiále; due figure maschili che volano trasportate da un mantello gonfiato dal vento. 
La superficie esterna invece è interamente decorata da una grande Gorgone (allusiva di minaccia ai nemici esterni dello stato); il naso della Gorgone reca un piccolo foro, la cui esistenza è documentata già nel catalogo della collezione Farnese, probabilmente utilizzato per infilarvi un sostegno onde esporre il manufatto.allusiva di minaccia ai nemici esterni dello stato.
Le immagini rappresentate nella Tazza Farnese, soprattutto quella interna, hanno dato adito a diverse interpretazioni, tutte comunque legate all'Egitto, grazie al preciso riferimento rappresentato dalla presenza della Sfinge.Tradizionalmente viene visto nell'immagine il riferimento alle piene del Nilo, rappresentate dalla figura femminile sulla Sfinge, all'utilità di queste per la fertilità dei campi, con la figura barbuta con la cornucopia, ed alla conseguente prosperità dell'Egitto, rappresentata dalla stessa Sfinge. 
 Altre interpretazioni portano a vedere belle figure della superficie interna una rappresentazione dei principali dei egizi: la Sfinge, simbolo del regno tolemaico, è dominata da Iside, affiancata da Osiride, mentre la figura barbuta rappresenta Horus; le due figure femminili sedute rappresentano invece le Horai, le dee delle stagioni e del raccolto, oppure la terra coltivata e la rugiada; le due figure maschili volanti sono invece i venti Etesii, venti da Nord. 
         
 
  Secondo alcuni studiosi la triade divina, rappresentata nella scena interna, raffigurebbe Cleopatra III, il marito Tolomeo VIII (morto nel 116 a.C.) e il figlio Tolomeo X Alexandros; secondo altri, invece, vi è rappresentata Cleopatra VII, ultima regina d'Egitto, sconfitta da Ottaviano nel 31 a.C.