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OTTAVIA ...AMORE AL PONTE DELLA BECCA racconto (975) di Dino Secondo Barili

  4 MAGGIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 4 maggio 2015 – Lunedì  - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

975

Ottavia … amore al Ponte della Becca

Pavia è una città romantica. Non solo per le sue viette strette e sghembe. Per i suoi vicoli senza nome. Per le piazzette che ricordano i cortili del tempo che fu. Anche e soprattutto per il fiume Ticino. Si fa presto a dire … una città con duemila anni di storia … ma il Ticino ne ha molti di più. E’ una via d’acqua lunga cinquecento chilometri … dalla Svizzera a Venezia. Ed era l’autostrada quando le autostrade non c’erano … Quando le vie d’acqua erano le vie più comode per muoversi … ed i fiumi erano sempre affollati di gente che andava e che veniva. Da Venezia alla Svizzera con mezzi di ogni genere … chiatte, barche, barchette … canoe e barcé. Parte della vita sociale del tempo che fu si svolgeva sui fiumi. Lungo i fiumi c’erano le Osterie, luoghi d’incontro anche misteriosi … Oppure, le persone si fermavano a Pavia, città di fiume. Anche, oggi, Pavia mantiene viva la vita del fiume con decine di imbarcazioni utilizzate per gli allenamenti dai canoisti e rematori concorrenti alle gare nazionali e internazionali … Un mondo silenzioso, quasi appartato, che fa del fiume Ticino una fucina di campioni a livello mondiale. Il fiume Ticino è il fiume dei campioni, dei desideri … il fiume dei sogni di gloria. Un anno fa, ne ha saputo qualcosa la Prof. Ottavia, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe … da favola, Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Milano. La Prof. Ottavia, a quarant’anni, si era improvvisamente accorta di aver dedicato molto (troppo?) tempo allo studio. Alla ricerca e consolidamento del proprio lavoro … e di aver trascurato un lato importante: l’amore. Insomma, la quarantenne aveva ancora tanti desideri … insoddisfatti. Si convinse subito che non poteva perdere altro tempo.  Doveva agire. Si ricordò di quando era al Liceo ed aveva partecipato ad un corso di canoa a Pavia. Si era distinta. Aveva partecipato ad una gara sul fiume azzurro ed aveva vinto. Inutile nasconderlo. Le affermazioni di gioventù lasciano il segno … E, poi, Pavia è ad un passo da Milano. Mezzora di treno … anche meno. Ottavia decise. Avrebbe rivisto il Ticino … laggiù … in quell’angolo vicino al Ponte della Ferrovia. Ormai aveva le idee chiare. Un fiume è sempre un fiume … un ininterrotto fluire d’acqua, di oggetti di ogni genere … fiori, piante, arbusti, forse anche … pensieri e desideri. Un “mondo” che se ne va verso il mare e non perdona … come il tempo che passa. Ottavia, però, aveva voglia di vivere … di amare. Pavia e il Ticino, in un attimo, erano diventati il suo sogno. Un sabato mattina di un anno fa, Ottavia era a Pavia, sul fiume Ticino … nei pressi del Ponte della Ferrovia. Era metà mattina, ma il fiume era affollato. C’erano canoisti e rematori di ogni genere che si allenavano con impeto e passione. La passione è contagiosa … passione stimola … passione. Solo alla vista di quel mondo, Ottavia si rivide com’era vent’anni prima … quando vinse la gara di canoa. Bell’esperienza. Bella soddisfazione. Perché non rimettersi in corsa? Non esiste un’età per rimettersi a correre … e poi, l’appetito vien mangiando. Osservare il mondo dalla riva di un fiume è come partecipare ad un spettacolo sempre nuovo. Il fiume è sempre affollato … di qualcosa. Ottavia guardava quel mondo e si sentiva rimescolare il sangue nelle vene. Se avesse avuto a disposizione una canoa … sarebbe partita per Venezia. Così, sui due piedi. Senza pensarci un po’. In quell’istante, un giovanotto sui quarant’anni, alto, biondo, corporatura da atleta, con la pelle bruciata dal sole … ha attraccato la sua barca alla riva. Come poteva Ottavia stare zitta? Neanche per sogno. “Sapesse quanto la invidio” Il quarantenne si è messo a ridere. “Perché? Non è mai stata in barca? Se vuole la porto io” E’ stato come accendere un incendio. Ottavia raccontò la sua esperienza del corso di canoa all’epoca del Liceo … vent’anni prima. Il suo desiderio in quell’istante era di raggiungere Venezia in barca … come hanno fatto tantissime persone nel mille e settecento quando, tra Pavia e Venezia, c’erano imbarcazioni che facevano la spola con arrivi e partenze quotidiane. Il quarantenne si presentò. “Sono Franz, svizzero … già campione di canoa al tempo della mia gioventù. Ora, mi diverto a percorrere in lungo e in largo il fiume Ticino dalla Svizzera a Venezia. Ad esplorare tutte le possibili opportunità dei laghi Maggiore, di Lugano, di Como ed altri. Se vuole possiamo