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RIFLESSIONE DELLA NOTTE

Post n°8677 pubblicato il 12 Agosto 2016 da psicologiaforense

UN SILENZIO RELIGIOSO

 

La serenità interiore  ha bisogno di pause di silenzio. Noi del silenzio abbiamo paura  lo identifichiamo con il vuoto imbarazzante  che si crea in ascensore quando siamo con qualcuno che non conosciamo perciò preferiamo riempirlo con il chiasso e nei rapporti umani ci scambiamo spesso vuote parole di circostanza  dette più per nascondersi all’altro che per entrare  davvero in comunicazione.  Il problema è che  per comunicare con gli altri bisognerebbe che fossimo capaci di comunicare con noi stessi e per questo è importante il silenzio. Solo allora diventa possibile ascoltare gli altri  ma soprattutto  la parte più autentica di noi stessi.  Chi non sa tacere  non ha poi in realtà nulla da dire. In questo senso il silenzio non è il contrario della parola ma la condizione  perché essa non si riduca a vuota chiacchiera. Per questo, forse, nella liturgia natalizia che celebra l’incarnazione di Dio  si dice che "Gesù è nato mentre la notte era a metà del suo corso  e un profondo silenzio avvolgeva  tutte le cose". Le cose grandi maturano  nel silenzio ed è proprio dall’infinito silenzio  di Colui che è al di là  delle parole umane che è scaturito il Verbo. La parola che illumina il mondo.

 
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Commenti al Post:
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/08/16 alle 12:54 via WEB
Marco Presta è uno che "perquisisce l'animo umano"
(Rispondi)
 
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 13/08/16 alle 13:00 via WEB
vero, a volte l'umanità delle persone è sepolta nelle tasche posteriori dei pantaloni, ma c'è.... ;)
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/08/16 alle 13:00 via WEB
eheheheheheheheheheheh
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/08/16 alle 13:12 via WEB
come dicevo: In un universo così rumoroso, tutto voci e suoni, si finisce per non sentire più nulla. Noi, da tempo, non ascoltiamo più il mondo. Non riusciamo più ad immaginarlo per troppo rumore. Non ne sentiamo più le voci, che un tempo guidavano pensieri e azioni. Nel mondo c' erano voci, di foreste e fiumi, di animali e uomini, che indicavano mete e sogni, che indicavano azioni e comportamenti, che oggi non riusciamo, così assordati, ad ascoltare. E continuano ad esserci. Allora l' immaginazione, la fantasia del terzo millennio non potrà che essere quella di cercare di riafferrare il bandolo delle mille voci flebili, che abbiamo respinto ai margini dell' udito.
(Rispondi) (Vedi gli altri 4 commenti )
 
 
 
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 13/08/16 alle 15:54 via WEB
L'estate scorsa sono andata per lavoro in paesello di circa 300 anime, arroccato e svettante sulla vallata, ora di pranzo, nessuno in giro, ne a piedi ne in auto, nessun rumore di strade e autostrade lontane, solo echi domestici, stoviglie lavate messe a sgocciolare, qualche raro disturbo televisivo - a volume umano - è poi silenzio, da sentire l'eco dei tuoi passisul selciato.... il paesello di mia nonna, dove sono nata, era così ed io mi sono sentita a casa. Il samurai non era con me, ma essendo cresciuto a Napoli lo avrebbe trovato orripilante.... in questo senso, forse, siamo un po' troppo diversi .. troppo anche per poterci definire complementari ;)
(Rispondi)
 
 
 
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 13/08/16 alle 15:57 via WEB
Perdona i refusi, dal cellullare va così :(
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/08/16 alle 16:03 via WEB
Ma figurati! Ortografia, grammatica e sintassi sono sempre optional nei commenti.
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/08/16 alle 16:04 via WEB
Ho commentato da te
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