metterci insieme. Io faccio le fotografie … lei scrive le didascalie … “ Quando un uomo ed una donna cominciano a guardarsi negli occhi … e cercano nell’altro la risposta ai propri desideri … è come il fluire della corrente del fiume. Non si ferma più. Inizia l’avventura dell’amore. Ottavia e Franz non si sono più lasciati. Hanno chiacchierato. Hanno preso il caffè insieme … Non al Bar … dove sarebbe facile sconfinare nelle comodità quotidiane … ma, direttamente da un termos portatile, con tazzine di plastica usa e getta. La vita del fiume incomincia di lì … dalla frugalità, dall’uso moderato delle comodità. Da tempo immemorabile, sul fiume Ticino corre una frase … “Non chiedere ad altri di fare qualcosa … falla” Non era arrivata la sera, di quel sabato di un anno fa, che Ottavia e Franz avevano già fatto le provviste per una vacanza in barca … una “passeggiata” da Pavia a Venezia … sul fiume Ticino e Po … come ai tempi del mille e settecento. Epoca in cui, al primo posto, c’era l’amore … Anche per Ottavia e Franz, l’amore è scattato al Ponte della Becca, nel punto stesso in cui il Ticino confluisce nel Po. Il resto è facile immaginarlo … perché l’amore è … ha sempre un inizio … mai una fine. Chi ama, desidera … Chi desidera … ha afferrato il segreto della vita. Questo è il racconto 975 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/05/15 alle 13:12 via WEB
San Zeno Pavia---Questa chiesa,, riprendeva lo schema comune alle chiese romaniche: tre navate, tiburio, cupola, transetto ed abside semicircolare. Rimaneggiata nel secolo XVII, la chiesa fu soppressa e profanata nel 1789. L’edificio fu acquistato nel 1794 dal marchese Luigi Malaspina che lo demolì in gran parte per fare spazio al suo palazzo. Attualmente ne rimane parte dell’abside e la pilastrata che divideva la navata centrale da quella di destra. Nel Museo Civico si conserva un capitello rappresentante Daniele tra i leoni, proveniente da S. Zeno. Ciao Teresa
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 05/05/15 alle 13:14 via WEB
San Zeno Pavia----Secondo una tradizione verosimile, il Petrarca ebbe casa nella parrocchia di S. Zeno, vicino alla piazza che da lui prese il nome. Lì, nella dimora del poeta, dalla seconda metà del 1367 abitarono sua figlia Francesca e il genero Francescolo da Brossano, nominato allora appunto sovrintendente all'entrata e all'uscita da Pavia dei forestieri, del bestiame, delle merci e delle lettere. Con loro vivevano la piccola Eletta, che rinnovava il nome della madre del poeta, Eletta Canigiani, e Francesco, che a tale data contava meno di due anni d'età. Questi, che ripeteva il nome, oltre che del padre, del nonno, vive ancora in un documento poetico del Petrarca, l'unico che Pavia ha l'onore di conservare. Il bambino morì nella nostra città, di due anni e quattro mesi, il 19 maggio 1368. Il nonno, sopraggiunto il 30 maggio, dettò per il nipotino un'epigrafe latina che fu apposta alla sepoltura nella chiesetta romanica di S. Zeno. La lapide era collocata sul lato sinistro della porta, il sigillo tombale sul pavimento sotto l'epigrafe. Quando la chiesa fu chiusa e poi demolita dal marchese Malaspina per allargare l'area del suo palazzo, le due memorie petrarchesche furono salvate dalla distruzione. Dopo vari trasferimenti si trovano ora nei Musei Civici del Castello e costituiscono, oltretutto, un raffinatissimo esempio di lapidaria gotica, per la bellezza dei caratteri. Le lettere dei distici dettati dal poeta, poi, brillano tuttora dello splendore dell'oro che le riveste. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa San Zeno Pavia---Questa chiesa,, riprendeva lo schema comune alle chiese romaniche: tre navate, tiburio, cupola, transetto ed abside semicircolare. Rimaneggiata nel secolo XVII, la chiesa fu soppressa e profanata nel 1789. L’edificio fu acquistato nel 1794 dal marchese Luigi Malaspina che lo demolì in gran parte per fare spazio al suo palazzo. Attualmente ne rimane parte dell’abside e la pilastrata che divideva la navata centrale da quella di destra. Nel Museo Civico si conserva un capitello rappresentante Daniele tra i leoni, proveniente da S. Zeno. Ciao Teresa Ramaioli
(Rispondi)
annamariamennitti
annamariamennitti il 05/05/15 alle 19:44 via WEB
Bella passeggiata da Pavia a Venezia attraversando il Po e i suoi affluenti tutta l'atmosfera che si crea ti dà felicità amore Sul Ponte della Becca Ottavia e Franz è stata inevitabile la conclusione viva l'amore ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 06/05/15 alle 15:09 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. In barca sul fiume ... è una vita da sogno. Buona giornata. Dino
(Rispondi)
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